Andrea D'amico per "la Stampa"
DE LAURENTIIS E INLER_1Ciak, si gira: e quel che sembra calcio, o anche marketing applicato al football, diviene cinepallone, su un set attrezzato per la circostanza. «The show must go on»: e lo spettacolo d'un mezzogiorno di fuoco, tra gag, ironia, scherzetti in perfetto stile «Amici miei» e recitazione d'autore è il manuale d'un mondo che Aurelio De Laurentiis rivolta a modo suo trasformando l'Inler-day in un cortometraggio da sorbirsi tutto d'un fiato.
Il mercato più ridondante del Terzo Millennio partenopeo - già arrivati, all'undicesimo giorno di trattative, Fernandez, Dzemaili, Donadel e Rosati; da presentare oggi il bolognese Britos - è un festival illuminato dai fuochi pirotecnici di una città in attesa della Champions League, ma il colpo grosso che accende la fantasia è Gokhan Inler, centrocampista svizzero dell'Udinese, l'uomo dei sogni inseguito per otto mesi e presentato solo al termine di una mattinata che De Laurentiis impregna di rara goliardia: «Mi spiace deludervi - dice alla folla di cronisti -, vi aspettavate un personaggio importante e invece è mutato il programma.
DE LAURENTIIS E INLER_1Perché io questo calciatore l'ho appena mandato via. Doveva firmare un foglio particolare, non ha voluto farlo. Qui si viene innanzitutto per amore del Napoli. Sono stato costretto a dare questa lezione, pur rischiando di essere impopolare».
La mimica facciale tradisce un'espressione severa, arrabbiata, ma la fiction d'un evento nel quale c'è di tutto - la nuova maglia, in azzurro Maradona; il secondo sponsor, la Msc Crociere - incluso un desiderio folle di non prendersi eccessivamente sul serio. È un istante in cui la diffidenza ed il gelo si mischiano, sino a quando un giovanotto vestito da calciatore, ma con una maschera da leone, entra in sala - sul palcoscenico allestito su una nave da crociera - e scioglie la tensione: «Sono venuto qua per vincere, tutto». È Inler, naturalmente. Sulla maglia ha il numero 88, quello che lo ha consacrato giocatore di livello internazionale in Friuli.
È un teatrino godibilissimo, con brani di comicità involontaria gestita con leggerezza da un De Laurentiis nell'insolito ruolo del giornalista: e quando ad una domanda che è un assist («Allora, resterai qui a lungo?»), lo svizzero risponde con il disco («Non si sa mai, nel calcio»), al presidente viene spontaneo riderci su: «Mo' l'ammazziamo subito... E lo rimandiamo a Udine».
napoli parma foto gmtÈ il primo giorno di una nuova, inedita avventura: è il varo della stagione che sa di Champions League (la prima, perché l'ultima volta del Napoli si chiamava ancora Coppa dei Campioni), è Inler che si prende il San Paolo, prima osservandolo da lontano poi evocandone il fluido magico attraverso il proprio sito, immediatamente aggiornato: «Rifiutare Napoli era impossibile, soprattutto dopo la gara con l'Udinese, quando i tifosi azzurri mi hanno fatto commuovere.
I cori, gli applausi, l'affetto sono stati decisivi: quella sera scelsi il colore della mia nuova vita. Ora sogno tutto: lo scudetto, la Champions, la Coppa Italia». E stavolta, inutile sottolinearlo, non siete su scherzi a parte: la sua maglia numero 88, la prima (senza nome, ma con firma del presidente e del calciatore) venduta in beneficenza. Ciak: tra un po' si gioca.