1- UN PO' DI TERREMOTO ANCHE PER LO SCARPARO
Mentre stava preparando le carte e i dossier per la battaglia che ha intenzione di fare mercoledì prossimo a Roma nel Consiglio di amministrazione di Generali, Dieguito Della Valle ha dovuto affrontare il "terremoto" ben più vasto e grave del Giappone.
In quel Paese lo scarparo marchigiano realizza il 15% dei ricavi di Tod's e oggi alle 17,30, quando l'azienda comunicherà i risultati del 2010, è probabile che nel comunicato stampa qualche parola sarà dedicata alla tragedia che ha colpito un'area di mercato primaria per il patron del lusso.
Comunque i risultati del Gruppo sono tali da soddisfare gli azionisti e i consiglieri di amministrazione come Luigino Abete e Luchino di Montezemolo che si fregheranno le mani per l'utile di 108 milioni previsto a chiusura dell'esercizio precedente. Dopo questo appuntamento lo scarparo si dedicherà a confezionare qualche manicaretto per tener desta l'attenzione dei consiglieri di Generali e dell'arzillo vecchietto Cesarone Geronzi che deve ancora sbollire l'incazzatura per le sparate di Dieguito. Per uno strano gioco del destino l'imprenditore marchigiano deve comunque confrontarsi con personaggi di età avanzata che siedono nei salotti dove è riuscito a entrare.
GERONZIUno di questi è Antoine Bernheim, il 90enne ex-presidente di Generali che lo sta aspettando a Parigi. Nella sua infinita miseria Dagospia è riuscita a sapere anche il luogo, il giorno e l'ora in cui avverrà l'incontro. Il luogo è rue Rivoli, dove al Carrousel du Louvre alle 10,30 del 31 marzo si terrà l'Assemblea generale di Lvmh, il colosso del lusso che pochi giorni fa ha acquistato Bulgari in cambio del 3% delle proprie azioni.
fer03 montezemolo l abeteAd eccezione di un breve cenno del giornalista Ugo Bertone sul quotidiano "Il Foglio", nessun giornale ha ricordato che lo scarparo marchigiano siede dal marzo 2002 dentro il Gruppo guidato da Bernard Arnault. Infatti Lvmh possiede il 3,5 di Tod's, una partecipazione acquistata nel novembre 2000 quando l'azienda di Dieguito fu quotata in Borsa.
Se si va a guardare si scopre che il personaggio più importante dentro il Gruppo francese che controlla marchi come Vuitton, Givenchy, Dior, Moet & Chandon, Fendi (e per ultimo Bulgari), è proprio l'anziano ex-presidente di Generali che occupa ben tre cariche perché oltre a quella di vicepresidente, guida il Comitato Audit e il Comitato Nomine e Remunerazioni.
GeneraliÈ probabile che quando i due personaggi si incontreranno a Parigi avranno l'occasione di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
2- LA MISSIONE DI ENRICO BONDI PER SALVARE L'ITALIANITÀ DI PARMALAT SEMBRA ARRIVATA AL CAPOLINEA - IL DOPPIO RUOLO DI SALVATORI COME ADVISOR PER LA SCALATA DI PARMALAT E CONSIGLIERE DELLA SOCIETÀ DELLA MOGLIE DI TANZI
Fine corsa per Enrico Bondi, il manager di Arezzo dalle occhiaie profonde che sta cercando disperatamente di rimanere sulla sua poltrona.
Ormai la sua missione per salvare l'italianità di Parmalat sembra arrivata al capolinea. I tre fondi americani che insieme detengono il 15% dell'azienda disintegrata da Calisto Tanzi, vogliono imporre alla presidenza della società l'ex-banchiere Rainer Masera (un cervello brillante che si è perso per strada) mentre la gestione del Gruppo caseario passerebbe nelle mani di Massimo Rossi.
Gli Effetti del terremoto in GiapponeIl povero Bondi, che dopo gli stipendi paurosi della Montedison si è accontentato di compensi modesti fino al punto da essere definito "un santo", ha fatto il giro delle sette chiese ed è sceso a Roma per incontrare il ministro ex-Opus Dei, Paolo Romani, e Gianni Letta. I giochi ormai sembrano fatti e insieme ai tre fondi americani che con il loro 15% possono condizionare l'Assemblea di aprile, anche le banche italiane hanno fatto orecchie da mercante.
Gli Effetti del terremoto in GiapponeLa scalata degli stranieri a Parmalat è stata pilotata dalla banca d'affari Lazard Italia, che ha avuto dai fondi il mandato di advisor dell'operazione. E qui salta fuori un dettaglio molto curioso che riguarda il presidente della Lazard Italia, Carlo Salvatori. Costui è un nome noto nel mondo della finanza che ha attraversato con diversi incarichi BNL, Banco Ambrosiano Veneto, Intesa, Unicredit e Unipol.
ind38 antoiner bernheimA dire il vero non è mai stato considerato un uomo geniale e un primattore, e quando nell'aprile 2010 ha lasciato l'ultimo incarico in Unipol prima di assumere la presidenza della Lazard Italia, a Bologna (roccaforte di Unipol) hanno tirato un sospiro di sollievo.
Enrico BondiNella battaglia per conquistare l'ex-azienda di Tanzi, Salvatori ce la sta mettendo tutta, ma per merito di un giornalista curioso del "Sole 24 Ore" che si chiama Giuseppe Oddo è saltato fuori quello che con parole poco impopolari si può definire un classico conflitto di interessi.
Sembra infatti - così ha rivelato Oddo - che il buon Salvatori faccia parte del Consiglio di amministrazione di "Chiesi Farmaceutici", una società di Parma fondata nel 1935 dove si ritrova seduto accanto alla moglie di Calisto Tanzi. Il 70enne banchiere nativo di Sora ha fatto di tutto perché la notizia sulla sua consulenza ai fondi che vogliono cacciare Bondi da Parmalat non diventasse di pubblico dominio, ma nella città di Maria Teresa d'Austria girano le voci più fantasiose.
Calisto TanziQualcuno arriva addirittura a insinuare che dietro i movimenti di Lazard Italia e di Salvatori si riaffacci l'ombra dell'ex-patron Tanzi, che ha lasciato un buco di 13,4 miliardi di euro ma di sicuro non è con le pezze al culo e ha qualche tesoretto sparso per il mondo.
Sono soltanto rumors maliziosi e privi di ogni fondamento. L'unica cosa certa è che il doppio ruolo di Salvatori come advisor per la scalata di Parmalat e consigliere della società della moglie di Tanzi, è sulla bocca di tutti.
CARLO SALVATORI - Copyright Pizzi
3- ARRIVA BERETTA ALL'UNICREDIT: RISOLVERÀ IL MISTERO TOM DI BENEDETTO? ALTRI ACQUIRENTI CHE NON VOGLIONO VENIRE ALLO SCOPERTO? UNA MISTERIOSA SOCIETÀ TEDESCA DICHIARA PRONTA A SUBENTRARE ALLA CORDATA AMERICANA
Gli uscieri di Unicredit hanno visto entrare questa mattina nella sede di piazza Cordusio due nuovi top manager.
Il primo ha 50 anni, il passo svelto e quell'aria felice che deriva dai compensi accumulati nelle esperienze professionali. È Jean Pierre Moustier, il manager che il 10 febbraio scorso è stato nominato capo della Divisione Corporate e Investment Banking al posto di Sergio Ermotti.
Jean Pierre MoustierDi lui ormai si sa tutto e gli uscieri sorvolano sulla vicenda che lo ha visto coinvolto dentro Societe Générale per lo scandalo Kerviel del giovane trader che lavorava nella Divisione guidata da Moustier e provocò un buco da 5 miliardi di euro.
Oggi è il primo giorno di lavoro per Moustier ed è anche il primo giorno in cui ai piani alti della banca milanese salirà Maurizio Beretta, il giornalista milanese che ha lasciato la presidenza della Lega per guidare le relazioni esterne della banca.
Tom DibenedettoL'arrivo di Beretta è salutato con sollievo dall'altro top manager Paolo Fiorentino, l'uomo che da gennaio sta cercando di risolvere i problemi della As Roma. Il buon Fiorentino è ancora stanco per le fatiche accumulate durante le trattative al 51° piano di un grattacielo di Parl Avenue con la cordata americana che dovrebbe mettere le mani sulla squadra del "Pupone".
Adesso la palla, anzi il pallone, passerà in qualche misura nelle mani di Beretta che dopo aver lavorato in Rai, Fiat e Confindustria, spera di lasciare il gioco del calcio alle spalle. Purtroppo la trattativa con la cordata del paffuto Tom Di Benedetto continua ad essere avvolta dai fumogeni e la conclusione prevista per giovedì slitterà almeno di una settimana.
MAURIZIO BERETTA E PAOLAA complicare le cose sono arrivate le notizie del giornalista Gianni Dragoni sulla "scatola" del Delaware (un centro finanziario offshore) che dovrebbe acquistare il 60% del Club. Il sospetto è che dietro il paffuto bostoniano Tom Di Benedetto ci siano altri acquirenti che non vogliono venire allo scoperto. A questo bisogna aggiungere l'incidente di Sky dei giorni scorsi quando durante una trasmissione sportiva un avvocato ha tirato fuori la lettera di una misteriosa società tedesca che si dichiarava pronta a subentrare alla cordata americana.
A quel punto il titolo in Borsa è schizzato del 7%, ma nessun raggio laser della Consob è stato puntato nei confronti dei "disturbatori" che vogliono rovinare l'operazione messa in piedi da Unicredit.
4- AD OCCUPARSI DELLA PARTITA DELLE NOMINE NON CI SONO SOLTANTO LETTA E TREMONTI, BRILLA ANCHE LA MOGLIE SICULA DI BOSSI
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che ad occuparsi delle cariche in scadenza nelle società pubbliche non ci sono soltanto Gianni Letta e il "profeta" della globalizzazione, Giulietto Tremonti.
Oltre a questi due personaggi c'è anche in pista una signora siciliana di nome Manuela che ha dato alla luce tre figli: Eridano Sirio, Roberta Libertà, Renzo. Quest'ultimo dal 2008 si porta addosso l'appellativo del "Trota" che gli è stato scaricato dal padre Umberto Bossi, marito in seconde nozze della siciliana signora Manuela Marrone.
GIUSEPPE ORSIL'intraprendente madre di famiglia, che svolge un ruolo di coordinamento importante nella Lega, ha stilato una sua lista personale in cima alla quale c'è il nome di Giuseppe Orsi, attuale amministratore delegato di AgustaWestland che la signora Manuela vorrebbe portare al vertice di Finmeccanica".
5- ARZILLI VECCHIETTI
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che anche nel mondo delle relazioni esterne circolano arzilli vecchietti che riescono a strappare incarichi a giovani professionisti.
È dei giorni scorsi la nomina a capo ufficio stampa dell'università di Bari di Egidio Pani, già vicesindaco della città ed ex-dirigente della Regione Puglia che ha la tenera età di 78 anni.
La sua nomina ha creato scompiglio tra i giornalisti locali ma l'arzillo Pani ha dichiarato di voler rinunciare ai 18mila euro annui previsti per l'incarico".