Quantcast
Channel: Articoli
Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

GRANDI RISCHI, GRANDI DANNI - IL TRIBUNALE DELL’AQUILA RINVIA A GIUDIZIO LA COMMISSIONE “GRANDI RISCHI” (OMICIDIO PLURIMO COLPOSO E LESIONI) - NONOSTANTE GLI SCIAMI SISMICI REGISTRATI NEI GIORNI PRECEDENTI IL TERREMOTO, NON VENNE DATO L’ALLARME - TRA GLI IMPUTATI ANCHE ENZO BOSCHI, DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA: “TANTE PICCOLE SCOSSE NON SONO UN SEGNO CHE NE STIA PER ARRIVARE UNA GROSSA” - A VERBALE UNA PREVISIONE ATTRIBUITA ALLO STESSO BOSCHI: “NON SARÀ OGGI, NON SARÀ DOMANI, MA UN TERREMOTO FORTE COLPIRÀ L’AQUILA”…

$
0
0

Da "il Foglio"

Enzo Boschi - copyright Pizzi

Se la terra trema, dovrà pur essere colpa di qualcuno. Fino a ieri, di fronte a un disastro di questa specie, ci si limitava alla pietà e al soccorso, ma la colpa, quella, si poteva addossare al massimo al buon Dio. Ora, grazie alla decisione del tribunale dell'Aquila, che ha rinviato a giudizio l'intera commissione "Grandi rischi", si può dare la colpa direttamente agli scienziati che non l'avevano previsto.

La fattispecie, su cui verranno giudicati i sette componenti della commissione, è quantomeno acrobatica: omicidio colposo plurimo e lesioni. "In pratica si vuol dimostrare che gli aquilani sarebbero rimasti in casa la notte del terremoto perché gliel'avevamo detto noi", dice Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, tra gli accusati.

Per l'associazione "309 martiri" è la vittoria di un teorema accusatorio divulgato da mesi: il 31 marzo 2009, l'allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, riunisce all'Aquila la commissione "Grandi rischi", per valutare la situazione del capoluogo abruzzese. I componenti sanno delle "pericolose potenzialità degli eventi sismici in atto da ormai sei mesi", ma non lanciano alcun allarme.

TERREMOTO AQUILA

Secondo alcuni, il professor Boschi avrebbe affermato che "non sarà oggi, non sarà domani, ma un terremoto forte colpirà l'Aquila", ma la sua vaticinazione viene messa a verbale. Una settimana dopo, nella notte del 6 aprile, un sisma di magnitudo 5,9 della scala Richter sconvolge l'Aquila, uccidendo 309 persone. La correlazione, stando all'accusa, è lampante, tanto chiara che a motivarla le si fa quasi un torto.

Il terremoto visto dall'alto (foto Adnkronos)

Basta scorrere le dichiarazioni dopo la decisione, ieri, del gup Giuseppe Romano Gnagnarella: "Per la prima volta vengono tratti a giudizio componenti di una commissione scientifica che aveva il dovere giuridico di valutare attentamente il rischio sismico", ha detto uno dei legali di parte civile, Wania Della Vigna, secondo la quale da oggi "si inizierà a dare una prima risposta ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime del 6 aprile del 2009".

Il terremoto visto dall'alto (foto Adnkronos)

Uno dei fondatori dell'associazione "309 martiri", Vincenzo Vittorini, dice commosso che "è cominciato il lungo tragitto che deve condurre alla verità dei fatti, noi vogliamo sapere perché non ci è stata data la capacità in quella notte, in quei giorni, di scegliere". Lo studioso aquilano Giampaolo Giuliani, quello che si vanta di aver previsto il terremoto abruzzese, gongola: "E' un fatto storico, il mondo scientifico ci sta guardando. Questo epilogo giudiziario non ci fa perdere fiducia nella giustizia, non è mai accaduto che su un fenomeno fisico fosse stata accertata una certa responsabilità di chi era preposto all'incolumità delle persone".

Il terremoto visto dall'alto (foto Adnkronos)

Forse nessuno è stato mai incriminato per episodi simili perché degli eventi sismici non si possono prevedere né il giorno né l'ora. Boschi, su questo, è categorico: "Non c'è margine tecnico per realizzare una previsione deterministica dei terremoti. Ma scusi, se fosse possibile l'avremmo fatto, e con noi l'avrebbero fatto i giapponesi e i californiani".

Il terremoto visto dall'alto (foto Adnkronos)

L'accusa principale - l'aver sottovalutato uno sciame sismico precedente alla notte del 6 aprile -, dice Boschi, fa leva su un senso comune che ha poco a che fare con le frontiere raggiunte dalla scienza: "Noi misuriamo almeno cinquemila scosse all'anno su tutto l'Appennino, non è che l'osservazione di tante piccole scosse sia un segno che ne sta per arrivare una grossa".

Se poi si vuole ottenere una condanna per omicidio colposo plurimo in forza del fatto che la commissione "Grandi rischi" non poteva non sapere che l'Abruzzo è zona sismica, ci si avvicina alla farsa macabra: "E' ben noto come quella zona sia la più pericolosa d'Italia, io stesso lo dico da quando ho iniziato a fare il sismologo, negli anni Ottanta", fa notare Boschi. Ma i parenti delle vittime esigono la verità sul sisma e un traguardo del genere, nella loro economia di pensiero, presuppone dei colpevoli.

Giampaolo Giuliani

E così, il 20 settembre, porteranno in aula i sette che non potevano non sapere, i sette che "hanno ingannato la città". Il tribunale aquilano, dopo tre udienze e un'ora di camera di consiglio, si è prestato a quest'impresa bizzarra. "Chissà che cosa sperano di ottenere", si domanda Boschi: "Ci accusano perché, tra i possibili colpevoli, l'anello debole siamo noi".

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

Trending Articles