1 - NON SI PLACANO LE TENSIONI SU BPM, TITOLO TOCCA NUOVO MINIMO STORICO A 1,64 EURO
Finanza.com - Non si arrestano le vendite sulla Popolare di Milano e il titolo segna un nuovo minimo storico a Piazza Affari a 1,64 euro. Ieri il Cda di piazza Meda, convocato per rispondere alle osservazioni di Bankitalia, ha deciso che stilerà un documento definitivo da inviare il prossimo venerdì a Via Nazionale. Il titolo sta inoltre pagando le indiscrezioni di un rischio creditizio riportate ieri da La Repubblica, anche se la banca ha fatto sapere che "il bilancio annuale 2010 e la prima trimestrale 2011 riflettono già le osservazioni dell'organo di vigilanza".
Il prossimo appuntamento è fissato per il 25 giugno quando l'assemblea straordinaria dell'istituto milanese dovrà affrontare tre temi delicati: la delega al Cda per un aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro; la modifica dello strike del convertendo; l'aumento del numero delle deleghe da tre a cinque. Nel frattempo a Piazza Affari il titolo Bpm lascia sul parterre oltre 3 punti percentuali a 1,641 euro.
2 - BANKOMAT: "QUESTI AFFARUCCI SONO TIPICI ANCHE DELLE BANCHE MAGGIORI. MA BPM APPARTIENE A QUEL GIRO DI BANCHE MINORI DELLE QUALI PER LA GRANDE STAMPA È PIÙ AGEVOLE PARLAR MALE"
Bankomat per Dagospia
E' chiaro che alla BPM c'è in corso un regolamento di conti. Altrimenti non usciva quel che è uscito oggi su Repubblica, circa le "interferenze" del presidente Ponzellini su alcune pratiche creditizie.
logo BPMLa popolare di piazza Meda da sempre nel cuore di molti milanesi è una strana banca, come tutte le popolari. In fondo, molto italiana. Governata dai sindacati dei dipendenti, si spaccia per banca del territorio, concetto in fondo un po' astruso, ma di gran moda e molto filo-leghista come il suo Presidente Ponzellini, oggi filo leghista e nel passato filo quasi tutto. Soprattutto amante delle sue molteplici poltrone extra bancarie, il che per un banchiere non sarebbe conveniente.
Per un banchiere non è conveniente neppure farsi citare nella pratica di finanziamento di persone evidentemente amiche e conosciute, come rivela oggi Repubblica, a titolo di garante della loro affidabilità. Così emergerebbe dalla ispezione Bankitalia che sta scuotendo le fondamenta della banca popolare di Milano.
Ma il punto interessante per i lettori di Dagospia è forse un altro, aldilà del voyerismo sugli affarucci interni della BPM che del resto sono tipici di molte banche italiane. Come da tempo Bankomat sommessamente sollecita, è forse ora di far chiarezza su di un certo modo di far credito in italia. Certo i grandi giornali italiani difficilmente aprirebbero paginate di inchieste su Intesa, Unicredit e Monte dei Paschi. Anche su UBI, che pure è una grande popolare, si parla poco e con deferenza.
Super Mario DraghiLa vicenda Boselli /Burani, per tempo denuciata da Bankomat come affare non certo di poco conto e non certo gestito in autonomia da qualche periferico funzionario della controllata Centrobanca, a volerla indagare e leggere con onestà intellettuale molto parlerebbe dello stile creditizio delle banche italiane, ma in fondo anche su quello scandalo la granda stampa è stata piuttosto generosa. Come su Parmalat, perlopiù si dipingono con sdegno gli affaristi di provincia (ieri Tanzi, oggi Burani) ma si stendono ampi veli pietosi sul modo di far banca a Milano o Roma che ne accompagna e spesso ne facilita oltremodo le penose gesta pseudo-imprenditoriali.
Tornando alla BPM ed alle ingerenze del suo presidente su alcune pratiche, come pare Bankitalia abbia stigmatizzato, certo la BPM appartiene a quel giro di banche minori (come pure il Banco Popolare, grosso ma non grande e scadentuccio nelle pubbliche relazioni...) delle quali per la grande stampa è più agevole parlar male.
Speriamo che Repubblica, Corriere; Stampa e Sole 24 ore comincino una stagione di inchieste sulle ingerenze dei vari presidenti e vicepresidenti o grandi azionisti delle grandi banche italiane negli affari creditizi.
Ci sarebbe da divertirsi.
3 - CORSIA PREFERENZIALE PER GLI AMICI - QUEI PRESTITI IMPOSTI DA PONZELLINI...
Giovanni Pons per "la Repubblica"
C´è un passaggio dell´ispezione di Banca d´Italia sulla Popolare di Milano che lascia quantomeno stupiti. Contrariamente a tutte le prassi, il presidente Massimo Ponzellini garantisce personalmente l´erogazione di un prestito alla Finsevi Sa, società lussemburghese i cui due azionisti di riferimento fin dal 2002 figurano essere l´imprenditore Vittorio Paoletti e la signora Serenella Tomassini, con 241mila euro a testa. Nell´archivio delle società lussemburghesi non risultano altri passaggi azionari dal 2002 a oggi se non che Paoletti nel 2009 viene confermato amministratore insieme a Louis Vegas-Pieroni.
Sull´attività della Finsevi nulla si sa se non alcuni dati non proprio edificanti messi nero su bianco dagli ispettori di via Nazionale. Al punto 10, quello in cui sono state riscontrate anomalie e scarso approfondimento nelle istruttorie di affidamento deliberate nel secondo semestre 2010, si legge: «Concessione a Finsevi Sa - fiduciariamente intestata a "Melior Trust" - di un prestito di euro 24 milioni, per metà garantito da pegno su deposito in titoli da costituire presso Akros dopo l´erogazione.
CentrobancaL´operazione - di subentro ad altra banca - è stata deliberata sulla scorta di dati non aggiornati e poco significativi (l´ultimo bilancio, risalente al 2008, registrava perdite per 1,3 milioni) e senza la precisa individuazione del garante/titolare del pegno; determinante si è in proposito rivelata l´assicurazione su "serietà degli esponenti aziendali e trasparenza e liceità economico-patrimoniale della società" fornita dal presidente dr. Ponzellini».
Una domanda a questo punto è d´obbligo: chi ha istruito la pratica Finsevi e perché mai il presidente della banca deve spendersi personalmente per far approvare il prestito non sorretto da garanzie. Vittorio Paoletti è un imprenditore italo argentino di stanza a Roma che opera nel campo dei trasporti, specializzato sui rifiuti e le sostanze pericolose, attraverso commesse soprattutto pubbliche, per aziende come Eni, Alitalia, Fs e il Comune di Fiumicino.
MARIO BACCINIÈ sua la Eurohandling, che con 100 dipendenti movimenta merci all´aeroporto di Fiumicino, così come la Getras (trasporti sostanze pericolose) e la Paoletti Ecologia (gestione eco-compatibile di rifiuti), ciascuna delle quali con una cinquantina di addetti. Paoletti è considerato a Roma molto vicino all´ex ministro della funzione pubblica Mario Baccini (ex Udc poi passato al Pdl e grande sponsor di Renata Polverini), come dimostrano anche diverse occasioni pubbliche a cui hanno presenziato insieme.
Per esempio nell´ottobre 2009 Baccini e Paoletti erano in Uruguay per l´inaugurazione del nuovo aeroporto di Carrasco, mentre la scorsa primavera Paoletti aveva ospitato sulle nevi della Val Badia esponenti politici e dell´imprenditoria argentini che erano indicati come potenziali interessati all´acquisto di Telecom Argentina.