Da "il Foglio"
tremonti e milaneseA noi le rivelazioni che non rivelano, ma aumentano la quantità di spazzatura e pettegolezzo già notevole, fanno un po' senso. Ma quando si dà notizia delle dimissioni del consigliere politico del ministro dell'Economia, e del coinvolgimento presunto in un'inchiesta, come indagati e come testi, suo e del portavoce del ministro, salta all'occhio il trattamento preferenziale di Repubblica e del Corriere. Ci sono i sommersi, nella fogna della produzione di intercettazioni a mezzo di intercettazioni, e ci sono i salvati.
GIULIANO FERRARALe ragioni di una preferenza per Tremonti, che alligna legittimamente in ambienti editoriali e finanziari legati magari al giudizio dei mercati sulle politiche pubbliche di bilancio, possono anche essere ineccepibili, ma dovrebbero essere argomentate come fa Luigi Zingales sull'Espresso, quando apertamente loda il Tremonti rigorista e lo propone come alternativa al Berlusconi populista, insignorendolo del titolo di "uomo di fiducia" del mondo finanziario internazionale sulla scorta dei benevoli giudizi dell'Economist.
EZIO MAUROMa che Tesoro sono invece quelle veline di stampa che coprono, troncano, sopiscono uno scandalo, peraltro non privo di aspetti farlocchi e pettegoli, quando sfiora le stanze del ministero dell'Economia e il suo staff. Un endorsement di Repubblica per Vittorio Grilli, capace e autonomo candidato per Bankitalia, ma considerato il pegno di una vittoria strategica di Tremonti sul premier e sugli altri appetiti, e va bene.
DE BORTOLIPoi un alto tasso di risparmio scandalistico, sorprendente, quando la faccenda delle indagini napoletane, fatte quasi apposta per eccitare gli spiriti bestiali della stampa scandalistica, si insinua nel mondo del ministro. Non è troppo scoperta, questa ragnatela di palazzo. Cos'è, la P5?