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E LA FIAT PORTA IL SINDACO FASSINO IN TRIBUNALE (QUEL CENTRO COMMERCIALE TROPPO VICINO A MIRAFIORI) - LAGO DI GARDA, VENDESI FORTEZZA (PER FARNE UN RESORT DI LUSSO) - LOTITO VUOLE IL COLOSSEO SULLE MAGLIE DELLA LAZIO (MA C’È LO SCARPARO DI MEZZO) - LOMBARDIA BRASILEIRA - I PROTESTI CALANO, MA NON È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA…

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Da Panorama Economy in edicola domani

PIERO FASSINO

1. FIAT AI FERRI CORTI CON IL SINDACO FASSINO...
Sembrano lontani i tempi delle partite a scopa tra Sergio Chiamparino e Sergio Marchionne, buone anche per risolvere sul nascere qualsiasi conflitto tra le due istituzioni di Torino. Adesso che con Piero Fassino l'aria è cambiata scocca l'ora del tribunale, con la Fiat che ha portato davanti al Tar il Comune. Tutta colpa della Tne, la spa ideata da Chiamparino e partecipata da Regione, Provincia e Comune e con la Fiat al 10% che nel 2005 rilevò per 67 milioni di euro i terreni di Mirafiori dismessi dal costruttore automobilistico bisognoso d'ossigeno.

Dovevano servire per creare il polo dell'indotto e il centro design del Politecnico, ma dopo tre gare andate a vuoto, in un consiglio comunale straordinario un mese prima delle elezioni, il vicesindaco (di allora e di oggi) Tom Dealessandri fece passare una variante per la costruzione di un centro commerciale e il raddoppio dell'area del Politecnico. In Fiat, però, sono convinti che soprattutto il centro commerciale interferirà con le attività industriali che restano a Mirafiori e, non avendo trovato ascolto a Palazzo Civico, hanno deciso di portare il Comune in tribunale.

marchionne saluta a pugno chiuso

2. GARDA, VENDESI FORTEZZA...
La Fortezza di Peschiera del Garda (Brescia) diventerà un resort di lusso. Un destino scritto nel dna visto che il castello nel 1848 fu il rifugio dell'esercito del maresciallo Radetzky in fuga da Milano dopo la sconfitta di Pastrengo. A curare l'operazione sarà l'Agenzia del demanio: base d'asta 150 milioni. Il percorso, però, non è tutto in discesa. Il consiglio comunale dovrà votare il cambiamento di destinazione d'uso (attualmente è tutta zona militare). Già si preparano le barricate, ma non sarà facile resistere. Il Comune, infatti, ha diritto a una percentuale sul prezzo di vendita. Difficile che la giunta rinunci a questo introito. Tanto più che per il momento l'area, su cui insiste anche l'ex carcere militare, non frutta niente.

CLAUDIO LOTITO

3. LOTITO METTE IL COLOSSEO SULLE MAGLIE DELLA LAZIO...
Claudio Lotito sfida Gianni Alemanno e Diego Della Valle e prepara le magliette biancocelesti con il Colosseo nello sfondo. Il patron della Lazio si è accorto che sul piano internazionale il mancato richiamo a Roma rende più difficile il collegamento con il nome della squadra. Così sta studiando un restyling del simbolo che dovrebbe avere il Colosseo sullo sfondo dell'aquila in volo. Il Comune di Roma però ha appena ceduto i diritti di immagine dell'Anfiteatro Flavio a Della Valle in cambio dei 25 milioni per i restauri.

4. IL BRASILE INCONTRA LA LOMBARDIA...
Non si tratta di un viaggio di studio. Perché a Recife, area ad alto tasso di sviluppo in un Paese che continua a crescere del 4,5%, verrà firmato un accordo di cooperazione fra la Lombardia e lo stato di Pernambuco. Da lunedì 18 a venerdì 22 luglio una missione in Brasile guidata dal vicepresidente regionale Andrea Gibelli incontrerà autorità pubbliche, top manager di grandi gruppi (come Petrobas) e banchieri.

5. MENO PROTESTI IN ITALIA, MA È VERA GLORIA?...
Strana Italia. Mentre impazza la crisi dei mercati e la speculazione internazionale prova a bastonarci peggio della Grecia, ecco spuntare come un fungo un dato in controtendenza, uno di quei dati dell'economia reale-reale, terra-terra, che la dice però più lunga di tanti altri: nei primi tre mesi del 2011 i protesti sono calati del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2010 in tutti i settori, a eccezione di quello immobiliare.

DIEGO DELLA VALLE E FRATELLO ANDREA

Sono state protestate 65 mila aziende, contro le 72 mila del terzo trimestre del 2009, la fase peggiore. Tutto bene allora? Sì e no. Perché il protesto è pur sempre il primo passo di un procedimento giudiziario civile: tecnicamente, «è un atto formale con il quale viene constatato il mancato pagamento della cambiale o dell'assegno bancario».

Quindi molte «parti lese» rinunciano al protesto, almeno sulle piccole somme, per non aggiungere al danno del mancato incasso anche la beffa delle spese legali e della sentenza incerta, lontana e a volte paradossale. «I due nemici da battere della giustizia italiana sono la lentezza e la rassegnazione» ha detto del resto il ministro della Giustizia Alfano all'inaugurazione dell'ultimo anno giudiziario, definendo «emergenza nazionale» l'arretrato di 5,6 milioni di cause civili che impiombano la macchina dei processi. Appunto.

 


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