Anna Cirillo per "la Repubblica"
ARCIVESCOVO DIONIGI TETTAMANZILa Lega va all´attacco dell´arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi e lo fa con dieci polemiche domande sulla Padania, ieri in prima pagina. Provocando la dura reazione del mondo politico cattolico in difesa del cardinale.
Al Carroccio non è piaciuta la frase di Tettamanzi, che ha parlato di «nuova primavera» dopo il cambio di giunta a Palazzo Marino e l´elezione a sindaco di Milano di Giuliano Pisapia. La posizione dell´alto prelato per il quotidiano leghista è «chiara» e «apertamente schierata a favore della coalizione guidata da Pisapia». Le dieci domande sono state ricavate «dalle molte lettere giunte in redazione, per dare un senso al disorientamento di molti cittadini (non solo fedeli) che si chiedono quale sia l´obiettivo della fede».
BOSSI«Eminenza, Lei di fronte a 50mila cresimandi ha celebrato la vittoria di Pisapia. Ma quello non era un incontro religioso di tutta la Diocesi e Lei non dovrebbe essere il vescovo di tutti i milanesi?» è uno dei quesiti. E ancora: «I fedeli devono considerare le sue prese di posizione come un intervento magisteriale o come opinione personale? Lo sa che a causa delle sue indicazioni elettorali, molte persone, scandalizzate, hanno lasciato la Chiesa?».
LETIZIA MORATTI DIONIGI TETTAMANZIIn un´altra domanda si chiede al cardinale se «oggi i valori cristiani si chiamano aborto, unioni gay, legittimazione dell´uso delle sostanze stupefacenti» e via di questo passo.
Tettamanzi, che ieri nella messa della vigilia di Pentecoste in Duomo ha ordinato una ventina di nuovi preti, non ha voluto replicare all´attacco leghista. A 77 anni sta per lasciare la direzione della Diocesi milanese.
Proprio ieri il Papa ha ricevuto il prefetto della Congregazione dei vescovi, cardinale Marc Quellet, per esaminare le candidature di chi (i nomi sono quelli del patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, del presidente del Pontificio consiglio per la Cultura, cardinale Gianfranco Ravasi, del nunzio in Venezuela, monsignor Pietro Parolin) prenderà il suo posto.
Cardinale ScolaL´uscita della Padania ha suscitato reazioni indignate. «La Lega ha passato il segno - ha detto Rosy Bindi, vicepresidente della Camera e presidente dell´Assemblea nazionale del Pd - . Il violento attacco è del tutto inaccettabile nella forma e nei contenuti e conferma la distanza culturale e morale tra Carroccio e Chiesa Ambrosiana». «Tentativo vergognoso e squallido» lo definisce Patrizia Toia, parlamentare europea del Pd, che aggiunge: «Si tratta ancora una volta di falsità miste a strumentali interpretazioni delle sue parole».
GIANFRANCO RAVASI_1_resize«Grave, calunnioso e inaccettabile l´attacco della Padania al cardinale» dicono in un documento i cattolici del Pd di Milano, tra cui il consigliere regionale Fabio Pizzul e il neo assessore comunale alla Sicurezza Marco Granelli. Una voce si alza anche dal Terzo polo, per bocca di Manfredi Palmeri, ex candidato sindaco contro Pisapia: «La Padania ha superato lo spazio della riflessione politica in modo duro e scomposto». Critico con la Padania anche Carlo Masseroli, Pdl, ex assessore. «Io non ho confuso la primavera e la speranza di cui parla il cardinale, che è una primavera cristiana, con il vento nuovo di Pisapia. Non c´entrano niente l´una con l´altro».
ROSY BINDI