Carlo Bonini per "la Repubblica"
Diego AnemoneIl fantasma del Fagutale, il mezzanino da 1 milione 700 mila euro vista Colosseo abitato dall´"inconsapevole" proprietario Claudio Scajola e acquistato per due terzi con denaro altrui, torna ad afferrare l´ex ministro. La Procura di Roma riceverà forse già oggi le novecento pagine della "nuova" contabilità segreta estratta dai computer di Diego Anemone, il Grande Elemosiniere del sistema degli appalti pubblici.
E una partita che Scajola aveva dato frettolosamente e strumentalmente per archiviata (da quando aveva ritenuto che il tempo del suo breve purgatorio politico si fosse esaurito, ripeteva di essere stato «scagionato») riprenderà esattamente dal punto in cui l´avevamo lasciata. ù
BERTOLASO-SCAJOLA E NEL RIQUADRO, ANEMONECon una differenza sostanziale, rispetto ai giorni dell´aprile 2010, quando il caso scoppiò. Che dodici mesi di indagini dei pm umbri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, il patteggiamento e le ammissioni dell´architetto Angelo Zampolini, "corriere" e "spicciafaccende" di Anemone, hanno fissato documentalmente - e dunque in modo incontrovertibile - le anomalie di quella compravendita, umiliando la tesi dell´«acquisto inconsapevole».
Scajola- Corriere della SeraIl procuratore di Roma, Giovanni Ferrara, ripete da ieri che «ogni valutazione sulla posizione di Scajola è prematura». Che la decisione che dovranno prendere il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Ilaria Calò non può prescindere dall´esame delle nuove emergenze istruttorie di Perugia. A cominciare dalla prova documentale che, nel maggio del 2004, Anemone versò 200 mila euro in contanti (oltre ai 30 mila per la mediazione dell´agenzia), per chiudere il preliminare di acquisto di via del Fagutale.
giovanni ferrara procuratore di romaCircostanza, questa, che, da sola, rende inverosimile l´ipotesi di un acquirente (Scajola) che, al momento del rogito (6 luglio 2004), non si accorge, peggio "non sa", che per la casa che sta comprando le venditrici hanno già ricevuto parte del prezzo. I pm umbri, a lungo incerti se iscrivere Scajola al registro degli indagati per il reato di corruzione (a oggi, resta "persona informata sui fatti"), alla fine hanno deciso che, non essendo questa l´unica strada percorribile, sarà Roma a decidere sulla qualificazione giuridica della posizione del ministro, per il quale sarebbe ipotizzabile anche il reato di riciclaggio.
È un fatto che se un primo orientamento si sta facendo strada a Roma, questo è quello di «stralciare» la posizione del ministro dalle decine di posizioni minori emerse nell´inchiesta di Perugia e già trasmesse a Roma, per farne un fascicolo autonomo. Procedura che, normalmente, prelude a un´iscrizione e che, comunque, segnala la presenza di una prima massa critica di indizi. Che infatti non mancano. A dispetto delle parole dell´ex ministro che insiste nel denunciare una «campagna di fango e illazioni».
E a cominciare dalle dichiarazioni dell´architetto Zampolini, il professionista che per conto e con denaro di Diego Anemone paga in contanti la caparra di 200 mila euro per l´acquisto di via del Fagutale e che, al momento del rogito, trasforma l´ulteriore provvista nera di 900 mila euro in contanti messa a disposizione dal costruttore in 80 assegni circolari.
scajola moglie colosseoInterrogato il 18 maggio dello scorso anno, Zampolini dà infatti le prime due decisive martellate alla già pericolante difesa di Scajola. «Si dava del tu con Anemone, che accompagnai anche a casa sua», racconta. Di più: «Il giorno del rogito, il notaio certamente non poteva non sapere che la casa di via del Fagutale valeva di più di quanto dichiarato dall´atto (610 mila euro, ndr.).
Ricordo che, a un certo punto, il notaio pronunciò una frase del tipo "regolatevi come volete"». Dalle indagini del nucleo tributario della Guardia di Finanza (depositate a Perugia, prima, e ora a Roma), sappiamo come Scajola si regolò. Le due sorelle Papa, Barbara e Beatrice, le venditrici della casa, ricevettero dalle mani del ministro assegni circolari per 600 mila euro (il mutuo che aveva acceso) e da quelle di Zampolini assegni per altri 900 mila euro. Il ministro non se ne accorse?
CLAUDIO SCAJOLAI carabinieri del Ros e la Finanza hanno documentato in questi mesi qualcosa in più (anche questi sono atti depositati). I lavori di ristrutturazione di via del Fagutale vennero diretti dalla società "Medea", di proprietà di Anemone e Mauro Della Giovampaola (braccio destro del provveditore alle opere pubbliche Angelo Balducci), e gli artigiani che lavorarono nell´appartamento, dall´impiantistica, agli stucchi, ai servizi, vennero saldati da Anemone, con fatture caricate su un appalto pubblico che aveva vinto (la caserma dell´allora Sisde di piazza Zama) e di cui gonfiò i costi.
Possibile, verosimile, ragionevole, che il ministro non si accorse di non aver saldato neppure una fattura a un elettricista? Sicuramente Scajola finì per non badare ai dettagli. Come un trasformatore da 96 euro e un frullatore da 100.