Michele Anselmi per "il Riformista"
clooneyStavolta George Clooney non si lamenterà. Saltato un turno veneziano a causa del pessimo "The American", l'attore-regista statunitense, da ieri tornato ufficialmente single avendo chiuso tramite comunicato congiunto la love-story con Elisabetta Canalis, aprirà il 31 agosto la 68ª Mostra del cinema con l'atteso "The Ides of March", ovvero "Le idi di marzo", da lui scritto, prodotto, interpretato e diretto. Non proprio una novità, "il Riformista", annunciando dieci giorni fa il nuovo listino di Raicinema, aveva già anticipato la presenza del film al Lido; ma ieri è arrivata la conferma da Ca' Giustinian: "The Ides of March" non solo inaugura la kermesse ma concorre anche per il Leone d'oro.
Non pensate a una storia ambientata nell'antica Roma. Le idi in questione non sono quelle del 44 avanti Cristo, neanche la morte di Giulio Cesare c'entra; e tuttavia sempre di complotti politici si parla nel film che Clooney, insieme al socio e sceneggiatore Grant Heslow, ha tratto dalla fortunata pièce teatrale di Beau Willimon "Farragut North".
La Sony Pictures, che distribuirà il film negli Usa dal 14 ottobre, avrebbe preferito che Clooney mantenesse il titolo originale, dal nome di una famosa fermata della metropolitana di Washington, nel cosiddetto distretto dei lobbysti; ma il divo ha puntato i piedi, optando per un concetto più colto ed evocativo, a suggerire le trame insinuanti di una congiura meno sanguinaria ma altrettanto feroce.
Del resto non è un segreto che il cinquantenne Clooney, liberal doc e sperticato sostenitore di Obama nonché inviato ufficiale dell'Onu in Darfur, sceglie con cura i film da girare in patria (meno rigore impiega sul fronte degli spot pubblicitari realizzati solo per il mercato italiano). "The Ides of March" è un classico del cinema hollywoodiano progressista, una storia a forti tinte, realistica e metaforica, che getta uno sguardo indiscreto dietro la campagna elettorale di un governatore democratico in lizza per la Casa Bianca.
A teatro era il vero Howard Dean, poi battuto da John Kerry nella cosa alla presidenza, il protagonista della vicenda; nel film il politico in questione si chiama Mike Morris, appunto Clooney, è un brillante leader in ascesa alle prese con uno scaltro avversario nelle primarie democratiche in Ohio. Il tutto dal punto di vista di un suo collaboratore, il giovane e idealista guru della comunicazione incarnato da Ryan Gosling, che si ritroverà pericolosamente invischiato in faccende di scandali sessuali e corruzione politica.
Marco MullerIl film giusto al momento giusto. Infatti Clooney parla di argomento «extremely topical», riferendosi senza tanti giri di parole alle brucianti dimissioni del deputato Anthony Weiner, quello che ha spedito ardite foto del suo bigolo in erezione ad alcune partner femminili, sputtanandosi alla grande. «"The Ides of March" involves similar scandalous activities» ha affermato una settimana fa l'attore in un'intervista. Serve tradurre?
Nel film doveva comparire anche Brad Pitt, amico e collega di Clooney sin dai tempi del primo "Ocean's Eleven", ma alla fine è stato Philip Seymour Hoffman a rimpiazzarlo, affiancandosi al notevole cast messo insieme per l'occasione, nel quale spiccano Paul Giamatti, Marisa Tomei, Jeffrey Wright, Evan Rachel Wood. Saranno quasi tutti al Lido, a fine agosto, per l'anteprima nella ristrutturata Sala Grande, a un passo dall'enorme cratere ricolmo d'amianto scavato per costruire il nuovo Palazzo (se ne riparla nel 2013 se va bene).
GIANCARLO GALANDi sicuro, "The Ides of March" è un bel colpo messo a segno da Marco Müller per quella che, sulla carta, dovrebbe essere l'ultima Mostra dopo otto anni al timone. Ma vedrete, il ministro Giancarlo Galan s'è già espresso in proposito, che il direttore sinologo sarà riconfermato per un terzo quadriennio, in coppia col presidente della Biennale, Paolo Baratta.
Per adesso niente approdo all'Auditorium romano. Müller presenterà a fine luglio un programma sontuoso, da fuochi d'artificio, specie sul versante delle presenze divistiche, sia pure in linea con la vocazione cinefila, d'arte cinematografica, della rassegna veneziana.
The Ides of March photo by Saeed AdyaniSe Clooney, al suo quarto film da regista dopo dell'Oscar come miglior attore preso nel 2006 per "Syriana", garantisce una partenza coi fiocchi anche sul versante glamour, si annuncia ricolma di presenze illustri il resto della compagine anglofona.
Qualche titolo già in tasca? "Carnage" di Roman Polanski, "Dark Horse" di Todd Solondz, "On the Road" di Walter Salles, "Killer Joe" di William Friedkin, "Haywire" di Steven Soderbergh, "Dangerous Method" di David Cronenberg, la miniserie-tv "Mildred Pierce" con Kate Winslet, fors'anche "Twixt Now and Sunrise" di Francis Ford Coppola. Notevole bottino, se sarà confermato.