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SINISTRATI AD ALTA VELOCITà - AL SOLITO, LE PROTESTE DI PIAZZA E LE BOTTE CON LA POLIZIA DIVIDONO IL MULTIPLEX DELL’OPPOSIZIONE E IL POVERO CULATELLO BERSANI PRENDE MAZZATE DA DESTRA (CASINI) E DA SINISTRA (VENDOLA) E CERCA DI CAVARSELA CON UN CLASSICO DEL “MA-ANCHISMO” VELTRONIANO: “MINIMIZZARE L’IMPATTO AMBIENTALE, MA NO AL BLOCCO DEI CANTIERI” (CHE VOR DI’?) - E ALLA FESTA DEL PD DI BERGAMO GLI ANARCHICI CONTESTANO IL MAGO DALEMIX chiedendogli di prendere posizione sugli scontri in Val di Susa…

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Carlo Bertini per "la Stampa"

congresso italia dei valori bersani e vendola jpeg

«Bersani invece di preoccuparsi delle primarie dovrebbe preoccuparsi della Tav, visto che ancora a sinistra esistono posizioni che rievocano il ‘68. Un segnale inquietante che dovrebbe far riflettere il leader del Pd: altro che prediche al terzo Polo, sarà bene che guardi in casa propria e nella sua coalizione». Alle nove di sera Casini se la prende con il leader del Pd dopo aver polemizzato con Vendola sulle violenze delle frange più violente dei «no Tav». È solo una coda, ma piuttosto significativa, delle divisioni che attraversano le opposizioni e, come in passato, tutta la sinistra.

susa big

Era il giugno del 2006, al governo c'era Romano Prodi che ammoniva «senza la Tav siamo fuori dall'Europa», il dicastero dell'Ambiente era guidato dal verde Pecoraro Scanio e quello delle Infrastrutture da Di Pietro. E di fronte alle proteste dei «no-Tav» che dal dicembre 2005 erano sulle barricate, la maggioranza che sosteneva il nuovo governo, che si definiva impropriamente «L'Unione», si sciolse.

susa big

E come sempre, ogni qualvolta il popolo dei «no-Tav» scende in campo, a sinistra la storia si ripete. Con lo stesso copione, in alcuni casi con gli stessi protagonisti come Di Pietro e il comunista Ferrero (allora ministro), con Bersani nella veste di «nuovo Prodi» e con Vendola nei panni di leader della sinistra radicale.

E a chiudere il cerchio c'è sempre qualche esponente della destra, questa volta il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, che infila il coltello nella piaga, facendo notare che «c'è un'Italia del "no" che non si rassegna e continua a lavorare contro il bene del paese» e che «non si comprende chi, invece di stigmatizzare questa violenza, le fornisce copertura politica».

PIER FERDINANDO CASINI

Ma oggi a complicare le cose è il tentativo del Pd di far stare sotto uno stesso ombrello centristi e sinistra radicale che invece se le danno di santa ragione, con uno scontro tra Casini e Vendola e con Bersani nel ruolo di spettatore impotente. Il quale prova a cavarsela con la formula «minimizzare l'impatto ambientale, ma no al blocco dei cantieri». Mettendo l'accento sul fatto che di fronte a «un blitz che provoca amarezza, anche nel movimento no-Tav ci sono frange violente e negarlo significa assolverli».

Antonio Di Pietro

Insomma, «non si può consentire che il processo di decisione venga bloccato da una frangia limitata di persone, ma le forze dell'ordine devono ridurre al massimo la portata degli incidenti». Più sbilanciato Antonio Di Pietro: «Le infrastrutture e l'intermodalità sono fondamentali per l'Italia, ma è altrettanto fondamentale che non si costruiscano col manganello. E preferiamo mille volte andare col mulo piuttosto che con il manganello sulle teste dei cittadini».

MASSIMO DALEMA

A sostenere i no-Tav sono i timonieri delle varie formazioni della sinistra. Per Nichi Vendola è «inaccettabile l'idea che al dissenso legittimo delle popolazioni si debba rispondere con la violenza e la repressione». «Bisogna andare avanti con la Tav, noi siamo con le forze dell'ordine e abbiamo idee diverse e inconciliabili con quelle di Vendola», chiarisce Casini.

In serata una quindicina di anarchici ha contestato D'Alema alla festa democratica di Seriate (Bergamo), chiedendogli di prendere posizione sugli scontri in Val di Susa. Il suo commento, dopo l'allontanamento dei giovani: «Quando ci sono dei cittadini che scendono in piazza e vengono colpiti dalla polizia, è sempre un fatto molto doloroso».

 


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