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NO-TAV: CRONACA DI UNA GUERRA PERSA (O MAI COMINCIATA?) - LA “LIBERA REPUBBLICA DI MADDALENA”, CHE DOVEVA PROTEGGERE LA VAL SUSA DALLE RUSPE, SCONFITTA IN DUE ORE - I FERITI SI CONTANO SOLO TRA POLIZIOTTI E CARABINIERI, GLI ANTAGONISTI NON HANNO AVUTO IL MARTIROLOGIO CHE INVOCAVANO, I “MATTI” INCAPPUCCIATI DEI CENTRI SOCIALI SE NE SONO ANDATI - IL CANTIERE PROSEGUE, E LA PROTESTA TORNA PACIFICA: STASERA FIACCOLATE, SABATO MANIFESTAZIONE NAZIONALE…

Next: 1- IL QUARTIER GENERALE BANCARIO INFORMA A MEZZO CORRIERE DELLA SETA: \"PASSERA: PRADA? IN BORSA PER CRESCERE\". NEL TESTO SI APPRENDE E SI RAPPRENDE: “NON VUOLE ESSERE POLEMICO...NON FA NOMI...MA IL RIFERIMENTO È A ARMANI....MA PER PASSERA NON C’È DUBBIO CHE IL COLLOCAMENTO DA OLTRE 9 MILIARDI ’È UNA BELLA, BELLISSIMA STORIA’...\". A COSA SI RIFERISCA DAVVERO L’ALLAMPANATO BANCHIERE COMASCO, LO SI CAPISCE SOLO ALLA FINE: \"BANCA INTESA, CON LA QUOTAZIONE HA ALLEGGERITO LA PARTECIPAZIONE DAL 5 ALL’1 %, CON 255 MILIONI PLUSVALENZA\". IN EFFETTI UNA BELLA, BELLISSIMA STORIA. UNA DOMANDA COSÌ, TRA LE TANTE: MA SE UNO HA IL 5% DI UNA SOCIETÀ, È GIUSTO CHE NE CURI LA QUOTAZIONE IN BORSA? 2- UN PAESE ALLO SBANDO/1: \"SPUNTA L’IPOTESI DI PRIVATIZZARE LA CROCE ROSSA\" 3- UN PAESE ALLO SBANDO/2: “LOTTERIE NEI SUPERMERCATI” È PROPRIO DA STATO ETICO
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1- CALMA A CHIOMONTE, PROSEGUONO LAVORI CANTIERI - ANNUNCIATE NUOVE INIZIATIVE DI PROTESTA ATTIVISTI NO-TAV
(ANSA)
- Situazione di calma stamani alla Maddalena di Chiomonte (Torino), dove le forze dell'ordine hanno sgomberato ieri il presidio degli attivisti No-Tav che si oppongono alla realizzazione della ferrovia Tav Torino-Lione. L'area della Maddalena è controllata dalle forze dell'ordine, mentre uomini e mezzi delle ditte incaricate proseguono nelle operazioni di apertura del cantiere.

CANTIERE TAV CHIOMONTE

Al momento gli operai sono impegnati in due aree distinte: una nei pressi dell'autostrada A32 Torino-Bardonecchia, dove sono in corso le operazioni per l'apertura di una pista, e l'altra nella zona della Maddalena. Iniziative di protesta contro la Tav sono annunciate per oggi e per i prossimi giorni. Sono state decise al termine di un'assemblea svoltasi ieri sera tardi al Centro Polivalente di Bussoleno (Torino).

Per oggi - si apprende da fonti dell'Unione Sindacale di Base del Piemonte - sono previsti presidi sulle strade statali 24 e 25 della Val di Susa, nei pressi di Bussoleno, e, in serata, una fiaccolata a Susa. Una manifestazione nazionale, inoltre, è prevista per sabato prossimo con partenza da Susa e arrivo a Chiomonte.


2- LACRIMOGENI CONTRO VERNICE LA DISFATTA IN DUE ORE DEI RIBELLI - DI NOTTE ARRIVANO I «MATTI» CON LE MAZZE. DISPERSI AL PRIMO ASSALTO...
Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

susa big

L'uomo che fugge aggrappandosi alle reti antifrane indossa una maglietta nera con l'immagine di Kabir Bedi quando era Sandokan. «Hanno sfondato, hanno preso il campo». Lo guarda dall'alto, come fosse una Mompracem perduta. Poi ricomincia l'arrampicata, perché la nuvola di gas lacrimogeni sta salendo sul costone di roccia che incombe sul presidio.

La libera repubblica della Maddalena finisce alle 9.30 del mattino tra i rovi e i massi della montagna Ramat, unica possibile via di fuga dai blindati di polizia e carabinieri che circondano la piazzola dell'eco-museo di Chiomonte, che per 36 giorni ha definito i confini di questa autoproclamata utopia.

Non è un esercito in rotta, quello che si ritira sui dirupi di questo spuntone inospitale. Si tratta piuttosto di un gruppo eterogeneo proveniente dal Nord più antagonista che la scorsa notte, dopo una fiaccolata che ha raccolto 5.000 abitanti della Valsusa, ha preso possesso del campo.

susa big

Con l'avvicinarsi dell'alba, annunciata dal rumore di elicotteri e blindati, i «civili» , vecchi e bambini, sono tornati a casa. Marisa Meyer, la cuoca ufficiale del presidio, si è invece chiusa nella sua tenda, a preparare pentole di caffè. «Con azioni aggressive- dice- rimarremmo isolati, mandando in malora 22 anni di lotta non violenta. Non la voglio, questa guerra» .

Alla fine non l'ha avuta, nonostante premesse tutt'altro che incoraggianti. Quel che si vede, per fortuna, è solo una rappresentazione del conflitto. Alle 4.30 via dell'Avanà, l'unica strada che porta dritta al presidio, sembra un presagio. L'ingresso viene sbarrato da quattro pesanti lastre d'acciaio, dietro alle quali vengono posizionati estintori e molotov pronte all'uso. Ogni quindici metri c'è un posto di blocco dall'aspetto minaccioso. Il secondo è formato da alcuni pali di legno puntati verso eventuali aggressori, sembra un carro medievale, che al suo interno nasconde anche spranghe di ferro pronte all'uso.

A sovrintendere alle operazioni ci sono decine di incappucciati, gente che nessuno ha mai visto prima d'ora. Sono i «matti» , così li chiamano al campo base, convocati dai centri sociali torinesi come truppe di supporto, gente dell'area anarchica alla quale le sorti della Valsusa non interessano troppo. Radio Maddalena libera che scandisce questa ultima notte con musica e comunicazioni di servizio diffuse dall'altoparlante, è costretta a un appello. «Mandate gente del posto giù all'Avanà, che quelli stanno facendo come gli pare».

susa big

Le ore passano lentamente, il piazzale è illuminato a giorno. Parte una sirena, tutti si guardano intorno preoccupati. Falso allarme, è solo l'antifurto dell'eco museo. La consapevolezza di quel che sta per accadere è tutta in un dettaglio. Non ci sono più viveri, neppure l'acqua. Come se tutto fosse già pronto per un ritorno a casa. Alle 6, sul ciglio di un tornante, appaiono i primi blindati. Manca poco. Il presidio è popolato da sconosciuti in nero che brandiscono mazze da baseball, c'è un'anarchia diffusa, nessuno che comanda. Con fragore, una pala scavatrice spunta dal tunnel della Torino-Bardonecchia.

Il dente comincia a rimuovere i tronchi d'albero e la ferraglia che intasano il sentiero diretto all'area del cantiere. Volano secchiate di vernice, qualche sasso. Alcuni militanti si calano sul tetto della galleria per prendere meglio la mira. La macchina prosegue il suo lavoro, mentre sul prato si diffonde l'odore acre dei lacrimogeni. Giù all'Avanà è cominciato lo scontro. La folla urla, ma il campo è più vuoto di quel che si pensava. Sono rimasti solo gli irriducibili. Le forze dell'ordine risalgono la strada. Partono i primi razzi verso il parcheggio, l'aria diventa irrespirabile.

PROTESTE NO TAV MADDALENA

La montagna diventa l'unico rifugio di una fuga affannosa e intossicata dal gas. «Abbiamo perso e ci siamo persi, siamo nei boschi» urla al telefonino un ragazzo milanese. I pochi indigeni rimasti fanno da sherpa sui sentieri scoscesi che portano alle frazioni vicine. I «matti» non hanno avuto l'occasione per sfogarsi, tornano ai loro indirizzi con facce che sono un impasto di rabbia e delusione. Il piazzale si riempie di blindati e divise. Un agente brandisce un paio di forbici e cerca di staccare dalle reti lo striscione bianco dei No Tav.

PROTESTE NO TAV MADDALENA

Il superiore lo redarguisce. «Non dovete toccare niente» intima. Alberto Perino, leader di una protesta che non controlla, contratta la resa. Gli oggetti delle persone che hanno vissuto accampate qui sopra vanno messi in un unico posto. La tenda verde della cuoca Meyer diventa un magazzino.

PROTESTE NO TAV MADDALENA

La libera repubblica della Maddalena ammaina bandiera. I feriti si contano solo tra poliziotti e carabinieri, gli antagonisti non hanno avuto il martirologio che invocavano. «Abbiamo perso una battaglia, non la guerra» dice Perino. A sera tardi nella piazza di Bussoleno si contano almeno 1.500 persone che partecipano all'assemblea. Sull'alta velocità, e sul movimento che la contesta ci sarà ancora molto da dire. Magari lasciando da parte le metafore guerresche.

 


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