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EPIDEMIA! EPIDEMIA! – ASSEDIATO IL BUNKER DI GIGGINO ‘A MANETTA, sindaco della Repubblica autonoma di Why Not City - MUNNEZZA SOTTO SCORTA E SITI IN CITTà - il banana pensa alla p4 e gode - STANDARD SEMPRE PIU’ POORS: RATING DEL COMUNE SOSPESO, NESSUN PRECEDENTE NELLA STORIA ITALIANA – L’AGENZIA usa HA “PREVISIONI NEGATIVE” - de magistris PUBBLICIZZA L’ACQUA? ERA GIA’ PUBBLICA! MA CHI SE LA BEVE?...

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Carlo Tarallo per Dagospia

Giggino ‘a Manetta va in battaglia, o la va o la spacca. La munnezza non è sparita in cinque giorni, primo flop certificato del finora miracolosissimo sindaco arancione, e lui rilancia: camion per la raccolta dei rifiuti scortati dalle forze dell'ordine, tre siti di "trasferenza" in città, la Repubblica autonoma di Why Not City prova a farcela da sola, e non sarà per niente facile.

de magistris con la bandana

Giggino convoca la stampa alle 18, il tono è quello delle decisioni irrevocabili. "Berlusconi di Napoli se ne frega!!!" smanetta De Magistris, mentre nello stesso istante il Banana si becca pure il cazziatone di Giorgio Napolitano, che chiede al Governo di intervenire prima di tutto sbloccando lo stop dei legaioli al decreto anti Tar del Lazio, che ha finito di inguaiare i napoletani con lo stop ai viaggi fuori regione della munnezza.

napoli mare monnezza

Ma Giggino teme l'allarme epidemie, e forse (why not?) le conseguenze giudiziarie che potrebbe comportare (è successo pochi mesi fa) un mancato intervento: così sbandiera l'ordinanza e insieme a Tommaso Sodano, vicesindaco antitutto, annuncia tre siti in città "Non diremo quali sono per motivi di sicurezza!" tuona Giggino, e pochi minuti dopo tutte le agenzie rivelano il segreto di Stato: Ponticelli, via Gianturco e San Pietro a Patierno da oggi sono ufficialmente i quartieri a rischio-protesta, c'è chi ha segnala truppe di mamme vulcaniche in arrivo da Terzigno.

I napoberluscones, e soprattutto Valium Caldoro e Giggino ‘a Purpetta, governatore e presidente della Provincia di Napoli, collaborano a tutta forza, e ci mancherebbe altro: sarà dura smaltire la mazzata elettorale targata Lettieri. E i sinistrati? Il Pd finge di essere rattristato dalle difficoltà di Giggino. I vendoliani si defilano. Tonino Di Pietro cinguetta col Banana, addirittura il parlamentare Idv per mancanza di prove Barbato, uno che vede Silvio come fosse il demonio, ha mandato a Palazzo Chigi una bella guantiera di sfogliatelle napoletane con la richiesta di un incontro con i deputati napoletani dell'Italia dei Livori, per vedere come intervenire.

Parcheggiatore napoletano con mascherina anti monnezza

I rifondaroli poi, con il loro Tommaso Soda-NO! vice De Magistris, non possono proprio fiatare. Se la gode l'inpasquinato Raimondo Pasquino, terzopolista rivelazione dell'anno, demitiano di ferro, mai antibassoliniano, e ora presidente del consiglio comunale con i voti di comunisti e sinistrati vari. Praticamente un capolavoro.

A proposito: visto che i guai non vengono mai da soli, ecco un altro paio di legnate: il falchetto Pellegrino scopre (Linkiesta.it) che gli analisti di Standard & Poor's hanno sospeso l'outlook sul comune di Napoli (BBB- con previsioni negative, probabile complotto della Cia) e Antonella Lothar Scutiero (Lettera 43) si accorge che l'acqua resa pubblica da Giggino era già pubblica (delibera Iervolino, probabile complotto Ferrarelle).

2. STANDARD & POOR'S SOSPENDE IL RATING AL COMUNE DI NAPOLI
Ciro Pellegrino per Linkiesta.it

Niente documenti? Niente rating. Standard and Poor's sospende la sua analisi sul Comune di Napoli: una decisione che non ha precedenti per una amministrazione comunale italiana. L'agenzia statunitense ha spiegato la decisione in una nota: «Il rating è stato sospeso per mancanza di informazioni; confermiamo il nostro giudizio "BBB-" con previsioni negative, attendiamo di poter riprendere le valutazioni una volta ricevute tutte le informazioni che richiede la nostra attività di sorveglianza».

Dal Comune di Napoli il commento è affidato a Riccardo Realfonzo, l'assessore della giunta di Luigi de Magistris che per la seconda volta (è stato assessore con Rosa Russo Iervolino, poi dimessosi in polemica col sindaco) occupa la poltrona di responsabile del Bilancio comunale.

berlusconi-napolitano

«Sapevo della questione che ovviamente non è da imputare a questa amministrazione, insediatasi poche settimane fa - commenta -. È mia intenzione riprendere il rapporto con S&P, visto che la giunta Iervolino aveva addirittura rotto il contratto con questa società di rating».

Tuttavia nella nota dell'agenzia c'è anche una stoccata alla nuova amministrazione de Magistris: «Non abbiamo ancora avuto - scrive Standard and Poor's - accesso al "piano d'azione" della nuova Amministrazione eletta nel maggio di quest'anno. In particolare non sappiamo come si intendano affrontare questioni-chiave come scarsa riscossione delle imposte e la gestione della liquidità».

L'assessore comunale al Bilancio conferma a Linkiesta che «l'analisi di Standard and Poor's sull'attuale situazione finanziaria del Comune è fondata». Già, ma qual è quest'analisi? Presto detto: «Il Comune - si legge - deve dare priorità alla gestione del debito e ai pagamenti fondamentali come quelli degli stipendi dei dipendenti». Il rischio paventato è che con le tante cose da pagare ogni mese e restando così bassa la capacità dell'Ente di far cassa, la massa debitoria che grava sulle sue casse resti praticamente la stessa. Di qui l'outlook negativo.

Standard & Poor «riconosce l'aumento degli incassi e del pagamento delle imposte per il 2010, tuttavia - si legge ancora - a causa della assenza di informazioni aggiornate nel 2011, non si può valutare se questo miglioramento è strutturale».

Infine, l'ultima pesante preoccupazione: l'aumento delle cosiddette "passività potenziali". Ovvero i debiti fuori bilancio che spesso si creano quando il Comune perde in tribunale ed è costretto a pagare pesanti contenziosi oppure per i debiti delle sue società partecipate.

Proprio in queste ore a Palazzo San Giacomo si svolgono riunioni su riunioni (per lo più notturne) allo scopo di definire i conti che saranno portati nel bilancio consuntivo 2010 da approvare entro 7 giorni. La situazione è disastrosa, se si pensa che alla fine del 2010 ci si sono messe anche le banche: dopo il no della Cassa depositi all'accensione di alcuni mutui, l'Ente si è rivolto agli istituti di credito, che però hanno negato i quattrini. Motivo: proprio il basso rating del Comune di Napoli.

Tommaso Sodano

3. LUIGI, MA CHI SE LA BEVE? - DE MAGISTRIS VUOLE PUBBLICA L'ACQUA. MA A NAPOLI LO È GIÀ.
Antonella Scutiero per Lettera 43

In Consiglio comunale ha portato delle brocche d'acqua. «Acqua pubblica», ha tenuto a precisare al suo esordio nella Sala dei Baroni, promettendo di costruire in città anche dieci fontanelle d'acqua pubblica frizzante, di dubbia utilità ma di sicuro impatto mediatico.
Luigi De Magistris ha cominciato la rivoluzione che aveva promesso a Napoli cavalcando l'onda del risultato referendario, con una delibera per la ripubblicizzazione dell'acqua. Che, però, a Napoli è sempre stata pubblica.

SULL'ONDA DEL REFERENDUM. In tal senso, infatti, si erano sempre pronunciate Rosa Russo Iervolino e la sua amministrazione, ma questo non ha impedito all'ex pm di fare dell'acqua uno dei leitmotiv della campagna elettorale, sfruttandone l'impatto mediatico.
Così, forte delle urne, la nuova giunta ha varato le sue due prime delibere: una, difficilissima, sui rifiuti <http://www.lettera43.it/cronaca/19423/napoli-2300-tonnellate-di-rifiuti-e-56-roghi.htm> e una, molto più acclamata, proprio sull'acqua, firmata dall'assessore ai Beni pubblici Alberto Lucarelli.

In sostanza il testo afferma che l'acqua è un bene comune, non assoggettabile a fini di mercato; che sussistono le condizioni normative per promuovere la ripubblicizzazione dei servizi idrici; che è opportuno introdurre nell'ordinamento comunale la definizione di servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generale; e, in ultimo, si dà mandato agli uffici competenti di predisporre le necessarie modifiche statutarie da proporre al Consiglio comunale per la trasformazione dell'Arin Spa in soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione.

Un'operazione francamente demagogica. Perché, alla luce degli indirizzi ereditati dalla passata gestione, non v'era alcun pericolo di privatizzazione, anzi.

standard & poor's

LE DELIBERE DELLA IERVOLINO. Scorrendo l'operato della precedente giunta, infatti, si recuperano due delibere dello scorso gennaio in materia di servizio idrico. La prima esclude qualunque forma di gestione dell'acqua da parte di imprenditori privati e ne stabilisce l'affidamento a una società con capitale interamente pubblico della quale sia esclusivo titolare il Comune di Napoli.

La seconda tira in ballo l'Arin Spa di proprietà comunale, cambiandone lo statuto così da impedire che la società possa perseguire qualsiasi tipo di finalità commerciale.
Da Spa a società di diritto pubblico: mossa demagogica
Le modifiche riguardavano, inoltre, la disponibilità di capitale interamente pubblico per l'azienda, il divieto di aprirsi anche in futuro alla partecipazione di soci privati (appunto perché l'acqua dev'essere pubblica) e di cedere quote a terze partiti.

UN CAMBIAMENTO INUTILE. Con la modifica allo statuto deliberata da De Magistris si trasforma la società per azioni in società di diritto pubblico. Di fatto cambierà poco. E pensare che l'Arin, nel 1995 in perdita, e da dieci anni Società per azioni, è considerata una best practice: con tariffe contenute - gli aumenti sono in linea con quelli imposti periodicamente dal Cipe - oggi registra un utile di 4 milioni di euro.
Ma forse De Magistris, questo, non lo sapeva.

 


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