Raffaele La Capria per il "Corriere della Sera"
La satira cui stiamo assistendo in questi anni di berlusconismo è una vera satira degna di questo nome o le manca qualcosa? La nostra satira si è specializzata nell'antiberlusconismo, e va bene. Ma questa specializzazione non la indebolisce?
Toto' MilitareMe lo sono domandato più volte confrontando la satira specializzata politicamente con quella libera e indipendente dalla politica, la satira pura, di cui qualche esempio pur abbiamo avuto nel tempo passato, quella surreale di Totò, quella del Pappagone di Peppino, quella affabulatoria di Walter Chiari, quella elegante di Giorgio Gaber, quella formidabile del Fo di Mistero Buffo, quella di costume del grande Sordi e dell'irresistibile Verdone, quella di Troisi e Benigni, e quella di tanti altri che ognuno può ricordare.
WALTER CHIARILa satira antiberlusconiana cui abbiamo assistito in questi ultimi anni invece è una novità, ed è solo politica, meno libera, e ha i suoi inconvenienti: avendo sempre lo stesso bersaglio alla fine si ripete sempre uguale e può provocare noia o assuefazione. Non c'è niente di peggio in questi casi che la prevedibilità. Ma c'è anche quell'altro pericolo, italianissimo, che diventi organica a una parte politica, ne sposi il punto di vista e lo sostenga. Si è mai vista una satira conformista?
Può essere così servizievole e così conforme una vera satira, o le si chiede una maggiore disobbedienza, una maggiore spregiudicatezza e infine una maggiore indipendenza? E non dico molto, ma un piccolo rischio, il comico, a causa della sua indipendenza, non dovrebbe correrlo? Sarebbe bello. Non dico il rischio del vignettista danese che sfida l'Islam e la morte, ma almeno il rischio di perdere qualcosina invece di guadagnarci sempre in applausi onori e carriera.
WALTER CHIARILa nostra satira appiattita sull'antiberlusconismo non solo non corre rischio alcuno, ma ha l'applauso televisivo assicurato, la risata complice, la promozione. A volte la bravura e l'impeto della performance del comico, la sua simpatia, la sua capacità di imitazione si impongono ed escono vincenti nonostante tutto. È il caso di Benigni, di cui amo l'irruenza e la geniale improvvisazione.
Mina Stralunata con Giorgio GaberMa quando dico che la nostra satira non morde veramente dico in altre parole, quel che diceva Flaiano: «Noi italiani corriamo sempre in soccorso del vincitore» . Si sa benissimo che in questo caso, il vincitore non è chi ha la maggioranza, pur risicata, ma è quella gran parte dell'opinione pubblica, ben riconoscibile e ben sostenuta dai media, che è contraria per ragioni non solo politiche, a Berlusconi. Il riflesso condizionato e l'applauso incondizionato di questa parte contribuisce al successo della satira antiberlusconiana, ma come dicevo è un successo scontato, troppo scontato.
gaber giorgio TROISI BY SETTANNIUn po' più di coraggio, andiamo!, non guasterebbe. Cosa potrebbe mai capitare al comico che osasse di mettere in burla chi è scomodo mettere in burla? Per esempio un conduttore televisivo, il direttore di un giornale importante? Niente, assolutamente niente, gli potrebbe capitare. Ci sono stati comici, all'epoca di Hitler, di Stalin, di Mao, che per una battuta rischiavano la vita, e qualcuno è finito nei campi siberiani: quelli sì erano coraggiosi, non conformisti, e «mordevano» a proprio rischio e pericolo.
Ma naturalmente non si chiede tanto, basterebbe solo un minimo di non connivenza, di dissenting opinion. Si potrebbe a questo punto replicare che a fornire materiale sempre nuovo per la satira antiberlusconiana sia Berlusconi stesso con i suoi comportamenti, le sue battute, il suo stile di vita. In un certo senso è lui che provoca. Ammetto che il bersaglio sia provocante, ma non basta Berlusconi stesso a fare la propria caricatura? L'aggiunta dei nostri comici non può sembrare un di più?
BENIGNIFare la caricatura della caricatura è un sovraccarico che per eccesso non dovrebbe avere molte possibilità di successo. E invece da noi non è così, insistere ci piace, non ci basta mai. C'è però qualcosa che molti avvertono: L «ingenuità» di Berlusconi, che si mette sempre nei guai, rispetto alla «perfidia» con cui gli altri, i comici, approfittano di ogni sua sbadataggine, per dargli addosso.
Sabina Guzzanti in DraquilaVista la svista? Non se ne fanno scappare una, e dagli tutti insieme contro! Alla fine i cattivi sembrano loro, e mancano al loro scopo, perché correndo sempre in soccorso del vincitore suscitano il sentimento contrario di chi corre in soccorso del perdente.
RAFFAELE LA CAPRIA