Carlo Tarallo per Dagospia
Tipini Fini nei guai: in aula per deporre come testimone nel processo in corso davanti alla prima Sezione penale del Tribunale di Roma Nicola Di Girolamo, senatore dimissionario del Pdl, fa risalire direttamente al Presidente della Camera la decisione di candidarlo: "La decisione fu presa da Gianfranco Fini.
La mia candidatura fu deliberata da Alleanza Nazionale": così De Girolamo, (come riporta l'adnkronos) rispondendo in Tribunale questa mattina all'avvocato Giosuè Naso, che difende nel processo Paolo Colosimo. L'inchiesta è quella sul maxiriciclaggio da due miliardi di euro con il coinvolgimento degli ex vertici di Fastweb e Telecom Italia Sparkle. Rispondendo ad alcune domande su chi fosse stato a decidere la sua candidatura nelle file del Pdl nel collegio Estero Europa, l'ex parlamentare ha detto che la scelta fu fatta da An con il placet dell'attuale presidente della Camera.
GIANFRANCO FINI DI GIROLAMOAlla domanda se all'epoca avesse incontrato fisicamente Fini o altri dirigenti del partito, Di Girolamo ha risposto: "Non vi era facolta' da parte di nessuno, in quel momento storico, di potere incontrare i vertici del partito. Il Pdl aveva delegato espressamente l'onorevole Marco Zacchera per quel che riguardava le candidature di An. I miei incontri si erano limitati, in sede e nell'ambito del partito, all'onorevole Zacchera".
Ha chiesto, dunque, l'avvocato Naso: "Fu quindi Zacchera a decidere la sua candidatura?". La risposta: "No, sempre Fini ha deciso. Mi fu riferito da Zacchera che era stato dato il placet per la mia candidatura da parte di Fini. Che abbia deciso Fini e' un fatto. Si puo' poi discutere sul fatto che questo sia stato deciso sulla base della relazione dell'onorevole Zacchera o di altre considerazioni".
DI GIROLAMODi Girolamo, che ha concordato con la procura la condanna a 5 anni di carcere oltre alla restituzione di quasi 5 milioni di euro, e' accusato, oltre che di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, anche di avere violato la normativa elettorale con l'aggravante mafiosa.
Marco ZaccheraSecondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e i pm Giovanni Bombardieri e Francesca Passaniti, la sua elezione nel collegio estero di Stoccarda sarebbe stata favorita da un broglio elettorale realizzato dalla famiglia Arena, della ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, che avrebbe acquistato numerose schede elettorali fra gli immigrati calabresi nella citta' tedesca, apponendo poi sulle schede il voto per Di Girolamo.