Arianna Ravelli per il "Corriere della Sera"
Samuel EtooOk, non si possono denunciare alla Procura tutti i gol sbagliati da un metro perché il calcio è strano e anche a uno come Samuel Eto'o può capitare. Ok, non si può indagare ogni volta che una agenzia di scommesse segnala giocate anomale perché, come ha spiegato il presidente Figc Giancarlo Abete, la procura sportiva non ha gli strumenti per approfondire e sarebbe meglio che le agenzie denunciassero direttamente alla giustizia ordinaria (e non sempre a giocate anomale corrisponde una partita taroccata).
Però la domanda resta: perché il mondo del pallone viene travolto ciclicamente da scandali di vario genere (a partire dalle scommesse dell' 80 con i carabinieri all'Olimpico) senza che riesca, se non a prevenirli, a scoprirli in autonomia? Cosa impedisce di trasformare i sospetti (che nascono a ogni fine stagione) in indagini e denunce? Il punto di partenza è di carattere etico e lo sintetizza il presidente del Coni Gianni Petrucci: «Nel calcio sento parlare solo di soldi».
GIANCARLO ABETEUna stoccata a presidenti e giocatori. Scendendo dall'etica alla pratica, i format dei campionati non aiutano (troppe squadre: se nelle ultime giornate i verdetti sono già stati decisi e si giocano solo amichevoli le tentazioni aumentano), le squadre indebitate che non pagano gli stipendi nemmeno, ma, detto questo, la risposta dello sport è che mancano i mezzi per indagare (l'Ufficio della procura federale può interrogare solo i tesserati, non può ordinare intercettazioni né controlli bancari) e va migliorato il coordinamento con la giustizia ordinaria.
Dalla parte dell'accusa c'è, da sempre, l'allenatore Zdenek Zeman: «Mi stupisco dello stupore diffuso, se n'è sempre parlato, ma non si è mai riusciti a intervenire - ha detto a Sky -. Io negli anni precedenti ho denunciato tentativi di aggiustare la partita ma non è successo niente» . È vero che in passato, dopo le sanzioni esemplari dell' 80, c'è stato un eccesso di perdonismo, per esempio in occasione di altri casi di calcio scommesse, nel 2000 e nel 2004.
MARIO PESCANTE GIANNI PETRUCCIE proprio dalle sanzioni adesso si vuole partire: il consiglio federale di dopodomani deciderà di inasprire le pene per chi scommette (il divieto già c'è) e di stabilire l'obbligo della denuncia (che adesso non c'è) per «colpire gli omertosi» , quelli che sentono odore di combine e non denunciano. Si aggiungeranno anche sanzioni pecuniarie perché si pensa siano il miglior deterrente. Ma non basta. Tra i capi d'accusa al «mondo calcio» il primo riguarda l'Ufficio indagine che si dice lento e poco vigile. È vero che spesso prevale la volontà di non intaccare i risultati acquisiti sul campo.
Si preferisce non scoperchiare il vaso. Ma è anche vero che «l'Ufficio indagini è composto da un capo (Stefano Palazzi), cinque vice, una serie di collaboratori: tutti sono volontari, non percepiscono uno stipendio e il loro rimborso spese è di 31 euro al mese» , come spiegano dalla Federazione. Inoltre, dopo Calciopoli è stato deciso che non ne facciano più parte magistrati in attività, ma solo avvocati, pensionati o neolaureati. Evidente che la struttura va rafforzata, ma servono soldi.
ZemanA questo proposito, un collaboratore dell'ufficio ha ricevuto la denuncia di Massimo Erodiani (uno dei protagonisti delle recenti intercettazioni) il 14 maggio e il 25 ha mandato un'email all'Ufficio indagini. Forse poteva farlo prima, forse ha voluto approfondire. Palazzi aveva già in programma di sentire Erodiani (che però non è tesserato, quindi non è obbligato a parlargli), ma il 31 è scoppiato lo scandalo con gli arresti. Non è certo questa Procura federale che può tenere a freno la criminalità organizzata.
stefano palazzi01È il punto del presidente del Coni Gianni Petrucci: «Non si può chiedere all'organizzazione sportiva di contrastare la malavita. Se il Cio chiede l'intervento dell'Interpol e la Fifa si rivolge all'ex capo dell'Fbi, vuol dire che il problema non può essere risolto in ambito sportivo. Il resto è demagogia». Però se il calcio non ha gli strumenti, forse, bisognerebbe che dal calcio partissero più denunce alla giustizia ordinaria che gli strumenti li ha. Franco Carraro, membro del Cio, parte proprio da qui: «Serve maggior intesa con la giustizia ordinaria.
FRANCO E SANDRA CARRAROQuesti sono accadimenti ciclici che vanno fronteggiati con una forza speciale» , la task force di cui ha parlato anche il ministro Maroni. «Poi servono esami a campione, come per l'antidoping - continua Carraro -, quando ci sono casi sospetti bisogna mandare i controlli» . Basterà? L'ex presidente Lega Antonio Matarrese sintetizza: «Forse si poteva fare di più, ma questa è la più grande operazione banditesca a danni del calcio. Di sicuro, serve un'opera di moralizzazione tra i calciatori» . Perché se si comincia a dubitare del gol sbagliato da Eto'o (citato come uno al di sopra dei sospetti), il calcio è finito per davvero.