1. MARONI, PROIEZIONI DICONO CI SARA' QUORUM...
(ANSA) - "Io ho solo il dato di ieri sera, non ci saranno altre rilevazioni della partecipazione fino alle 15, quando si chiudono i seggi. Però la proiezione fatta dagli esperti del ministero dell'Interno rispetto al dato di ieri fa pensare che si raggiungerà il quorum per tutti e quattro i referendum, anche senza considerare il voto degli italiani all'estero". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, interpellato al termine di una visita privata al sindaco di Varese, Attilio Fontana.
2. MARONI, VERIFICA? LA MAGGIORANZA E' META' PIU' UNO...
(ANSA) - "La maggioranza è la metà più uno, come per il referendum": così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha risposto a chi gli chiedeva quale sia la soglia per considerare solida la maggioranza di governo alla verifica del 22 giugno.
"Contrariamente a quello che diceva Andreotti - ha aggiunto l'esponente leghista interpellato al termine di un incontro con il sindaco di Varese - per un governo della seconda repubblica tirare a campare vuol dire tirare le cuoia, e di questo mi pare siano consapevoli tutti. Io ho voluto lanciare uno stimolo e sono certo che verrà ripreso, perché è interesse di tutti. Non c'é nessuno in questo governo e in questa maggioranza che vuole tirare a campare". Maroni ha concluso che, "detto questo, bisogna trovare soluzione rapide e convincenti, non solo per noi ma anche per il nostro elettorato".
BERLUSCONI MARONI3. COTA, NON E' UN TEST PER IL GOVERNO...
(ANSA) - "Ho sempre detto, in tempi non sospetti, che questo referendum non ha una valenza di contrapposizione tra maggioranza e opposizione, non è un test per il governo". Lo ha detto il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, che ha ribadito di non avere votato. "Non sono intervenuto in questa campagna referendaria - ha spiegato - perché rispetto il voto e le scelte di tutti. Le posizioni sui quesiti referendari sono state trasversali".
4. SANTANCHE', REFERENDUM GIA' FATTO DA GOVERNO...
(ANSA) - Se il referendum dovesse raggiungere il quorum e la scelta dei cittadini fosse contro il nucleare "direi che la loro scelta è abbastanza in linea con quella del governo perché noi abbiamo già abrogato quella che era la costruzione dei siti nucleari": è la valutazione del sottosegretario Daniela Santanché, a margine dell'assemblea di Assolombarda a Milano, su quello che si profila come esito del referendum sui temi dell'energia.
Da qui la tesi della Santanché è che "il referendum in parte è stato già fatto dal governo". Altro discorso, invece, per quanto riguarda i quesiti sull'acqua. "Se gli italiani decideranno per il sì ne prenderemo atto - ha risposto - ma mi dispiace perché abbiamo lo spreco più alto di tutta Europa. E' un risultato però - ha concluso - che dobbiamo ascoltare con attenzione".
5. BINDI, COMUNQUE VADA E' UNA VITTORIA POLITICA...
(Adnkronos) - Quorum o no, il dato e' chiaro: "al di la' del dato formale sul suo raggiungimento, mi pare evidente che il vento del cambiamento non si e' fermato'. Rosy Bindi mantiene la prudenza, ma in un'intervista al "Corriere della Sera" non nasconde l'ottimismo del Pd per il risultato positivo sui quattro referendum. "Se pure per un soffio si dovesse raggiungere il quorum, la vittoria politica -dice- e' a favore dei referendari. Un'affluenza cosi' forte, contro tre leggi cosi' importanti del governo conferma un'inversione culturale e politica di cui il premier deve prendere atto'.
La partecipazione "e' un dato che obbliga a riflettere anche da parte di Berlusconi e Bossi e degli altri massimi esponenti dell'esecutivo che hanno invitato a non votare". Quanto al presidente del Consiglio, "si dovra' rendere conto che la sua faccia non funziona piu'". I giornali di destra hanno impostato la campagna referendaria chiedendo agli elettori "volete che Berlusconi vada a casa?" e, quindi, osserva la presidente dell'assemblea nazionale del Pd "mi sembra che gli elettori abbiano detto di si'"
6. ROTONDI, SCRIVERO' AL CSM, COSI' SI PARALIZZA GOVERNO...
(Adnkronos) - "Non e' una trovata mediatica ma una questione politica". Cosi' il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, in 'un'intervista a Il Giornale, motiva l'intenzione di voler scrivere al Consiglio Superiore della magistratura sul tema delle intercettazioni, dopo la pubblicazione delle telefonate del sottosegretario Daniela Santanche' con Flavio Briatore.
"Per correttezza nei confronti del governo -chiarisce Rotondi- non anticipo i contenuti, ma non chiediamo ne' interventi ne' ispezioni. Serve una presa di coscienza unitaria di governo e magistratura sulle conseguenze di una guerra che sta paralizzando le istituzioni". "Non si possono portare a conoscenza del pubblico -sostiene- i discorsi di un membro di governo seppure non parlamentare perche' questi discorsi sono contenuto della funzione stessa di chi governa. lo scambio di idee e' parte dell'attivita' politica e di governo. Se le conversazioni private diventano pubbliche, una parte dell'attivita' di governo si paralizza".
FLAVIO BRIATORE7. MARCEGAGLIA, MI PARE CHE TREMONTI COMINCI A RAGIONARE CONCRETAMENTE...
(Adnkronos) - "Ho sentito un Tremonti che comincia a ragionare seriamente e concretamente e lo ha anche detto pubblicamente parlando di Iva, detrazioni, assistenza e previdenza". Cosi' il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a margine dell'assemblea di Assolombarda a Milano commenta l'intervento del ministro dell'Economia Giulio Tremonti sulla riforma fiscale.
"Mi pare che un ragionamento in corso ci sia cosi' come ci sia la volonta' di ragionare seriamente, certo -ha proseguito- con le difficolta' dovute al fatto che fare una riforma fiscale a parita' di pressione fiscale complessiva non e' semplicissimo".
TREMONTI-MARCEGAGLIA-JACOPO MORELLI8. ZAIA, LA GENTE NON NE PUO' PIU', LA PADANIA E' BOCCHEGGIANTE...
(Adnkronos) - "La riforma fiscale e' sempre stata nel programma condiviso da Lega e Pdl. Da governatore del Veneto non ho nessuna sfiducia in Tremonti, senza di lui l'Italia avrebbe fatto la fine della Grecia. Ma allo stesso tempo dico che bene ha fatto Maroni a chiedere piu' coraggio". Lo dice in un'intervista a 'la Repubblica' il governatore del Veneto, Luca Zaia.
"In questo momento bisogna rischiare un po' - prosegue Zaia - La gente, soprattutto al Nord, ne ha le tasche piene. Il Veneto ha 5 milioni di abitanti, il 10% della popolazione. Siamo la regione delle partite Iva (una ogni sette abitanti). Ma oggi un giovane che va dal commercialista per aprire una partita Iva, arriva li', chiude la cartelletta e va via. La gente non ne puo' piu' dell'ufficio complicazioni affari semplici. Chi ha o vorrebbe aprire un'attivita' ci chiede di sburocratizzare, sono angosciati dalle procedure e dalla tassazione".
LUCA ZAIAZaia parla di un Nord "boccheggiante". "Alle ultime elezioni la gente ci ha dato una frustata a noi del centrodestra. I cittadini non sono idioti. Se la squadra in campo non funziona, arrivano i fischi. Lancio una proposta: riprendiamo in mano il programma e fissiamo un calendario di date. Entro la data x questa riforma, eccetera".
UMBERTO CROPPI9. FASSINO, SERVE TERAPIA CHOC CONTRO DEBITO...
(Adnkronos) - Una terapia choc per combattere il debito pubblico e rilanciare la crescita. A sollecitarla e' il sindaco di Torino, Piero Fassino, che intervenendo ad una convegno sui 150 anni dell'impresa organizzato dalle associazioni imprenditoriali piemontesi ha sottolineato: "Con un debito pubblico del 120% e un patto di stabilita' che dal 2013 diventera' ancora piu' stringente e quindi richiedera' manovre ancora piu' decise, e' chiaro che le risorse disponibili non ci sono. Per questo -ha proseguito- e' arrivato il momento di dirci che o si affronta con una terapia choc il debito pubblico o questo paese non ha le risorse per sostenere la crescita. Questo naturalmente -ha concluso- richiede scelte
coraggiose".
10. CHE CASINI AVERE UN SUOCERO COSÌ...
Da "Il Fatto quotidiano" - Pier Ferdinando Casini si vanta di essere moderato su tutto, ma quando ha dovuto parlare di referendum non ha usato toni democristiani: "sbornia demagogica" e "con la demagogia il Paese non si governa". Poi dice al Corriere: "Più concorrenza porterà migliore gestione e tariffe più basse. Oggi le nostre tariffe sono fra le più alte in Europa e ciò non tutela né le famiglie né le imprese" (in realtà sono tra le più basse). Casini ha annunciato che andrà a votare, e sull'acqua voterà no.
Chissà come è contento il suocero, Francesco Gaetano Caltagirone, che Casini contribuisca a far salire il quorum. Il secondo azionista di Acea, colosso del settore idrico controllato dal Comune di Roma, ha infatti tutto da perdere dal referendum e ha già annunciato il blocco degli investimenti se vince il sì. Ma per Casini approfittare della debolezza di B. val bene qualche pranzo in famiglia un po' teso.
11. THE ECONOMIST BLOCCATO A FIUMICINO?...
Da "Il Fatto quotidiano"- A dare la notizia è il sito internet di Wanted in Rome, un magazine che fornisce informazioni utili agli stranieri residenti nella Capitale. E ieri, tra le cose da sapere, segnalava un ritardo: quello dell'Economist in edicola. Come mai?
Sostiene Wanted in Rome che ieri mattina, all'arrivo del settimanale inglese all'aeroporto di Fiumicino, ci sia stato uno stop. Il numero della rivista, come vi abbiamo raccontato anche noi, ha uno speciale dedicato all'Italia. E in copertina una enorme didascalia all'immagine di Silvio Berlusconi: "L'uomo che ha fregato un intero paese".
Così, si legge nella versione on line del giornale per stranieri in Italia, l'Economist ha avuto "problemi" ad arrivare nelle edicole di Roma. "Il distributore della stampa estera Emilianpress, lo stesso di Wanted in Rome, conferma che i container con le copie dell'Economist sono stati bloccati all'aeroporto di Fiumicino per un'ispezione". "Se state aspettando di leggere la vostra copia - dicono agli stranieri "romani" - dovete avere ancora un po' di pazienza; il giornale arriverà presto nelle edicole"
ECONOMIST BERLUSCONI L UOMO CHE HA FOTTUTO UN PAESE INTERO12. CROPPI, MUTI USATO PER COPRIRE PROBLEMI DEL TEATRO DELL'OPERA...
(Adnkronos) - 'L'ultimo atto di una serie di aspetti non sufficientemente chiariti, che partono dalla gestione del Teatro dell'Opera'. Lo afferma Umberto Croppi, ex assessore alla Cultura del Comune di Roma, dalla colonne del Messaggero in riferimento alla cittadinanza onoraria a Riccardo Muti, conferita dall'assemblea capitolina, e rifiutata dal maestro. 'Il nome di Muti - chiarisce Croppi - e' stato utilizzato di frequente da Alemanno, in modo un po' forzato, per dare lustro a una gestione non proprio brillante'.
'Quando il sindaco - aggiunge l'ex assessore alla cultura - e' diventato commissario del Teatro dell'Opera c'era un deficit di sei milioni di euro. Adesso ci troviamo con un deficit superiore, e le riserve molto ridotte, problemi sindacali e un management non all'altezza della situazione'. 'Il maestro -prosegue - conosce bene lo stato dei fatti e sa che il suo nome e' stato utilizzato spesso a sproposito. Il balletto politico che e' stato fatto sulla sua cittadinanza onoraria non ha certo migliorato le cose, anzi'.
E rivela: 'Molti si augurano che si possa arrivare a un cambio al vertice prima che sia troppo tardi, e che la sfida per il Campidoglio diventi troppo difficile per il Pdl. Non e' un mistero per nessuno - aggiunge - tanto per esempio, che la corrente di Rampelli punti apertamente su Giorgia Meloni per la prossima candidatura a sindaco di Roma'.