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1- ALFANO COMMISSARIO DEL PDL, CON UNA SOLA VICE. VIVIANA BECCALOSSI, BRESCIANA 2- E POI, AL POSTO DI MAURIZIO LUPI CHE SOSTITUIREBBE ANGELINO ALLA GIUSTIZIA, IL RIENTRO DI SCAJOLA: VICEPRESIDENTE DELLA CAMERA, QUANTO BASTA PER TENERLO BUONO 3- IL BIPOLARISMO MORIRÀ CON SILVIO B. E LA LEGA NON VUOLE FARE LA STESSA FINE: QUINDI VA BENE QUALSIASI MATTARELLUM, QUALSIASI UNINOMINALE PROPORZIONALE CHE CONSENTA DI ANDARE DA SOLI. SE LA LEGA PRENDE UNA INIZIATIVA DEL GENERE, SI TIRA DIETRO TUTTE LE ATTUALI OPPOSIZIONI E METTE LA PAROLA FINE AL VENTENNIO BERLUSCONIANO. E’ QUESTA LA PARTITA CHE SI GIOCA ANCHE DIETRO LO SCAZZO CON TREMONTI 4- E SE SI ESCE DAL BIPOLARISMO, CAMBIERÀ RADICALMENTE LA SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE: SERVIRÀ GENTE CAPACE DI PORTARE VOTI, NON I NOMINATI DEL LISTINO. CAMBIERÀ TUTTO ANCHE PER CHI VORRÀ ENTRARE IN CAMPO EX NOVO, COME MONTEZEMOLO

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DAGOREPORT

BERLUSCONI ALFANOe

Angelino A. commissario del Pdl, con una sola vice. Donna, del Nord e di provenienza aennina ma in buoni rapporti, non soltanto sui voli Milano-Roma, con molti deputati berluscones: la bionda quasi naturale Viviana Beccalossi, bresciana. E poi, al posto di Maurizio Lupi che sostituirebbe Angelino alla giustizia, il rientro di Scajola C. nel giro degli incarichi con il minimo di patina istituzionale: vicepresidente della Camera, quanto basta a fare in modo che l'inquieto gruppo di deputati che fanno riferimento all'ex ministro delle attività produttive restino all'interno del partito.

MAURIZIO LUPI

Lupi alla giustizia libererebbe anche un'altra poltrona che in tempi di elezioni più o meno ravvicinate è strategica, quella di responsabile organizzativo del Pdl (pochi lo sanno ma Lupi aveva anche quest'incarico, non ha deciso lui ovviamente sui sindaci ma qualche ruolo sulle liste ce l'ha avuto). Infine, ci sarà da sistemare in qualche incarico Denis Verdini, il quale non può essere lasciato del tutto spoglio di potere di fronte a quei cattivoni di magistrati.

Sono le prime scosse di assestamento in casa di Silvio B. dopo la batosta di Milano, Napoli e Arcore. Tutto il resto è il tentativo di organizzare il fuggi fuggi da parte di gruppi e gruppuscoli. Gli ultimi due movimenti in corso sono capeggiati (si fa per dire, e lo diciamo persino con rispetto per i difficili momenti che i peones attraversano) dall'onorevole Bertolini, una deputata emiliana di taglia forte anzichenò, la quale sta cercando di fare un gruppo con deputati al di sotto dei 50 anni, e dall'onorevole Santelli, la mitica Jole già sottosegretario alla giustizia in conto Marcello Pera.

La calabrese Santelli va teorizzando, in Transatlantico e in alcuni salotti romani, che la sola via di uscita è la formazione di un nuovo gruppo parlamentare del Pdl.

FRANCESCO PIONATI beccalossi_larussa

Il tutto, anche l'addio dei sogni ministeriali di Pionati (affondati da masse di voti napoletani pari a poche decine), in realtà dipende dalla tenace follia residua di Silvio B. il quale non trova di meglio che ripetere anche il copione del ministro dell'economia cattivo che non dà i soldi e non parla con nessuno: l'esatto copione già andato in onda nel 2004, con Giulio T. sostituito da Domenico Siniscalco con l'aiuto di Fini.

Questa volta difficilmente può andare allo stesso modo senza conseguenze profonde, sia nei rapporti con la Lega, sia rispetto alle difficoltà dei paesi deboli dell'euro. Le decisioni della Lega, già divisa tra il troncone vicino alla moglie e ai figli del capo indebolito dalla malattia e quello della sede ufficiale di via Bellerio a Milano, saranno fondamentali per il futuro.

Renzo e Umberto Bossi Calderoli e Tremonti alla Cena degli Ossi zeb25 jole santelli

Il punto vero su cui tutti gli uomini in verde si stanno interrogando non è il fantasma del federalismo, tema ormai non proponibile agli stessi sindaci leghisti sopravvissuti perché significa aumenta delle tasse locali, ma la legge elettorale. Il bipolarismo infatti, dicono gli uscieri del Quirinale, morirà con Silvio B. e la Lega non vuole fare la stessa fine: quindi va bene qualsiasi Mattarellum, qualsiasi uninominale proporzionale che consenta di andare da soli.

Se la lega prende una iniziativa del genere, si tira dietro tutte le attuali opposizioni e mette la parola fine al ventennio berlusconiano. E' questa la partita che si gioca anche dietro il tentativo di delegittimare a distanza di sette anni dal primo Giulio T.

E se si esce dal bipolarismo, cambierà radicalmente tutta la selezione della classe dirigente: servirà gente capace di portare voti e di avere rapporti veri con gli elettori, non i nominati del listino. Cambierà tutto anche per chi vorrà entrare in campo ex novo, come Luca di Montezemolo. Il punto è che la finestra utile si restringe: bisognerà approfittare di quei pochissimi minuti in cui l'onda dello tsunami si ritira da dove era partita creando un vuoto enorme nel mare antistante. Dopo, il vuoto si riempirà comunque.

Montezemolo SCAJOLA

 


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