1- BIN LADEN VOLEVA CAMBIARE NOME AD AL QAEDA, MA GLI ERANO VENUTE DELLE PESSIME IDEE...
"Wired" USA - http://bit.ly/mnw14b
Secondo l'Associated Press, tra gli ultimi scritti di bin Laden, emerge un ossessione per il fatto che il "brand" al Qaeda aveva perso il suo appeal. Temeva di aver macchiato per sempre il marchio da lui creato, uccidendo troppi musulmani negli anni delle guerre in Iraq e Afghanistan. Per questo ha cominciato a cercare un nuovo nome.
Il problema è che era una schiappa come brand manager. Una delle sue proposte era "Il gruppo del monoteismo e della guerra santa". Ovvero il nome dato al movimento iracheno di al Zarqawi, che aveva fatto fuori talmente tanti islamici che l'egiziano al Zawahiri lo ha implorato di smettere. Non esattamente un modello di restyling.
Per questo, "Wired" USA ha lanciato un concorso per suggerire ad al Qaeda un nuovo nome. Ecco alcune delle proposte. Queste e molte altre sul sito.
FUMETTO CATTURA BIN LADEN"Musulmani alto-borghesi arrabbiati" - "Abbottabad golf e jihad club" - "Terroristi senza frontiere" - "Il Call Center di Microsoft" - "Angry Beards" (beards=barbe) - "iQaeda"
2- ESCE IL FUMETTO DELL'UCCISIONE DI BIN LADEN
Dal "Washington Post" - http://wapo.st/lNL6XP
"Nome in codice: Geronimo" è stato scritto dal Marine in pensione Dale Dye, autore e consulente di film di guerra come "Platoon" e "Salvate il soldato Ryan", e la moglie Julia, che si è occupata delle ricerche per il libro.
3- OSAMA PRIVATO: FRUGALE E POCO RISPETTATO DAI COLLABORATORI
Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"
Un Osama parsimonioso e frugale. Che spendeva davvero poco per vivere ad Abbottabad, Pakistan. Un grande latitante che, a corto di denaro, doveva forse arrangiarsi vendendo monili. Fonti pachistane e americane, citate dai giornali della catena «McClatchy», hanno fornito nuovi particolari su Bin Laden e, per certi aspetti, hanno anche rivisto il suo ruolo.
LE SPESE
Osama non si preoccupava direttamente della gestione della casa, ma erano i due presunti corrieri a farlo. Molto meticolosi e precisi. E non è una sorpresa. Documenti sequestrati in Afghanistan hanno mostrato che i qaedisti sono stati sempre molto pignoli nel tenere in ordine la loro «cassa». Ad Abbottabad, i commandos americani hanno trovato le bollette delle utenze.
Gli abitanti dell'edificio - quasi 30 persone, tra cui 18 minori - spendevano appena 18 dollari al mese per il gas. Cifra davvero irrisoria. Un vicino, con una famiglia ben più piccola, arriva a una media di 54 dollari mensili. Altra bolletta, quella della luce: il «clan» Bin Laden pagava circa 80 dollari. Molto attenti anche nella spesa per il cibo. I corrieri si limitavano ad acquistare lenticchie e riso in un negozio poco distante.
OSAMA BIN LADENAspetto curioso raccontato dal bottegaio: i due emissari di Bin Laden avevano conti rigorosamente separati. Così come erano separati i 4 allacciamenti della luce all'interno della palazzina.
I GIOIELLI
Le indagini successive all'uccisione di Osama hanno accertato che i collaboratori del terrorista trafficavano in gioielli. Li acquistavano e li rivendevano. Ma stiamo parlando di cifre contenute: tra i 1500 e i 2000 dollari per set di anelli, collane, orecchini. La polizia ha trovato le ricevute delle transazioni in alcuni negozi della regione.
L'ipotesi che alcuni fossero dei regali che Bin Laden doveva fare, ma non è escluso che i suoi complici cercassero la quadratura dei conti con qualche piccolo baratto. Gli americani, fino ad oggi, non hanno fornito troppi particolari su come Osama abbia finanziato la sua lunga latitanza. Dopo il blitz è stato svelato che negli abiti del terrorista sono stati trovati cuciti 500 euro. Una sorta di kit di emergenza per la fuga. Infatti, oltre al denaro, c'erano due numeri di telefono.
abbottabadIL RUOLO
Osama, si è detto, ha continuato a coordinare le operazioni di Al Qaeda. O meglio, questo è ciò che emerso dai documenti sequestrati ad Abbottabad. Ma questa valutazione è stata negli ultimi tempi rivista. Bin Laden scriveva, impartiva ordini attraverso un complesso sistema gestito dai corrieri, dettava strategie ma i qaedisti facevano poi di testa loro.
Secondo la nuova interpretazione - peraltro parziale - il fondatore faticava a farsi rispettare. Forse aveva problemi a mantenere i contatti con i diversi gruppi ed è anche possibile che i suoi desideri - ad esempio, attacchi su larga scala - si siano scontrati con la realtà sul campo. E i qaedisti, divisi e sparpagliati, hanno lanciato azioni minori.