Sergio Rizzo per il "Corriere della Sera"
GIANNI ALEMANNODei pochi mesi (neppure sei) trascorsi nella galleria degli orrori, Maurizio Basile non potrà non ricordare l'accoglienza. Era il 19 ottobre 2010 quando il vicesindaco Mauro Cutrufo, senatore del Pdl, nel porgergli gli auguri di rito per l'incarico di amministratore delegato dell'Atac, non si trattenne dal rivolgere un saluto ben più caloroso al suo predecessore Adalberto Bertucci, di fatto appena trombato, ringraziandolo per aver «saputo guidare l'azienda», testuale, «con la generosità e l'impegno che gli sono propri».
La generosità, soprattutto: di cui la municipalizzata dei trasporti della capitale, nel breve periodo della sua gestione, aveva dato numerose dimostrazioni tangibili. Basta ricordare le assunzioni a raffica di amici e parenti che hanno scosso la giunta di Gianni Alemanno, facendo finire il nome di Bertucci nel registro degli indagati dei pubblici ministeri romani che stanno passando al setaccio i casi sospetti della Parentopoli dell'Atac. Oppure il contratto di consulenza da 219 mila euro che gli aveva assegnato la stessa società da lui amministrata.
Niente, però, parlando di buon cuore, eguaglia sette lettere firmate da Bertucci in favore di altrettanti dirigenti della municipalizzata a luglio del 2010, giusto tre mesi prima delle sue dimissioni. Si tratta di «lettere», ha spiegato Basile il 10 febbraio scorso agli allibiti partecipanti alla riunione del consiglio di amministrazione di quel giorno, «rinvenute nell'archivio» di colui che l'aveva preceduto nell'incarico.
Adalberto BertucciSul cui contenuto niente è più chiaro delle parole fatte mettere a verbale: quelle lettere «riconoscono ai predetti dirigenti una estensione dell'indennizzo spettante nell'ipotesi di risoluzione del rapporto di lavoro a 5 anni di retribuzione, rispetto ai 2 previsti dal contratto di lavoro di settore, e prevedono l'indennizzo anche nell'ipotesi del mutamento di mansioni».
E chi sono i predetti dirigenti? «Il dott. Cursi, il dott. Di Luzio, la dott. ssa Zadotti, il dott. Ponzio, il dott. Cipolla, il sig. De Cristofaro e l'avv. Lombardo», c'è scritto. Andiamo allora per ordine. Angelo Cursi è il responsabile del settore acquisti: incidentalmente, come ha rivelato sul Corriere Ernesto Menicucci, «parente del senatore del Pdl (Cesare Cursi, ex sottosegretario alla Salute, ndr) ma con rapporti inesistenti con lui».
Riccardo Di Luzio è capo del personale, ritenuto vicino agli onorevoli del Pdl Francesco Aracri e Vincenzo Piso, a loro volta considerati entrambi assai influenti sull'Atac. Francesca Romana Zadotti, ex collaboratrice di Bertucci, ex dipendente del Comune comandata all'Atac, «da tutti in azienda soprannominata la zarina», ha scritto Giovanna Vitale su Repubblica, è arrivata in un baleno sulla poltrona di amministratore delegato di Trambus open, società controllata che gestisce il claudicante business dei torpedoni turistici: sua nuora Chiara Marchi è impiegata al marketing dell'Atac, mentre suo figlio Tommaso Aiello, hanno raccontato sul Corriere Alessandro Capponi ed Ernesto Menicucci, «ha realizzato i gadget aziendali per i dirigenti, pagati da Atac circa 200 mila euro».
Maurizio BasileDi Gianluca Ponzio i giornali hanno riferito la vecchia militanza nell'organizzazione di estrema destra Terza Posizione: polemiche respinte al mittente dall'azienda, con una nota nella quale, oltre a mettere in evidenza titoli ed esperienze professionali, si precisava che «l'ultima condanna interamente espiata risulta vecchia di 21 anni per fatti risalenti a 32 anni fa» . Manolo Cipolla è consigliere comunale del Pdl di Paolombara Sabina: nella sede Atac di via Tiburtina, ha riportato Giovanna Vitale su Repubblica, lavora anche suo cognato Ugo De Angelis, impiegato al personale.
MAURO CUTRUFOL'avvocato Mauro Lombardo è dirigente all'ufficio acquisti: arriva da Guidonia Montecelio, dove è vicesindaco, naturalmente per il Pdl. Il «sig. De Cristofaro» invece, è sconosciuto: appena un'assonanza (ma solo quella) con un altro nome noto in azienda, quello del capo della Manutenzione opere civili Patrizio Cristofari, perito tecnico e genero di Bertucci.
La patata bollente è ora nelle mani del nuovo amministratore Carlo Tosti. Secondo i legali di Basile (il quale aveva proposto «un'azione di responsabilità nei confronti di chi le ha sottoscritte» ), le lettere sarebbero potute costare all'Atac «circa 4 milioni» . Mica male, per un'azienda che a fine 2009 aveva accumulato perdite per oltre 700 milioni.