Ferruccio Sansa per "il Fatto quotidiano"
MARCO MILANESEMacché auto blu. Marco Milanese non ne aveva bisogno: meglio una Bentley da duecentomila euro. E ancor più una Ferrari Scaglietti fiammante da duecentocinquantamila euro. E l'Aston Martin? No, quella a Milanese non era piaciuta perché era usata.
Un giro di auto degno del sultano del Brunei anche se forse strideva un po' vederle guidare dal collaboratore più stretto del ministro Giulio Tremonti. Sì, l'uomo che con la sua manovra ha promesso lacrime e sangue a mezza Italia. Per non parlare di patrimoni immobiliari in Italia e all'estero, di yacht (del valore di 600 mila euro) da vendere in tutta fretta a pezzi grossi dell'Enav, di orologi da decine di migliaia di euro, di viaggi a New York per Capodanno, meglio se con Sabrina Ferilli vicina di stanza.
tremonti e milaneseMa il problema non è il lusso: secondo il gip napoletano Amelia Primavera, i regali sarebbero arrivati da Paolo Viscione, un uomo sottoposto a indagine per associazione a delinquere, in cambio della promessa d'aiuto del braccio destro di Tremonti. La richiesta di arresto dell'onorevole Milanese è una continua sorpresa: una descrizione lontana anni luce da quella tutta casa e conti che l'ex finanziere oggi braccio destro di Tremonti amava diffondere di sé.
IL "PROBLEMA CON LA PROCURA"
Il ritratto emerge soprattutto dai verbali di Paolo Viscione, amico dall'infanzia di Milanese. Un assicuratore finito nelle indagini della Procura di Napoli. E qui, siamo nel 2004, Viscione racconta di essere stato avvicinato a sorpresa da Milanese. Un interessamento, questa è l'accusa, che non sarebbe stato esattamente gratuito.
Racconta Viscione: "Siamo compaesani, ma è un ragazzo di cinquant'anni, io ho circa settant'anni... ha avuto un bel successo perché la fortuna l'ha accompagnato... ma io non avevo proprio interesse ad avere rapporti con lui e invece lui mi ha avvicinato perché... su Roma, io facevo, svolgevo già ... era il duemilaquattro, svolgevo attività imprenditoriali nel settore delle società finanziarie e mi venne a dire che ci stava un problema su Napoli che era seguito dalla Procura... va bene, comunque, nel duemilaquattro è capitato questo avvicinamento, chiaramente la cosa mi ha impressionato molto, perché (per Viscione, ndr) già si parlava di associazione a delinquere finalizzata a reati finanziari".
FLUSSI FINANZIARI IN CONTANTI
Insomma, secondo il racconto di Viscione, ritenuto attendibile dai magistrati, Milanese - già allora collaboratore di Tremonti - avvicina il suo vecchio amico e gli offre aiuto. Ed ecco che cosa, secondo Viscione, gli propone: "Qua ci penso io... insomma, c'è stata una richiesta di danaro a cui io ho dato soddisfazione ... poi a questa, chiaramente, ci sono state tutte... ma questo è un reato molto, ma molto importante ... che non posso chiaramente dimostrare perché... posso dimostrare soltanto attraverso i flussi finanziari dei contanti".
E qui, secondo quanto ricostruito dall'accusa, si aprono i rubinetti dei favori a Milanese. Ma il braccio destro di Tremonti non sarebbe stato un soggetto semplice da accontentare: "Poi abbiamo cominciato a parlare del leasing di un'automobile, perché voleva l'Aston Martin... gliel'abbiamo presa, ma lui si è arrabbiato perché era usata". L'auto era intestata a Milanese, veniva pagata con un leasing. E Viscione sostiene: "Il leasing lo pagavo io".
L'inchiesta della Procura di Napoli, stando sempre al racconto di Viscione, intanto si chiude con un nulla di fatto. I rapporti si interrompono. Ma nel 2009 ecco che di nuovo Milanese si sarebbe rifatto vivo: "Lui mi viene a dire... guarda che hai due indagini in corso... e non ti preoccupare, ci penso io... la richiesta è stata la stessa richiesta della volta precedente".
L'OROLOGIO PER TREMONTI
Secondo l'accusa comincia l'escalation delle richieste di Milanese: ecco che Viscione compra tre orologi per oltre cinquantamila euro di valore, un Frank Muller da donna con brillantini e due Patek Philippe. Viscione paga, poi passa Milanese a "scegliere gli orologi" e, come ricorda il gioielliere, dice: "Uno dei due orologi da uomo è per il ministro Tremonti".
VACANZE A NEW YORK
Orologi, quindi. Ma anche bella vita. Ed episodi al limite del grottesco. Ecco allora una vacanza per Capodanno a New York che Milanese compie con Emanuela Bravi. È la sua compagna, nonché, come scrivono i magistrati, l'addetta stampa di Tremonti poi promossa dirigente della Zecca dello Stato.
A Milanese non sarebbe bastato andare a New York, dice l'accusa, senza pagare il viaggio. Il punto era andare insieme con Sabrina Ferilli e Christian De Sica. Mentre loro erano nella Grande Mela per girare un film. Ecco il racconto di Viscione: c'è poi un altro capitolo, "quello dei viaggi, che è volgarissimo perché si è fatto disdire (Milanese, ndr) dieci volte il viaggio, perché doveva partire con la Ferilli, con, con De Sica ... che dovevano stare tutti allo stesso piano e si doveva trovare lo stesso albergo, insomma, ha fatto impazzire Sidoti (il titolare dell'agenzia di viaggi, ndr)".
IL DIPINTO ALLA FIDANZATA
Non basta ancora, secondo lo sfogo-testimonianza di Viscione: c'è la Bentley Gt nera che l'assicuratore avrebbe concesso, sempre secondo l'accusa, in uso gratuito a Milanese. Poi, quando il deputato si è stufato, ecco che la fuoriserie è stata permutata con una Ferrari Scaglietti nuova di zecca (260mila euro di valore).
Poi i magistrati parlano di versamenti in contanti. Di gioielli. Di un trittico di Milò (ma forse si intende Mirò) che Milanese avrebbe voluto donare alla fidanzata Emanuela.
Accuse che il gip ha ritenuto fondate al punto da richiedere l'arresto del parlamentare Pdl. Milanese sentito dai magistrati ha negato ogni addebito e ha dato una sua spiegazione dei fatti.
2v09 christian desica"CHE PEZZI DI MERDA"
Ma Viscione, stando agli atti, non ne poteva proprio più di questa storia. Fino a lanciare un singolare sos ai magistrati. Un messaggio in bottiglia inviato attraverso il cellulare supponendo di essere intercettato: "Io - urla Viscione al telefonino - voglio uscire da questa storia perché quando vengo ricattato dalla politica, da questo Milanese per questa questione qua, che si fotte soldi. Io non voglio più averci a che fare. Se stanno i telefoni sotto controllo, è buono che il magistrato che ascolta mi chiama e io gli racconto per filo e per segno. Che pezzi di merda sono questi qua, perché siccome non sono un infame, però non sono neanche un delinquente io. Sono una persona per bene, io non voglio più".