Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

DAGOREPORT
Festa de' noantri a Villa Abamelek, la sede dell'ambasciata della Federazione Russa, praticamente una città nella città, o meglio, sulla città, visto che sta tutta sopra al Gianicolo. Dentro ci sono una scuola e supermarket, le abitazioni di quelli che all'ambasciata lavorano, un teatro, un parco che si perde sul profilo dell'orizzonte, attraverso la vegetazione, qua e là, si intravvede tutta Roma.

Ad accogliere davanti al portone della dimora padronale l'ambasciatore Alexey Meshkov, in alta divisa, oddio il genere fa un po' Costa Crociere (e l'operetta viennese) e sua moglie Gala, in chiffon color cioccolato al latte, che sembra una concorrente sfortunata della ''Corrida''.
Il panorama umano? Vario e avariato, molti russi e molte russe, of course, petrolieri e avvocati soprattutto, che hanno preso l'abitudine molto made in Usa di lasciare-lanciare bigliettini da visita come fossero coriandoli. E poi, e poi.... alcuni esponenti della politica nostrana, il pidiellone Giancarlo Lehner, per esempio, la cui moglie è una pittrice e moscovita doc, alcuni signori e signore dell'imprenditoria, vedi alla voce Luisa Todini, altri della classe digerente Gabriele Galateri di Genola.


C'è pure quello che resta del bisturi, Renatino Balestra, con giacca sciancratissima e blu catarifrangente, vista la mise, beh, chiamarlo stilista comincia a sembrare restrittivo: è un ologramma. Immancabile il magico mondo romano: Guya Sospisio col marito Niki, Maria Pia Ruspoli, di nero vestita, Camilla Crociani ed Edoarda Vessel, cotonate a puntino, per le quali, invece, il technicolor è segno di distinzione.
Fra gli arrivi (le partenze, sempre poche) scoppia anche il caso, anzi meglio, si rivive il mistero dei Romanoff. Arriverà, arriverà, sua maestà, quando è già buio, porta a braccetto la sua amata figliola Natasha.

Ah, nel gioco padri figlie, c'è pure Dario Spallone, parente di chi fu medico Palmiro Togliatti con sua figlia Gina che si lamenta: "Mi fotografi sempre male Pizzi, sono a dieta da tre mesi, ecco, mi metto in posa", mò, a chi sfoglia la gallery, l'ardua sentenza.

A proposito, fra gli scatti concertati, anche quello di Maddalena Letta che si lascia riprendere circondata dalle ballerine in costumi tradizionali, una dozzina di Oci ciornie ladies, dalle gambe chilometriche. L'effetto finale è da Settimana Enigmistica: "Trova l'intruso".

Marisela Federici, che già muove verso un altro cocktail viene fermata da un signore che le liscia l'abito macramè e soave le domanda: "Lei è russa non è vero". E Federici senza farsi sentire o capire: "Lei è ubriaco di vodka, ma vi pare con i miei colori, a me già quando dicono che sono brasiliana io m'offendo perché sono nata in Venezuela... No, no signore sono venezuelana", intanto fa per liberarsi dal tentacolo.

Infine... "Qualcuno può darmi un passaggio?", è la domanda che riecheggia intorno alle nove, nove e trenta, da un lato all'altro del parco. Entrare non è da tutti, ma uscire è più complicato, la strada verso il cancello è un labirinto. Arrivederci, Dasvidania.