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IL RITORNO DI MADOFF (QUELLO VERO) - A DUE ANNI ESATTI DALLA SENTENZA SHOCK IL TRUFFATORE DEL SECOLO COMMENTA AL TELEFONO DALLA SUA CELLA LA CONDANNA A 150 ANNI: “UNA PENA DI MORTE VIRTUALE, IO TRATTATO COME UN SERIAL KILLER” - POI ATTACCA LA CORTE: “SONO STUPITO CHE NON ABBIANO CHIESTO LA MIA LAPIDAZIONE” - I RETROSCENA DEL GIUDICE DENNY CHIN: “TRA I 50 ANNI PROPOSTI DAL PROBATION OFFICE E I 150 CHIESTI DAL GOVERNO, SERVIVA UN MESSAGGIO FORTE”…

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Dagoreport da "The New York Times"
http://nyti.ms/mrcjZi

BERNIE MADOFF E' IL DIAVOLO

A una sola settimana dalla sentenza, l'avvocato di Bernard Madoff inviò una lettera al giudice Denny Chin chiedendogli una condanna nettamente inferiore al massimo previsto di 150 anni. Il legale, Ira Lee Sorkin, propose 12 anni, motivando la richiesta con il fatto che l'aspettativa di vita di Madoff, allora 71enne, era di 13 anni. Il senso era: vogliamo lasciare a quest'uomo, per quanto sia egli un truffatore senza pari, la possibilità di rivedere la luce del giorno?

Tra gli elementi a sostegno della sua richiesta, Sorkin citava il fatto che Madoff avesse ammesso la sua piena responsabilità nella frode da 60 miliardi di dollari messa in piedi con il suo schema Ponzi. E poi che si fosse sforzato per recuperare gli asset persi. In alternativa ai 12 anni, l'avvocato proponeva anche un'altra opzione: da 15 a 20 anni di carcere.

Il giudice disse di comprendere gli argomenti apportati da Sorkin e di considerare giusto sottolineare il diritto di Madoff a rivedere la luce del giorno. Alla fine, però, come sappiamo, la sentenza fu proprio di 150 anni. Una condanna che fece molto discutere, probabilmente la più scioccante nella storia dei processi americani ai colletti bianchi. Ma se il giudice Denny Chin decise così, fu perché considerò altri aspetti della vicenda, più importanti della vecchiaia di Madoff.

Nella condanna shock di Denny Chin è confluita la rabbia di un intero paese. Come se quel numero fosse la più consona traduzione numerica dell'indignazione statunitense e non solo. Ora, a due anni esatti di distanza, Chin spiega le motivazioni della sua decisione e le difficoltà incontrate per prenderla, nel tentativo di trovare il miglior equilibrio possibile. Racconta della volontà di emettere una sentenza che fosse anche un messaggio.

DOLLARO MADOFF

Il giudice ha rilasciato una serie di interviste il cui contenuto integrale verrà riportato in un altro articolo di prossima uscita. Anche Madoff ha risposto ad alcune domande, parlando al telefono dalla prigione federale di Butner e commentando la sentenza: "Spiegami chi altro ha ricevuto una tale condanna. Voglio dire, i serial killer vengono condannati a morte, ma alla fine anche io lo sono stato, seppur virtualmente", si lamenta. E ancora, a proposito del giudice: "Sono stupito che non abbia chiesto la mia lapidazione sulla pubblica piazza".

Denny Chin scartò abbastanza rapidamente l'opzione 12 anni. Chiese il parere di due suoi tirocinanti che proposero 75 anni, senza tuttavia saper spiegare il perché. Risposero salomonicamente, insomma. Chin racconta che il suo ragionamento fu il seguente: 20-25 anni sarebbe stato come condannare Madoff a morte e ogni anno in più sarebbe stato puramente simbolico.

Poi, riflettendo sulla portata senza precedenti della frode, sui suoi effetti decennali e sulle migliaia di vittime, il giudice arrivò alla conclusione che il simbolismo, in quel caso, aveva una grossa importanza ("it carried more weight"). Pensò quindi che una soluzione salomonica non era il giusto messaggio da dare e cominciò a ragionare su come tradurre tutto questo in un numero di anni di carcere.

GIUDICE DANNY CHIN

Il Probation Department ne suggeriva 50. Il governo americano ne chiedeva 150. Fu una guerra trovare la "giusta sentenza", spiega Chin. Anche perché nessuno dei reati di cui è stato giudicato colpevole Madoff (tra cui frode, riciclaggio e falsa testimonianza) prevedono il carcere a vita. Tutti insieme, sommati, arrivano a 150 anni. Chin decise che quello era il messaggio "decisivo" da dare. La condotta di Madoff era stata così negativamente "straordinaria", dice, "che dovevo fare ogni cosa fosse nelle mie possibilità per punirlo". Un solo anno in meno sarebbe stato visto come un atto di pietà nei suoi confronti. "Non è questo il messaggio che volevo arrivasse", spiega Chin.

Un contributo alla decisione del giudice arrivò anche dalle 450 email inviategli dalle vittime di Madoff. Un insieme di testimonianze che nel complesso rendevano un quadro completo della frode: i truffati non erano solo persone benestanti, ma anche gente appartenente alla middle-class, anziani, pensionati. E poi la perdita di fiducia nella finanza, persino nell'uomo in generale. Il fatto che fosse stato colpito anche il governo.

MADOFF AL PROCESSO

C'è spazio anche per gli aneddoti, come quello che racconta di un uomo morto d'infarto appena due settimane dopo aver affidato a Madoff i risparmi di una vita. Madoff incontrò la vedova, la abbracciò e le disse di non preoccuparsi, che i suoi soldi erano al sicuro. Non solo un messaggio forte, quindi. Per Chin era indispensabile anche emettere una sentenza che permettesse alle vittime di riprendersi.

La storia della vedova rassicurata da Madoff sarebbe stata poi raccontata anche in aula, il giorno della sentenza. Madoff si disse "terribilmente colpevole" e chiese ancora una volta scusa alle vittime presenti, girandosi verso di loro. Ma il giudice Chin, come rivela adesso, pensò che "non fosse genuinamente tormentato dal rimorso". Due parole, scelte all'ultimo momento, accompagnarono la storica condanna a 150 anni. Due parole per descrivere la condotta di Madoff: "Extraordinary evil", straordinariamente malvagia.

 


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