1 - L'OSSERVATRICE ROMANA...
Barbara Palombelli per "Il Foglio"
Francesco Merlo lodava ieri su Repubblica "i sentimenti sorprendenti" delle mogli. Un applauso - in prima pagina - alla complicità matrimoniale. Evviva. Ann Sinclair, terza moglie dell'ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Khan, ha fatto riscoprire al mondo la forza insuperabile, quasi animale, della coppia. Decenni di inchieste sulla fine delle unioni, migliaia di interviste sulle demolizioni coniugali e i divorzi, sondaggi sulla devastazione delle rivalità private, spazzati via da una prova di fiducia verso l'uomo che ti ha ridicolizzato, tradito e infangato in tutto il mondo (hotel, aerei, case e locali per scambisti compresi).
STRAUSS KAHNLei, erede di una fortuna immensa, giornalista famosa e rispettata, non si muove dal fianco del marito. Lui, in una lettera di dimissioni in cui proclama la sua innocenza, giura di "amarla sopra ogni cosa". E' come se, a rinsaldare quei sentimenti sorprendenti di cui parla l'editorialista di Repubblica, contribuissero proprio le accuse, le umiliazioni, le regole spietate della giungla politico-mediatica.
La tana dei due complici, lui bloccato da un braccialetto alla caviglia, è sacra e rimanda a una solidarietà primitiva. Non è più l'appartamento di lusso, ma una casa affittata al volo da lei. Il partito socialista francese, alla notizia dell'arresto di Dsk, si è diviso in mille pezzi. La famiglia no: terza moglie, primi figli di altre mogli, fidanzate e amici sono solidali con l'accusato. Gli vogliono bene, al di là degli articoli, delle foto, delle insinuazioni, perfino al di là delle colpe passate e presenti. Sentimenti imprevisti e stupefacenti, in un teatro pubblico affollato ormai solo da gossip, da squali, da intercettazioni e da macchine del fango che vanno in ogni direzione.
VIGNETTA STRAUSS KAHNLe ideologie di un tempo, le chiese e le forze politiche erano forti e capaci di nascondere gli scandali con trasferimenti, liquidazioni, spostamenti, omertà. Erano famiglie surrogate, e a quei tempi non servivano mogli-tigri in grado di stupire l'universo con la loro solidità affettiva. Quando esistevano davvero i partiti veri, le aziende vere, i giornali veri, la famiglia del politico (o del banchiere, o del giornalista) era marginale. Le compagne di vita si defilavano, non c'era bisogno del loro pronto-soccorso costante e affettuoso. Anzi, le istituzioni di un tempo provvedevano anche ad aiutare, sistemare, perfino tranquillizzare mogli e amanti, figli e figliastri.
Adesso no, adesso chi viene infangato (a torto o a ragione) può contare soltanto sul suo nucleo privato, sul primo cerchio sentimentale. Roberta Serdoz, allora moglie di Piero Marrazzo, si comportò come Ann Sinclair quando suo marito fu travolto dallo scandalo.
STRAUSS KAHN UN COLPEVOLE QUASI PERFETTOAnche lei è una giornalista - giovane e brava- di successo. Così, in modo esemplare, Sabina Donadio - compagna e madre della figlia piccola di Lamberto Sposini - sta lottando contro le indiscrezioni mediche e gli sciacallaggi sulla malattia del nostro adorato collega. Forse, caro Francesco Merlo, chi conosce bene la macchina del fango - per aver lavorato a lungo con le notizie - sa come guidarla e, con pazienza, disinnescarla e spegnerla.
2 - NEL MOMENTO STESSO IN CUI QUALCUNO, DICE MINACCIOSAMENTE A QUALCUN ALTRO "LEI NON SA CHI SONO IO", STA FORNENDO LA PIÙ INDISCUTIBILE PROVA DI ESSERE UN FOTTUTISSIMO STRONZO.
Adriano Sofri per "Il Foglio"
Poche frasi sono torbide e ambigue come quella: "Lei non sa chi sono io". Del resto, basta cambiare il tono con cui la si pronuncia per cambiarne il significato. Può perfino voler dire: "Io stesso non so chi sono io". Dice una ricostruzione della vicenda al Sofitel di New York che DSK avrebbe chiesto alla signora, chiamandola ripetutamente, "baby", "Lei sa chi sono?". Domanda impegnativa. La sua premessa era che lo stesso DSK sapesse chi era lui, e che anche la signora potesse o dovesse saperlo, e che il saperlo dovesse rassicurarla o addomesticarla.
Lui probabilmente pensava di essere qualcosa di grandioso, non so, il direttore del Fondo Monetario Internazionale, il prossimo presidente della Repubblica francese, qualcosa del genere. E lei avrebbe dovuto riconoscerne il rango anche così, nudo com'era - non dev'essere un grande spettacolo. Era più semplicemente - salvo errore - un disgraziato prepotente che faceva violenza a una donna inerme e in una posizione debole.
Adriano SofriSe la cosa è andata così, lei sapeva bene chi era lui, e ora anche lui lo sa. Faccio fatica anche a scrivere, come si usa, che mi auguro che lui possa dimostrare la sua innocenza ecc., perché in questo caso vorrebbe dire che mi auguro che sia dimostrata la falsità e la calunnia della signora, e, tutto ben considerato, sarebbe la cosa più triste.
Non è che DSK non ispiri una pena anche lui, ma a una enorme distanza da quella che ispira la signora cameriera, e a una distanza lunga anche da quella che suscita sua moglie. Quanto alla domanda, ricorda amaramente per contrasto quella così turbante del Vangelo: chi dicono che io sia? Il fatto è che nel momento stesso in cui qualcuno, che si crede importante, dice minacciosamente a qualcun altro, che ritiene infimo, "Lei non sa chi sono io", sta fornendo la più indiscutibile prova di chi è lui. Un fottutissimo stronzo.
Sgarbi Sorrisi CanzoniTv - Nonleggerlo3 - SGARBI MATTATORE AL "DINO FERRARI"
Alessandra Menzani per "Libero"
Risate, musica, beneficenza. E politica. Al consueto "Charity Event" dell'Associazione Amici del "Centro Dino Ferrari", che stavolta ha scelto come location il maestoso Palazzo Cusani, sede del Circolo di Presidio dell'Esercito di Milano, non mancava nessuno.
La "padrona di casa" Marialuisa Trussardi ha accolto Giorgio Schön, Anita Garibaldi, Bob Krieger, Gabriella e Giuliana Dompé, Massimiliano Finazzer Flory, Daria Pesce, Alberto Cordero di Montezemolo, Bruno Tabacci, Barbara D'Urso, Adriano e Laura Teso e molti altri. Scopo della serata, organizzata da Titti Quaggia e Mario Lavezzi: due progetti di ricerca nel campo delle malattie neuromuscolari e neurode- generative dell'Università di Milano.
HardDopo l'aperitivo in cortile e la cena placé, momenti allegri e altri di riflessione. A far ridere ci ha pensato il comico di "Zelig" Danilo Vizzini, che con le sue canzoni satiriche si è guadagnato la promozione a «nuovo Zalone». Ma il momento clou è stato il dibattito sull'attualità, con il direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri, il direttore del Corriere della sera Ferruccio De Bortoli e Vittorio Sgarbi a cui, a quanto pare, il flop in tv ha fatto bene visto che era più scoppiettante che mai.
strauss khanSi è parlato di tutto: dall'euro e la situazione europea (De Bortoli si è detto «ottimista») a Strauss-Kahn («Come fa una donna a fare una fellatio contro la sua volontà?», si è chiesto tra il serio e la provocazione Sgarbi), dal sistema giudiziario americano a quello italiano, fino alla debacle della Moratti alle elezioni del sindaco di Milano. Tra momenti seri ed altri gaudenti, il pubblico era estasiato.
mtrmnlssn03 sabina donadioParlando alla situazione internazionale, mentre Sgarbi avrebbe preferito un processo per Bin Laden, Feltri si è schierato con gli Usa: «Osama ha iniziato una guerra, e in guerra ci si uccide. Non avrebbe avuto senso un processo fasullo il cui esito sarebbe stato chiaro a tutti». Poi battute sul Bunga Bunga: «Sono stato l'unico presente alle cene», ha detto Sgarbi, che ha fatto un importante distinguo: «Quelle ragazze non sono prostitute, ma mantenute. Una prostituta la paghi e se ne va, quelle non te le togli più dalle scatole». Il critico ha infine rivelato un segreto: «Nella mia vita ho ricevuto 350 querele. Ne ho vinte 299».
NAFISSATOU DIALLO