Francesco Viviano per "la Repubblica"
BISIGNANIEra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il "referente" principale del faccendiere Luigi Bisignani. A Letta, Bisignani riferiva tutte le informazioni che Alfonso Papa, deputato del Pdl, ex magistrato e componente della Commissione antimafia, riusciva ad avere grazie alle "talpe" (esponenti delle forze dell´ordine) di cui disponeva nella Procura di Napoli che indagava su politici, imprenditori e faccendieri, compreso lo stesso Bisignani.
A confermare il suo ruolo di "informatore" di Gianni Letta, il terminale più eccellente di tutte quelle informazioni coperte dal segreto, è stato lo stesso Bisignani in numerosi interrogatori resi davanti al pm Jonh Henry Woodcock. E quando il Pm gli chiede se "passava" informazioni al sottosegretario Gianni Letta, Bisignani, dichiara: «Mi chiedete se io informassi Letta delle notizie e delle informazioni riservate di matrice giudiziaria comunicatemi da Papa.
Italo BocchinoA tal riguardo vi dico - dichiara Bisignani - che sicuramente parlavo e informavo il dottor Letta delle informazioni comunicatemi e partecipatemi dal Papa e in particolare di tutte le vicende che potevano riguardarlo direttamente o indirettamente, come la vicenda riguardante il Verdini (Denis Verdini), come la vicenda inerente al procedimento che riguardava lui stesso (e cioè il Letta) e il Chiorazzo e come, da ultimo, la vicenda inerente al presente procedimento».
E Gianni Letta, interrogato il 23 febbraio scorso, dichiara ai pm napoletani: «Conosco l´onorevole Papa che ho conosciuto quando era al ministero della Giustizia e che è rimasto al ministero sia con Castelli sia con Mastella. Ricordo che un giorno il Papa mi disse che aveva aspirazioni politiche di cui mi parlò anche il Bisignani. Io rappresentai tale aspirazione del Papa a Berlusconi che mi disse che aveva ricevuto molte altre sollecitazioni riferite sempre al Papa. Dopo l´elezione a deputato, il Papa mi chiese di fare il sottosegretario, ma non è mai stato accontentato».
John Henry WoodcockIL RUOLO DI DENIS VERDINI
In uno dei numerosi interrogatori il pm Woodcock chiede a Bisignani di "spiegare" quali erano i rapporti con il coordinatore di Forza Italia e con il suo compagno di partito, Alfonso Papa.
«A proposito del Verdini, tengo a precisare - dichiara Bisignani - che il Verdini medesimo cominciò a stringere i suoi rapporti con il Papa, che fino a quel momento aveva calcolato poco, da quando il Papa stesso cominciò a proporre il suo interessamento e la sua possibilità di intervento sulle vicende giudiziarie che riguardavano lo stesso Verdini... ».
Verdini torna ancora nelle 260 pagine dell´ordinanza di custodia cautelare contro Bisignani, Alfonso Papa e le due talpe istituzionali. Il pm chiede che cosa chiedeva Papa in cambio di quelle informazioni preziosissime e segrete sulle inchieste in corso. «In cambio Alfonso Papa chiese a me di appoggiare la sua candidatura alle elezioni del 2008 e io vi dico che effettivamente ne parlai con Verdini che compilò le liste». E sempre Bisignani rivela che il suo amico Alfonso Papa «aveva notizie riservate anche sull´indagine P3 e ciò per via del Verdini (che era finito in quell´inchiesta della Procura di Roma-ndr). Non c´è dubbio che i canali informativi del Papa erano prevalentemente nella Guardia di Finanza».
IL CONFRONTO BISIGNANI-BOCCHINO
Bisignani tira in ballo anche Italo Bocchino, vice presidente di Futuro e Libertà, sostenendo di avere ricevuto, anche da lui, informazioni su inchieste giudiziarie. Bisignani e Bocchino però, ascoltati separatamente, riferiscono versioni diverse e contrastanti tanto che il pm mette i due a confronto.
Alla domanda su chi era la fonte che gli aveva rivelato dell´esistenza di intercettazioni telefoniche, Bisignani afferma: «Un giorno l´onorevole Bocchino, mio caro amico, mi disse di avere appreso che Papa era indagato e che a Napoli c´era una indagine e delle intercettazioni che riguardavano alcune schede procurate e diffuse da dal Papa. In quel frangente anzi mi chiese se io avessi avuto una di tale schede telefoniche. Bocchino parlò espressamente di una indagine di Napoli ma non fece mai il nome dei magistrati. Io rappresentai immediatamente tale circostanza al Papa ed il Papa successivamente fece ulteriori accertamenti verificando la fondatezza di tale notizia... ».
Italo Bocchino, rispondendo al Pm che gli riferisce delle affermazioni fatte da Bisignani, risponde però che i fatti non sarebbero andati proprio così: «L´affermazione di Bisignani - afferma Bocchino - risulta imprecisa e credo che il Bisignani abbia riassunto più nostri colloqui: ricordo che in un primo tempo io mi limitai a dire al Bisignani che vi erano semplicemente delle voci generiche e vaghe su talune attenzioni giudiziarie sull´onorevole Papa da parte della Procura di Napoli. Ricordo invece che della vicenda delle schede intercettate io parlai con il Bisignani successivamente dopo che tale notizia era uscita sui giornali. In precedenza erano solo rumors e boatos e non ricordo da chi con precisione».
A quel punto, «venendo in rilievo contraddizioni e contrasto tra le dichiarazioni del Bisignani e del Bocchino», scrivono i magistrati, i due vengono messi a confronto. I toni tra i due sono molto amichevoli e Bisignani, rivolto a Bocchino, gli dice: «Mi ricordo che avevi raccolto notizie che vi era una indagine e ricordo bene che tu, preoccupato, in quanto sei mio amico, mi chiedesti se per caso non avessi anche io usufruito delle schede telefoniche del Papa. Io, mentendo, ti dissi di no e ricordo che tu ne fosti molto sollevato. Nel senso che recepisti che io non ero coinvolto in questa storia».
a53 giannilettaBocchino dà però un´altra versione dicendo che Bisignani ha detto una cosa «inesatta» e che l´ha collocata in un momento sbagliato. «E´ vero che ti dissi dell´indagine sulle schede del Papa... Tuttavia ciò avvenne in un momento successivo alla pubblicazione delle notizie su questa storia».
DENIS VERDINIIL RUOLO DI PAPA E i RAPPORTI CON BISIGNANI
L´onorevole Alfonso Papa era, come si legge nelle carte dell´inchiesta napoletana, dovuto al suo ruolo di ex magistrato proprio nella capitale campana. Egli aveva "a disposizione" alcuni carabinieri ed altri esponenti delle forze dell´ordine che gli passavano informazioni riservate. Tra queste il maresciallo La Monica, ora latitante in Senegal.
«Quanto a La Monica - dice sempre Bisignani - il Papa mi parlava di questo suo amico maresciallo dei carabinieri che era persona introdotta negli ambienti giudiziari in grado di assumere notizie riservate riguardanti procedimenti penali; il Papa mi ha detto più volte che il maresciallo era una delle sue "fonti"».
Achille ToroE sull´inizio dei rapporti con Papa Bisignani ha riferito: «Conobbi occasionalmente il Papa e strinsi rapporti con il Papa quando ebbi alcuni problemi giudiziari con la procura di Nola riferiti alla dottoressa Tucci, cui io ero legato, e riferito a vicende societarie di società nel Nolano. Da quel momento il Papa cominciò a proporsi per darmi notizie; il Papa insomma da una parte si proponeva e proponeva di adoperarsi nel mio interesse e dall´altro mi dava indicazioni spesso infondate».
Ed a sostegno dei rapporti che Papa aveva in varie procure italiane, Bisignani ricorda l´amicizia tra Papa l´ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro. «Mi consta che il Papa era molto amico dell´allora Procuratore aggiunto di Roma Achille Toro e del figlio Camillo; al riguardo più volte il Papa mi chiese di poter trovare qualche incarico al suddetto Camillo Toro».