Gianni Marsilli per "il Fatto quotidiano"
SARKOZY E STRAUSS KAHNSolo dieci giorni fa uno deambulava tra gli ori dell'Eliseo mordendosi le unghie mentre l'altro, Dominique Strauss-Kahn, lo umiliava un sondaggio dopo l'altro: lo sfratto incombeva. Poi DSK finì in ceppi americani e Sarkozy non disse - non dice - una parola che sia una. Solo un ordine ai suoi: che lo lasciassero penzolare dalla corda alla quale si era appeso con le sue mani, anzi con qualcos'altro.
VIGNETTA STRAUSS KAHNConfidava, Sarkozy, nel ludibrio generale che avrebbe colpito Strauss-Kahn, e in una conseguente spettacolare inversione di tendenza nelle percentuali di gradimento politico. Invece niente o almeno non ancora. Certifica Bva, in un sondaggio per Rtl, che persino il mite François Hollande (che il suo compagno di partito Laurent Fabius definì una volta "fragolina di bosco", vista la facilità nell'arrossire, segno di infantile insicurezza) al secondo turno di presidenziali che si tenessero oggi, gli farebbe mangiar nuvole di polvere: 62 per cento, contro un misero 38.
Strauss-KahnE non gli andrebbe meglio con l'austera Martine Aubry, che se lo lascerebbe indietro di 18 punti: 59 contro 41 per cento. Non solo: per nulla scoraggiati dal fatto di essersi infatuati per anni di uno stupratore socialista e miliardario, i francesi fanno saggiamente la differenza tra l'uomo e la sua parte politica, la quale non soffre minimamente, per ora, del fatto che il dibattito sia passato dall'entità del deficit pubblico alle tracce di privatissimo sperma sulla camicetta della sventurata Ophelia: il 57 per cento auspica la vittoria della gauche, contro il 38 ancora abbarbicato a destra.
MArtine AubryUn po' più severi, i francesi, si dimostrano sul piano della popolarità dei personaggi in campo. Popolarità significa "buona opinione", da non confondere con l'intenzione di voto. Anche in questo campo fino a dieci giorni fa DSK dominava incontrastato, toccando punte del 71 per cento, più o meno il doppio del livoroso inquilino dell'Eliseo. Bontà loro, i francesi gli rifilano uno scapaccione e gli tolgono (lo dice Ifop per Paris Match) 29 punti di gradimento.
Bernard-Henri LévyGliene lasciano però 42, dimostrando di preferire persino un maniaco violento al povero Sarkozy, che ha molti difetti ma, che si sappia, non si è mai comportato come un gorilla in calore. Ciononostante si ferma ad un umiliante 34 per cento, al decimo posto sulla scena politica transalpina. Ora, è vero che è un po' presto perché il corpaccione elettorale francese metabolizzi gli orrori del Sofitel di New York. Però va segnalato il perdurare dell'idea del "complotto", che sia della Cia, di fedifraghi del Fmi, o delle segrete officine dell'Eliseo.
jack langCi credono in parecchi, un sondaggio diceva addirittura il 57 per cento, percentuale però destinata - a nostro ottimistico avviso - a sgonfiarsi rapidamente. Anche perché continua lo stillicidio delle rivelazioni: nel 2006 pescato a puttane al Bois de Boulogne e identificato da una pattuglia di polizia; nel 2007 intento a strappare il reggiseno ad una giovane e bella giornalista, nello stesso Sofitel; la sera prima dello stupro, che rincorreva le centraliniste dell'albergo.
Insomma, l'immagine di DSK non pare destinata a migliorarsi, anzi, malgrado la solidarietà di casta dei vari Henri-Levy, Jack Lang ("in fondo non è morto nessuno"), Jean François Kahn, Jean Pierre Chevenement ("anche il caso Dreyfus cominciò così"), autori di uno stupidario tra i più spettacolari.
francois hollande segolene royalMa c'è ancora un anno, prima delle presidenziali. Un anno nel corso del quale Sarkozy controllerà i suoi tic, non sbaglierà cravatta, non manderà a quel paese nessuno a microfoni aperti e soprattutto sorriderà come solo i papà possono sorridere. Sì, sul pennone dell'Eliseo, tra qualche mese, sventolerà un fiocco (pare azzurro, ma potrebbe essere rosa), Carla spingerà il passeggino nei sontuosi giardini del palazzo presidenziale e un fotografo di Paris Match passerà di lì per caso. Lo stesso fotografo che, verso la primavera del 2012, immortalerà il giovanile presidente mentre cambia i pannolini alla neonata creatura. E a quel punto si riapriranno i giochi.