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DRAGO DRAGHI METTE IL BANANA NEL SACCO(MANNI) - DOPO AVER BEN CONVINTO NAPOLITANO, SUPERMARIO INCONTRA SILVIO E FA CAPIRE CHE IL DIRETTORE GENERALE DI BANKITALIA È PERFETTO COME SUO SUCCESSORE - TREMONTI NON MOLLA LA PRESA SU GRILLI - UN DUELLO DESTINATO A PROTRARSI FINO A NOVEMBRE: TANTO L’ECONOMIA VA COSì BENE…

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Tonia Mastrobuoni per "La Stampa"

Draghi tra Saccomanni e Grilli

Un incontro importante, quello che si è svolto ieri mattina a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Perché è servito a ufficializzare quello che sanno ormai anche i sassi e che tutti i giornali scrivono da settimane. Il candidato in pectore alla presidenza della Banca centrale europea ha indicato ufficialmente un nome, per la sua successione in via Nazionale. È quello del direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni.

Al'inizio Berlusconi, secondo fonti ben informate, si è congratulato di nuovo con Draghi, come aveva già fatto dopo il Consiglio europeo del 24 giugno che lo ha incoronato al vertice dell'Eurotower. Poi i due hanno discusso degli sviluppi della crisi internazionale e dei rischi connessi ai paesi più deboli. Infine il Governatore ha ribadito al presidente del Consiglio quello che aveva già detto a chiare lettere nelle ultime Considerazioni finali, il 31 maggio scorso.

FABRIZIO SACCOMANNI

Lì, nella tradizionale «messa cantata» che accompagna l'assemblea annuale di Palazzo Koch, Draghi aveva sottolineato l'importanza di preservare il merito e l'indipendenza dell'istituzione. Via Nazionale è stata non soltanto una fucina di risorse per le istituzioni e di leggendari grand commis.

Ma ha garantito anche una vigilanza stretta del sistema bancario italiano che continua ad essere ad oggi tra i più riparati dallo tsunami finanziario degli ultimi tre anni. Il candidato ideale, che garantirebbe la continuità e la solidità nella gestione del'istituto, anche agli occhi della comunità internazionale, è Fabrizio Saccomanni, ha chiosato Draghi.

Napolitano e Berlusconi

Berlusconi, dal canto suo, ha recepito la scelta del governatore senza sbilanciarsi. Il principio della Banca d'Italia è anche che per una scelta del genere c'è tempo. Draghi dovrà dimettersi soltanto il primo novembre; in teoria non c'è fretta per scegliere un successore.

TREMONTI

Un passaggio importante della procedura di nomina sarà il Quirinale. Il nome che Berlusconi presenterà al presidente della Repubblica per il decreto di nomina sarà fatto una volta sentito il Consiglio superiore della Banca d'Italia e il Consiglio dei ministri e da mesi dal Colle più alto fanno trapelare il messaggio che non sarà un momento formale. Napolitano farà una scelta ponderata e improntata all'importanza di preservare l'autonomia di via Nazionale.

Da sinistra Carlo Baldocci Giulio Tremonti e Vittorio Grilli

Chi ha invece tutto l'interesse a blindare il proprio candidato già in questi giorni che si mercanteggia sulla manovra economica è Giulio Tremonti. Fonti danno la sua scelta, che ricade notoriamente sul direttore generale del ministero dell'Economia, Vittorio Grilli, per stranegoziata con il premier. Ma se così fosse, la lettera di Palazzo Chigi fatta arrivare martedì scorso al Consiglio superiore della Banca d'Italia avrebbe dovuto già contenere la comunicazione di un candidato ufficiale.

Perché è su di esso l'organismo di via Nazionale dovrà poi esprimere un parere, in seduta straordinaria. Insomma, il duello tra il candidato di Draghi e quello di Tremonti è diventato anche una gara sui tempi. E il Consiglio dei ministri di oggi è un'altra tappa di questa «singolar tenzone».

 


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