Michele Anselmi per "il Riformista"
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«Non ce la faccio più, meno male che è l'ultimo» sospira il genitore-cronista accompagnato dai due figli mentre si spegne la luce in sala e parte "Harry Potter e i Doni della Morte parte 2". Il 3D è fasullo, fasullissimo, infatti il film l'hanno girato normalmente e poi "trattato" per fornire qualche raro effetto tridimensionale e aumentare il prezzo del biglietto. Tuttavia questo ottavo episodio, se preferite settimo-bis, sarà un altro successo planetario.
Nonostante una certa stanchezza che si nota sul viso di tutti gli interpreti, non solo i tre maghetti protagonisti, nel frattempo cresciuti o invecchiati. Per dirne una: Alan Rickman, che fa il lugubre Severus Piton, preside di Hogwarts dopo la morte del venerabile Albus Silente, stava diventando una specie di Renato Zero, così l'hanno dovuto ringiovanire e mettere a dieta con l'aiuto del computer.
E che dire di Daniel Radcliffe, appunto Harry Potter? Ancora qualche tempo e non sarebbe stato neanche necessario truccarlo da quarantenne in via digitale, «19 anni dopo», nell'epilogo che lo mostra papà mentre accompagna i figli a prendere il famoso treno dei maghetti alla stazione di King's Cross.
harry-potter-e-i-doni-della-morteL'ultimo episodio della cine-saga, targata Warner Bros, esce oggi in Italia in 1.000 copie. Neanche i cine-panettoni di De Laurentiis osano tanto, ma è anche vero che l'evento mira a ramazzare tutto il possibile nel più breve tempo possibile. Per via del caldo asfissiante, gli incassi sono crollati. "Cars 2", "Transformers 3", "I Pirati dei Caraibi 4" e "Fast & Furious 5" hanno esaurito la spinta propulsiva, sicché è dall'ultimo "Harry Potter" che gli esercenti attendono il miracolo, diciamo l'incantesimo.
Com'è il film? Più breve degli ultimi, neanche 130 minuti, ma si vede che il regista David Yates ha allungato il brodo, capitalizzando al massimo il risparmio offerto dall'aver girato insieme i due episodi finali raccolto sotto lo stesso titolo. Ormai ventunenne, ricco come un Creso e uscito da varie traversie alcoliche, David Radcliffe si muove nella fosca epopea con l'aria un po' rassegnata, al pari dei compagni di sortilegio Rupert Grint ed Emma Watson.
Del resto, il ragazzo a suo modo è spiritoso: a teatro ha appena interpretato il musical "How to Succeed in Business Without Really Trying". Un titolo che dice tutto. Il problema è cosa gli proporranno domani al cinema: senza gli occhialini tondi e la bacchetta magica chi lo prenderà sul serio a Hollywood?
Non che "Harry Potter e i Doni della Morte parte 2" sia brutto. Solo noioso. Come impone la regola, l'ultimo episodio deve tirare i fili della storia, sorprendere gli spettatori-non lettori con due o tre rivelazioni a effetto, rilanciare il senso pedagogico in chiave di parabola morale. La forza spettacolare sta tutta nella battaglia per la conquista di Hogwarts che occupa quasi la metà del film in un tripudio di effetti speciali: da un lato l'esercito malefico capitanato da Lord Voldemort, il cattivissimo calvo e senza naso che somiglia a Giordano Bruno Guerri; dall'altro i maghetti della Scuola capitanati da Harry Potter con l'aiuto determinante della professoressa Minerva McGranitt.
harry-potter-e-i-doni-della-morte PREMIERE DI HARRY POTTER A NYCSfida senza quartiere, distruttiva, che sembra essere vinta da Voldemort, se non fosse che Harry, ad uno ad uno, ha distrutto i famosi Horcrux sui quali si fonda la potenza del nemico dal volto di serpente. Cosa sono gli Horcrux? Copio da Wikipedia per non scrivere sciocchezze: «Un oggetto o un essere vivente contenente un pezzo di anima separato dal corpo originario; se la persona che ha creato l'Horcrux subisce una ferita mortale, non muore». L'ultimo di questi Horcrux è la morte stessa di Harry Potter; ma potete davvero pensare che l'eroe della storia, pur centrato da una scarica micidiale nel cordoglio generale, si faccia fregare così?
Frasi tipo «Se lo chiedi non lo saprai mai, se lo sai devi solo chiedere», il solito armamentario di luoghi dai nomi esoterici, soprattutto un nutrito gruppo di grandi attori britannici in partecipazione speciale/alimentare, spesso irriconoscibili sotto le parrucche: da Ralph Fiennes al citato Alan Rickman, e poi Maggie Smith, Gary Oldman, David Thewlis, Michael Gambon, Jim Broadbent, Elena Bonham-Carter, John Hurt...
HARRY POTTERCerto, nonostante l'ottima tenuta degli incassi (solo il terzo episodio, forse il migliore, scese sotto la soglia minima degli 800 milioni di dollari), sembrano lontani gli entusiasmi di quel primo "Harry Potter e la Pietra Filosofale", anno 2001, firmato da Chris Columbus. Ricordate? A cavallo della sua scopa volante Nimbus 2000, il nipotino di mago Merlino diventò l'eroe del momento: sulla sua pelle si giocò anche una partita culturale, a base di citazioni colte, riferimenti psicoanalitici, interpretazioni eccentriche.
harry-potter-e-i-doni-della-mortePersino il raffinato Francesco Merlo, sul "Corriere della Sera", si produsse in un torrenziale saggio di "potterologia", spiegando che «mai gnomi, draghi e streghe ci avevano impartito una così magica lezione di logica e di razionalità», insomma che questo orfano, vessato dagli zii e rinchiuso nel sottoscala prima di essere ammesso all'Università del sortilegio, «non è un bambino prodigio imbozzolato nelle trame dell'occultismo bensì l'incarnazione dell'uomo libero, sognante e fantasioso».
PREMIERE DI HARRY POTTER A NYCInsieme a corposi interessi commerciali legati al merchandising, la saga letteraria di J. K Rowling mischiata al cinema hollywoodiano in salsa british produsse una vera e propria "Potter-mania" che condizionò i genitori, stregò i bambini, inchiodò i direttori dei giornali, affascinò i sociologi, travolse perfino gli indifferenti.
PREMIERE DI HARRY POTTER A NYCDapprima la parodia del rigido formalismo anglosassone (divise, insegne, club) in bilico tra orrore e ironia; più avanti la messa in scena diventò più dark e spaventosa, tra svolazzanti Dissennatori fatti di spirito malvagio e licantropi feroci che ululano al chiaro di luna. Alla fine, con l'arrivo dei pruriti sessuali, tutto si confuse, in un magma indistinto nel quale si notava solo la crescita brufolosa del protagonista e sodali. Ma è anche vero che chi scrive è un Babbano stagionato, fuori tempo massimo per rispecchiarsi in Harry Potter.