Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
FEDELE CONFALONIERIPolitica e tv, conflitto di interessi, pubblicità elettorale: matura ieri in questo triangolo la richiesta di condanna a 1 anno del presidente Mediaset Fedele Confalonieri e del senatore pdl Alfredo Messina per favoreggiamento della bancarotta da 40 milioni della Hdc dell'ex sondaggista di Berlusconi, Luigi Crespi (8 anni, «e invece sono io la vera parte lesa» ). Nel 1999-2000 le tv private Telelombardia (Parenzo) e Antenna 3 (Giunco/Besso) si accorgono che Mediaset avvantaggia il circuito Italia 7 Gold fornendo film di qualità a prezzi convenienti in cambio di agevolazioni a Forza Italia nella campagna elettorale.
Le doglianze sono sopite da un «indennizzo» di 500 milioni di lire a ciascuna delle due tv, anticipato «nell'interesse di Mediaset» dalla società Dataplanning dell' «intermediario e paciere» Crespi tramite l'acquisto di prenotazioni di spazi pubblicitari.
LUIGI CRESPIQuando però nel 2003 Crespi fallisce (e ora per i guai collaterali l'ex consigliere delegato di Publitalia Fulvio Pravadelli rischia 2 anni, e i banchieri di Efibanca Enrico Fagioli e Giampiero Fiorani 4 anni e 3 anni e mezzo), quel miliardo diventa un problema, e Crespi comincia freneticamente a chiederne la restituzione, minacciando se no di raccontare tutto ai pm.
SILVIO BERLUSCONIAssilla Messina (n. 2 di Mediolanum), Deborah Bergamini (ex segretaria personale di Berlusconi, oggi deputata pdl e teste definita dal pm «ai limiti della reticenza») e Niccolò Querci, già assistente del premier e oggi n. 2 di Rti.
A trattare con Messina è l'avvocato di Crespi, Antonello Martinez (indagato ma archiviato già in istruttoria, oggi legale di gran parte del contenzioso Mondadori), che al telefono invita Crespi a essere più prudente e smettere di parlare di "nero", cash, estero.
alv20 giampiero fioraniLa prima idea, infatti, «secondo le modalità concordate tra Messina e "il dottore"» (che per i pm Pellicano e Pedio «anche Querci indica in Confalonieri» ), è una consegna di contanti in Svizzera prevista il 16 luglio 2004. Il 14 luglio Messina telefona a Paolo Del Bue, presidente della Arner Bank di Lugano, e a Giorgio Perroni, oggi avvocato di Berlusconi nel processo Ruby e di Messina in Hdc, e all'epoca già di Del Bue nel processo diritti tv.
Deborah Bergamini resizeDalle telefonate si capisce che Messina a Roma preleverà Perroni (che per suoi distinti impegni doveva recarsi da Del Bue) e insieme andranno a Lugano dal banchiere, a cui Messina chiede di far preparare dalla segretaria «un pacchetto» (contenente non soldi ma «candele profumate» , secondo la deposizione Messina definita «esilarante» dal pm). Ma la sera del 14 luglio, quando già la Procura «ha chiesto al Comando generale della Guardia di Finanza l'autorizzazione a un pedinamento in Svizzera», Messina a Roma «incontra gli avvocati Ghedini e Perroni: e, sebbene non si conosca il contenuto delle loro conversazioni, si registra un cambio di programma» .
QUERCIAccade infatti che «Messina, mentre sta andando in aeroporto, viene richiamato indietro dal segretario del Presidente del Consiglio, Valentino Valentini, perché avrebbe dimenticato un documento: una scusa, probabilmente, per comunicare di persona cose non riferibili al telefono. Subito dopo chiama Del Bue e annulla l'appuntamento in Svizzera».
E ieri il pm Pedio esplicita in Tribunale il suo dubbio: «Potrebbe esserci stata una soffiata». A questo punto per i pm la seconda maschera di restituzione dei soldi al «già fallito» Crespi diventa la cosmetica stipula il 19 luglio 2004 di un contratto da 500mila euro (di cui 120mila subito anticipati) tra Rti e la Ekma di Crespi per prestazioni «in larga parte, se non in tutto, fittizie» e «sconosciute persino ai dirigenti» del Biscione.