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UNA \"PIZZA\" ALLA ROVESCIA! - UN CINECLUB DI BOLOGNA PROIETTA “L’ALBERO DELLA VITA” DI MALICK AL CONTRARIO, PER NOVE GIORNI - NESSUNO DEI COLTISSIMI SPETTATORI SI ACCORGE CHE VA PRIMA IL SECONDO E POI IL PRIMO TEMPO - PAR DI VEDERLI, I FAMIGERATI INTELLETTUALI MENTRE ESCONO DALLA SALA MAGNIFICANDO LA GENIALITÀ DEL REGISTA NEL METTERE LA PAROLA FINE AL TERMINE DEL PRIMO TEMPO, SUPERATA SOLO DALL’INTUIZIONE DI INSERIRE I TITOLI DI TESTA ALL’INIZIO DEL SECONDO…

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1 - VITA DELLA ALBERO L'...
Massimo Gramellini per "la Stampa"

Terrence Malick

In un cineclub di Bologna hanno proiettato per una settimana «L'albero della vita» di Malick all'incontrario. Prima il secondo tempo, poi il primo. E alla fine, applausi convinti. Pare che il distributore avesse invertito per sbaglio le etichette sui rulli della pellicola. Sta di fatto che gli spettatori del film vincitore a Cannes non si sono accorti di nulla. Ora, è vero che il protagonista muore all'inizio e rivive durante le ore successive, per cui l'inversione dei rulli ha semplificato la trama.

Ma i frequentatori del cineclub - i famigerati intellettuali con barba esisteranno ancora? - hanno ridato fiato al partito di Fantozzi, che li sbertuccia dai tempi della Corazzata Potemkin. Par di vederli, mentre escono dalla sala magnificando la genialità del regista nel mettere la parola FINE al termine del primo tempo, superata solo dall'intuizione di inserire i titoli di testa all'inizio del secondo.

Vorrei prendere le loro difese: intanto il film era in lingua originale e si sa che molti intellettuali dicono di sapere l'inglese, ma restano fermi a «the cat is on the table». E poi c'è il condizionamento del luogo. Nei cineclub, come a certe mostre, si entra con un pregiudizio favorevole nei confronti dell'artista.

Davanti al ritratto di un uomo a testa in giù, mi capitò di udire un critico profondersi in gargarismi per il pittore che «aveva denunciato il rovesciamento della realtà operato dal Potere». Stavo riflettendo sulla profondità del messaggio, quando un commesso si avvicinò al quadro e lo mise nel verso giusto, scusandosi per l'errore.

ALBERO DELLA VITA

2- SE NESSUNO SI ACCORGE CHE IL FILM DI MALICK È PROIETTATO AL CONTRARIO...
Paolo Mereghetti per il "Corriere della Sera"

Sarebbe piaciuto ai surrealisti quello che è successo a Bologna al cinema Lumière. Loro che teorizzavano una visione «personalissima» del cinema e pensavano che l'ideale fosse entrare e uscire dalla sala per non farsi condizionare dalla storia che veniva raccontata sullo schermo o, in mancanza di meglio, suggerivano di schiacciare un pisolino per confondere sogni e visioni, loro avrebbero applaudito all'errore che per nove giorni ha trasformato il film di Terrence Malick The Tree of Life in un'altra cosa. In un altro film.

Perché per tutti quei giorni le prime due bobine sono state viste nell'ordine sbagliato: prima la seconda e poi la prima. Errori che possono succedere soprattutto se il film arriva dal distributore nazionale con lo «scambio» incorporato: nella custodia col numero uno c'era la seconda parte e viceversa. Ma errori che di solito si correggono dopo la prima proiezione o addirittura in corsa, durante lo spettacolo.

ALBERO DELLA VITA

E invece a Bologna sono andati avanti per nove giorni così, senza che nessuno si lamentasse. Forza delle suggestioni arrivate da Cannes probabilmente, dove il film di Malick ha vinto la Palma d'oro ma è stato descritto come un film insolito, visionario, antinarrativo. Per qualcuno addirittura «confuso» e «delirante». E il pubblico del Lumière, che è abituato alle proposte più estreme, ha accettato in silenzio quello che passava sullo schermo.

Anche se la citazione dal Libro di Giobbe non era più all'inizio del film ma dopo venti minuti. Anche se il logo del distributore non stava più in testa al film. Da Malick ci si poteva aspettare di tutto. In fondo anche Sean Penn non si era presentato alla conferenza stampa perché insoddisfatto - si dice - del montaggio definitivo. Forse aveva visto anche lui la versione proiettata a Bologna.

 


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