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P4 ALLE FIAMME GIALLE - “SICURO DI POTER DIMOSTRARE LA SUA INNOCENZA”, IL GENERALE ADINOLFI ATTACCA: NON CONOSCE BISIGNANI E MESSO A CONFRONTO/SCONTRO CON MILANESE DICHIARA DI POTER PROVARE CHE L’UNICA CENA A CASA DI PIPPO MARRA È AVVENUTA NOVE MESI PRIMA - LA PROCURA DI NAPOLI È CERTA: LE TALPE TRA I VERTICI GDF (ALMENO DUE NOMI TRA GLI OMISSIS DEI VERBALI DI BISI) - SOTTO, LA guerra di posizionamento all’interno delle Fiamme gialle in vista di nuove nomine…

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Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

michele adinolfi

Le consultazioni vanno avanti per tutta la giornata, ma sembra escluso che il capo di stato maggiore della Guardia di finanza Michele Adinolfi possa fare un passo indietro. Almeno per il momento. Perché durante le riunioni con il comandante generale Nino Di Paolo, lo stesso Adinolfi avrebbe ribadito di poter dimostrare la propria innocenza. E smentire l'accusa di aver «soffiato» a Luigi Bisignani la notizia dell'apertura di un'inchiesta sul suo conto.

È questa la contestazione dei pubblici ministeri Henry John Woodcock e Francesco Curcio, sostenuta dalle dichiarazioni di Marco Milanese, il parlamentare del Pdl che assicura di essere stato presente quando il generale parlava dell'indagine in corso.

Ed è proprio questo inedito ruolo di «testimone d'accusa» del consigliere politico del ministro Giulio Tremonti - che due giorni fa si è dimesso dall'incarico affermando di non voler trascinare il suo ufficio nella vicenda - ad alimentare lo scontro interno all'istituzione militare. Anche perché prima di intraprendere la carriera politica Milanese era un alto ufficiale delle Fiamme gialle. Ma poi sono stati proprio i suoi ex colleghi a farlo finire in una doppia indagine avviata a Napoli e a Roma per corruzione e illecito finanziamento ai partiti. Sospettato di aver favorito nomine e appalti in cambio di tangenti.

adinolfi-milanese

E questo ha provocato una tensione che in queste ore sta raggiungendo livelli altissimi. Tanto che qualcuno in via XX Settembre sostiene che Milanese «butta fango per tentare di accreditarsi con i magistrati e così alleggerire la propria posizione processuale». Un sospetto che l'interessato respinge facendo parlare il suo avvocato Bruno Larosa: «È stato convocato e ha risposto alle domande dei pubblici ministeri dicendo la verità, tanto che contro di lui non è stata ipotizzata alcuna contestazione. Sono i fatti a parlare» .

LA CENA A CINQUE DA MARRA
I fatti dunque, così come sono stati ricostruiti finora. Sono le intercettazioni a dimostrare che Bisignani e il parlamentare del Pdl Alfonso Papa, indagati per appartenenza alla cosiddetta «P4», hanno saputo di avere i telefoni intercettati. Bisignani lo dice chiaramente al ministro Stefania Prestigiacomo durante un colloquio del 2 dicembre scorso: «Dobbiamo stare attenti ai telefoni... dicono che Woodcock ci sta controllando i telefoni».

I pm Woodcock e Francesco Curcio

Secondo gli accertamenti disposti dai pubblici ministeri sarebbe stato il comandante interregionale Vito Bardi ad informare Adinolfi, che a sua volta lo avrebbe detto al suo amico Pippo Marra, direttore dell'agenzia di stampa Adnkronos, invitandolo ad avvisare Bisignani.

I tre vengono iscritti nel registro degli indagati per violazione del segreto istruttorio e favoreggiamento. Ma negano categoricamente di aver «soffiato» l'informazione. Ed è a questo punto che entra in scena Milanese, sostenendo di essere stato presente alla cena durante la quale sarebbe avvenuta questa conversazione.

«Era una sera tra settembre e ottobre 2010 a casa di Pippo Marra - dichiara a verbale - ed eravamo in cinque. Oltre a Marra, c'eravamo io e la mia compagna Manuela Bravi (portavoce di Tremonti che avrebbe confermato la circostanza ndr), Adinolfi e sua moglie».

tremonti e milanese

IL GIALLO DELLA DATA E IL RICOVERO
Quanto basta ai pubblici ministeri per decidere di mettere a confronto i due. E il faccia a faccia, avvenuto mercoledì scorso in una caserma della Dia a Roma, ha avuto momenti di grande tensione.

alfonso-papa-

Perché Adinolfi ha cominciato a gridare: «Devi ritrattare, posso dimostrare che menti». E poi è entrato nello specifico: «Tu parli di una cena con cinque persone e io aggiungo che la moglie di Marra non c'era perché uno dei figli non stava bene. Quella è stata l'unica volta durante la quale io e te siamo stati a casa di Marra. E dunque stai dicendo il falso perché io posso assicurare che il ricovero del ragazzo è avvenuto nel dicembre 2009 e quindi ben nove mesi prima».

bisignani_prestigiacomo

Milanese insiste, dice che certamente si trattava del periodo settembre ottobre. «Ne sono certo», assicura. Ed è a questo punto che Adinolfi preannuncia il deposito delle cartelle cliniche. «Entro qualche giorno avremo tutti i documenti necessari», conferma il suo avvocato Enzo Musco. Ma c'è un'altra circostanza che il legale tiene a precisare»: «Adinolfi non conosce Bisignani, come ha dovuto confermare durante il confronto anche Milanese».

PIPPO MARRA

GLI ALTRI TESTIMONI E LE RIVELAZIONI
Dunque, chi mente? I pubblici ministeri sembra abbiano dato ragione a Milanese, visto che hanno deciso di iscrivere nel registro degli indagati tutti gli altri. Anche perché avrebbero altri elementi sufficienti a dimostrare che proprio ai vertici della Finanza si annidano le «talpe», come del resto ha confermato anche ieri il procuratore di Napoli Giandomenico Lepore. Almeno altri due nomi sono stati coperti da «omissis» nei verbali di Luigi Bisignani.

TREMONTI

E gli accertamenti proseguono. Milanese è stato interrogato per due volte dai pubblici ministeri e avrebbe parlato di episodi diversi che coinvolgono i suoi ex colleghi, non soltanto relativamente alle fughe di notizie. E proprio questo sta avvelenando ulteriormente il clima, alimentando i sospetti e le indiscrezioni su una guerra di posizionamento all'interno delle Fiamme gialle in vista di nuove nomine.

 


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