DAGOREPORT
Risuonano ancora nelle nostre orecchie i gridolini sdegnati di Conciata De Gregorio per aver anticipato questo sito, Dagospia, il suo allontanamento dalla direzione dell'Unità. Con il suo richiamo (o ritornello stonato?) alla solita "macchina del fango" accesa da chi, invece, le notizie le pesca nel mare magnum dell'informazione e le cucina. Non prima di averle verificate.
Insomma, un intero editoriale della Conciata (per le feste) sul giornale comunista fondato da Antonio Gramsci per smentire qualsiasi intenzione del suo editore di metterla alla porta.
Un'intemerata contro Dagospia che ha avuto un solo effetto sicuro: costringere il suo padrone, Renato Soru, a diramare poche ore dopo il suo (af)fondo un comunicato per annunciare che sarebbe stata messa fuori dal giornale. E dell'accaduto non godiamo nonostante le infamie toccateci.
Ricordiamo ancora le sortite di Gad Lerner all'Infedele de La7 contro Dagospia per le sue rivelazioni sullo "strappo" nella famiglia Bocchino. L'accusa era sempre la stessa: fare i "servi sciocchi del regime" spargendo merda ad arte nel frullatore mediatico. Anche allora fu la moglie di Italo, Gabriella Buontempo (non il solito Gigi Bisignani) a fare giustizia delle panzane infamanti di Lerner.
GAD LERNERGià, il solito Infedele che potrebbe dedicare una puntata della sua trasmissione ai rapporti (intimi e affaristici) tra il presunto "burattinaio" Bisignani e Stefania Tucci. Da lui definita su "la Stampa" in un viaggio in Cina con Gianni De Michelis e i suoi cari, una delle poche signore della finanza che hanno accesso a Wall Street. Cosa che noi non intendiamo mettere in discussione oggi. Neppure alla luce delle trame della P4.
BISIGNANIDubitiamo di chi, invece, mentre si fa paladino della moralità altrui, additandolo come un infangatore di professione, sguazza nella melma prodotta a fiumi dall'inchiesta napoletana sulla presunta P4.
Per carità, il materiale privato dei protagonisti di questo enorme Waterclose nostrano (altro che Watergate all'americana) offerto in pasto quotidianamente, non profuma certo di rosa, ma è gustoso al palato dei lettori e degli addetti ai livori. E offre anche qualche elemento di riflessione ulteriore sul partito di maggioranza relativa che ci governa. Cioè quella Casa delle libertà che nel dicembre del 2009, dopo l'assalto di un pazzoide in piazza Duomo a Milano, Silvio Berlusconi voleva ribattezzare come il Partito dell'amore. Non sappiamo allora in che senso il premier intendesse il termine amore.
GIANNI DE MICHELIS STEFANIA TUCCI ITALO BOCCHINO E MOGLIEAlmeno alla luce delle sue vicende private (i Bunga Bunda arcoriani). E soprattutto per quanto spurga dalla fogna delle intercettazioni tra alcuni piquattristi chiacchieroni.
Al telefono ovviamente si dicono tante di quelle sciocchezze (e nefandezze). Magari al solo scopo di gratificare il nostro interlocutore, che le sta sollecitando. E mostrarsi così di saperla più lunga di tutti, fino a millantare spudoratamente.
Comunque fa un certo effetto leggere cosa pensano della loro amica Daniela Santadechè i suoi due ex soci e amici, Flavio Briatore e Luigi Bisignani. Per non parlare dei giudizi tra maschietti (da bordello) su Michela Brambilla. E non c'è neanche motivo di scandalizzarsi più di tanto se nel primo cerchio del Cavaliere, Tremendino Tremonti sia sulle palle a tutti. Forse anche a se stesso, e alla Lega di Bossi. Né dobbiamo sorprenderci se nelle prime fila del Cavalier Pompetta, con l'eccezione di alcuni parlamentari, ormai viene considerato un pesce bollito.
Da mesi la storia del Silvio-lesso è una vulgata generale che i suoi amici (o ex) del Partito dell'amore diffondo in ognidove. Già della serie 'C'eravamo tanto amati'.