1 - NAPOLI; 30 ROGHI, CALCE SU CUMULI IN STRADE...
(ANSA) - Trenta i roghi di rifiuti che hanno visto impegnati la scorsa notte i vigili del fuoco a Napoli. Nelle strade della città sono visibili cumuli di spazzatura non raccolta. In alcune aree, come al Rettifilo, occupano praticamente la carreggiata mentre sacchi di rifiuti sono stati disposti sul cordolo spartitraffico. Sull'immondizia qualcuno ha gettato calce per cercare di attutire l'odore nauseabondo.
2 - SERRATE E PROTESTE FALLITO IL PIANO PER PULIRE NAPOLI. RAID ANTI SACCHETTI CON TUTE E MASCHERINE...
Fulvio Bufi per il "Corriere della Sera"
Con oltre 2.500 tonnellate di immondizia ancora per le strade, è completamente saltato il progetto di Luigi de Magistris di ripulire Napoli in 4 o 5 giorni. Troppo ottimistica la previsione del sindaco che contava di poter affrontare la questione rifiuti senza intoppi. E invece se c'è una materia dove gli ostacoli «imprevisti» sono pressoché una certezza, è proprio l'emergenza spazzatura. I siti di trasferenza aperti dal presidente della Provincia Luigi Cesaro non hanno rappresentato la soluzione.
http corrierefiorentino corriere it fotogallery campania de magistris vittoria grande sorpresa de magistris sindaco restyling shtml title pos chiu bQuello di Caivano, destinato ad accogliere proprio la spazzatura di Napoli, è stato bloccato da un'ordinanza del sindaco Antonio Falco, che si è rifiutato di ritirare il provvedimento anche davanti alla richiesta del prefetto De Martino; e anche i due impianti di Acerra hanno lavorato a ritmo ridotto per le proteste della comunità locale. Ad Acerra l'altra notte sono stati addirittura bruciati due camion e sacchetti di spazzatura sono stati sparsi sui binari provocando il blocco del traffico ferroviario.
Per protesta c'è anche chi a Napoli ha chiuso la sua trattoria, mentre un gruppo di persone, con tute bianche e mascherine, ha trasportato vicino a Piazza del Plebiscito i sacchetti d'immondizia non raccolti nei Quartieri Spagnoli. E ieri notte, in via Toledo, la spazzatura è stata sparsa per terra. Per ripulire Napoli e i paesi che la circondano si aspetta che il governo approvi il decreto sui flussi extraregionali, e quindi di poter portare la spazzatura nelle discariche di altre Regioni.
Un minimo di respiro, però, potrebbe cominciare a darlo l'intesa che il governatore Stefano Caldoro ha raggiunto ieri sera con i presidenti delle altre Province campane. Caldoro avrebbe potuto imporre con un'ordinanza il conferimento della spazzatura di Napoli nelle discariche di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, ma ha preferito evitare atti d'imperio e percorrere la strada dell'intesa istituzionale. Di volta in volta saranno definiti i quantitativi di spazzatura che gli impianti potranno accogliere.
CALDORO STEFANONon sarà la soluzione definitiva al problema, ma dovrebbe comunque segnare un'inversione di tendenza. De Magistris e il suo vice, nonché assessore all'Ambiente, Tommaso Sodano per ora si accontentano, ma dopo l'esperienza di questi giorni puntano a trovare soluzioni autonome. Il sindaco denuncia episodi di sabotaggio che avrebbero impedito la raccolta soprattutto in centro, ma aggiunge che «Napoli sarà comunque liberata dai rifiuti, anche per attuare quanto stabilito dalla delibera che prevede l'estensione della raccolta differenziata a tutto il territorio cittadino». E insieme con Sodano annuncia di essere al lavoro su «un piano alternativo che ci premetterà di non dipendere più da altri».
3 - DE MAGISTRIS SCOPRE CHE I RIFIUTI NON SVANISCONO LO SCONTRO CON LA DIFFICILE REALTÀ CITTADINA DOPO L'UTOPIA ELETTORALE...
Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"
L' indimenticabile domenica del «Differenziamoci» è un appunto a futura memoria. Il 3 febbraio 2008 fu tecnicamente il giorno più nero della grande crisi dei rifiuti. A terra giacevano 300.000 (trecentomila) tonnellate di pattume, via Toledo e il lungomare Caracciolo facevano orrore. Le periferie, meglio lasciar stare. In leggerissimo ritardo sui tempi il Comune aveva allestito dieci punti di raccolta per carta, vetro, plastica e alluminio, uno per ogni Municipalità.
Rosa Russo Iervolino volle andare in una di queste piazze del riscatto civico, la definizione era sua. Si lasciò scappare una frase che apparve fuori luogo, dato il contesto di un orizzonte oscurato dai cumuli di sacchetti neri. «Così libereremo Napoli» fu la promessa. Gli assessori presenti sul posto si chiusero a testuggine per garantire l'incolumità del sindaco. La realtà fa un male cane. Luigi de Magistris non è certo il primo a esserci passato, sulla piazza delle promesse irrealizzate, vedi alla voce Antonio Bassolino e poi, di seguito Silvio Berlusconi fino al presidente della Provincia Luigi Cesaro.
Tommaso Sodano«Cinque giorni per ripulire la città» aveva detto il nuovo sindaco sull'onda dell'entusiasmo. L'eterna crisi napoletana dura ormai da vent'anni, non è il caso di formalizzarsi sui tempi. Ma le elezioni sono state vinte anche grazie a una serie di annunci in tema di rifiuti che somigliano parecchio a quello ormai celebre dei cinque giorni. Le proposte dell'ex magistrato prevedevano l'innalzamento della raccolta differenziata al 70 per cento in sei mesi- adesso langue intorno al 20%-, il divieto assoluto di ricorso a nuove discariche, e di nuovi termovalorizzatori manco a parlarne.
Infine, la trasformazione dei siti di tritovagliatura dei rifiuti, detti Stir, in impianti ecologici sul modello di quello di Vedelago, provincia di Treviso, l'unico in Italia che consente il riciclo integrale di ogni forma di spazzatura. Molto ambizioso, per un posto come Napoli. L'utopia è sempre tale per definizione, e funziona solo in campagna elettorale, quando sognare è permesso. Lo ha imparato sulla sua pelle, il mite governatore campano Stefano Caldoro. Anche per questo non se la sente di gettare la croce sul nuovo sindaco. «Forse ha sbagliato a sbilanciarsi.
hja23 luigi cesaroPurtroppo ci vorranno tre anni, duranti i quali dovremo affrontare insieme altri momenti difficili» . L'attuale emergenza, ancora modesta rispetto al passato, è un piano inclinato. Un treno in corsa verso la ripetizione del disastro napoletano trasmesso in mondovisione nel 2008. Chiaiano, l'unica discarica aperta nella provincia, chiuderà il 27 giugno ed è ormai satura. De Magistris ha fondamentalmente cavalcato la cara, vecchia opzione rifiuti zero. Su questa filosofia, difficilmente contestabile, ma di ardua applicazione, ha raccolto intorno a sé anche i centri sociali delle rete Commons.
Gli stessi che si batterono contro l'apertura del «buco» da 700 tonnellate nella periferia nord di Napoli. Il collo della bottiglia è quello. Le emergenze scoppiano quando non c'è più una discarica dove mettere i rifiuti, che hanno la pericolosa tendenza ad accumularsi infischiandosene delle scadenze. Mancano i buchi, manca il tempo. L'apertura dei siti di trasferenza, mai evocati in campagna elettorale, è un primo brusco cambio di direzione. Sotto l'elegante dicitura si nascondono infatti delle discariche temporanee, 72 ore di sosta dell'immondizia in attesa di altra destinazione, non è chiaro quale.
napoli mare monnezzaAdesso è più difficile, adesso c'è da governare, facendo i conti con una situazione drammatica che richiede scelte veloci, forse impopolari, in contrasto con le dichiarazioni di poche settimane fa. «È falso- dice l'assessore all'Ambiente Tommaso Sodano- sostenere che siamo passati dalle barricate al pragmatismo. Stiamo piuttosto cercando un difficile compromesso. Il termine dei cinque giorni è stato una ingenuità pronunciata in buona fede, sulla base di un calcolo matematico che prevedeva una raccolta di 400 tonnellate al giorno» . Ma a Napoli 2 più 2 non fa mai quattro, figurarsi cinque. Il sindaco udc di Caivano ha risposto picche alla richiesta di aprire un sito di trasferenza.
«Abbiamo già dato» dice Domenico Falco. Il suo comportamento è in linea con il passato. Da Pianura 2008 a Terzigno 2010, lo Stato ha sempre fatto marcia indietro, creando precedenti che giustificano il diniego da parte degli altri amministratori. Al primo scivolone de Magistris ha reagito inserendo il pilota automatico, come facevano i suoi predecessori. Complotto, provocazione contro di me, ritorsione perché vado contro camorra e poteri forti, colpa degli altri, Provincia, Regione e naturalmente governo.
non passa la munnezzaC'è del vero, ma la verità è più complessa. Il sindaco si trova di fronte alla non troppo sottile differenza che passa tra «scassare» e governare. La seconda attività implica dolorose prese di coscienza, soluzioni utili a tamponare un'urgenza quotidiana. Il de Magistris intransigente poteva permettersi, come avvenuto pochi mesi fa a Bruxelles, di chiedere all'Unione europea «la sospensione sine die dei fondi Ue stanziati per i rifiuti della Campania» , chiedendo l'avvio di una procedura di infrazione contro l'Italia.
non passa la munnezza bisOggi, di quei soldi, il sindaco de Magistris ha un disperato bisogno, gli servono per l'incremento della raccolta differenziata e per la riconversione dei siti. La colpa non è solo degli altri, come va dicendo in questi giorni. Nella tragedia dei rifiuti la colpa è stata di tutti. Proprio Sodano, con un realismo che gli costa dolore, ammette che sì, forse sarà necessaria una «soluzione autonoma», modo gentile per dire che serve una discarica. La campagna elettorale è finita, o almeno dovrebbe. Gli scontri frontali con una realtà tremenda sono appena cominciati.