Paolo Festuccia per "la Stampa"
fabio fazio chetempochefa002 lapChiusa la partita palinsesti. Almeno sul fronte delle tensioni in cda, si apre il nuovo capitolo nomine. Anche se di fatto, programmi, conduttori e direttori non sono altro che il rovescio della stessa medaglia. E al centro, suo malgrado, finisce ancora una volta, Fabio Fazio. La lettera-email inviata sabato scorso dopo le 23, al Dg Lorenza Lei non è andata proprio giù. A chi, in queste ore, le ha parlato ha fatto capire che per lei «Fazio è stato sempre una risorsa».
Come dire: si potrà discutere di tutto, di compensi, di eventuali tagli, di format, ma tranne che «Fazio non possa continuare a lavorare con i suoi programmi alla Rai». Tant'è si assicura, che proprio nei giorni scorsi, il capo azienda al papà di «Che tempo che fa?» ha proposto addirittura di «spostarsi» con il suo programma, ma anche con «qualcosa di altro sulla rete ammiraglia», cioè Raiuno.
Ma per tutta risposta, si racconta al settimo piano di viale Mazzini, il direttore generale si è ritrovato, nel giorno della discussione più delicata sui palinsesti e «dell'approvazione anche degli stessi programmi di Fazio», le lamentele inviate per email pubblicate su «Repubblica» sotto forma di lettera. Certo, Fazio «ha pure le sue ragioni», si sbilancia un consigliere di opposizione, tant'è che «nella lettera fa riferimento a una trattativa avviata sei mesi orsono con un altro Dg», ma pretendere in una nottata una risposta... «Eppoi - si ribatte da viale Mazzini - il Dg risponde nelle sedi proprie, in cda, non altrove...».
Lorenza Lei - foto AnsaInsomma, il capitolo Fabio Fazio non è per niente chiuso. Di certo il sigillo messo dal cda sul palinsesto rafforza la Lei e al contempo non lascerà orfani dell'artista gli abbonati Rai. Già, gli abbonati. Perché Fazio è davvero una manna, una gallina dalle uova d'oro per la Sipra, la concessionaria incaricata della raccolta pubblicitaria. I punti di share dei suoi programmi, ma anche di «Vieni via con me» fanno gola a molti, anche a La7, e per questo la Rai non è disposta a mollare.
antonio verroCerto, nella passata edizione gli spot non sono stati così remunerativi (venduti a soli 35mila euro a passaggio) per le casse aziendali, e forse proprio per questo il Dg penserebbe all'utilizzo del presentatore ligure (con format e programmi ancora da studiare e valutare) anche su Raiuno, dove la capitalizzazione in termini di ritorni pubblicitari è certamente più remunerativa rispetto a quella che offre Raitre.
Altro capitolo, le nomine. Lorenza Lei, messo in tasca il primo disco verde, guarda già al prossimo consiglio di dopodomani. Sul tavolo, anzitutto, i nomi candidati alla governance: «Indispensabili - come spiegò a La Stampa - per far ripartire l'azienda».
ANGELO MARIA PETRONIE soprattutto con alto profilo professionale, si fa sapere: dal capo del personale, alla direzione finanza fino alla risorse artistiche e al capo delle produzioni, cui spetterà il lavoro più oneroso per via dei tagli da programmare e arginare così il buco trovato nei conti.
Giovanna Bianchi ClericiQuindi, il nodo della seconda rete, probabilmente, e l'interim al Tg2. Due direzioni, fondamentali, per il funzionamento del secondo canale rimasto tra l'altro orfano dello share elevatissimo di Michele Santoro. Chi lo sostituirà, e come? Altro grattacapo da risolvere, così come quello delle alleanze per l'eventuale maggioranza in cda.
Ieri il consigliere Verro si è astenuto. Isolato, («ma non me ne pento» sostiene) rispetto ai colleghi di area. E così, l'asse più funzionale resta quello tra Petroni, consigliere designato dal Tesoro e la leghista Bianchi Clerici. La partita, insomma, è tutta interna alla maggioranza. Ma, superato lo scoglio dei palinsesti, come sostiene un avveduto consigliere Rai, «ora per il direttore generale la strada si è fatta in discesa».