DAGOREPORT
A molti non è sfuggito il gesto con cui nelle apparizioni televisive più recenti il Cavaliere di Arcore si è portato la mano sulla guancia sinistra.
Questo gesto ha fatto pensare ai postumi dolenti di quell'operazione alla bocca subita qualche tempo fa. In realtà per il dente che fa male non basta una Minetti nelle sue forme migliori, ma ci vorrebbe una soluzione meno graziosa e più radicale. Il problema del premier birichino è legato alla linea e alle sorti de "Il Giornale" che Alessandro Sallusti ha posizionato su barricate estreme.
ALESSANDRO SALLUSTIOrmai non passa giorno che il quotidiano di via Negri che fa capo a Paolo Berlusconi non spari bordate terrificanti nei confronti degli avversari senza risparmiare nemmeno il Cavaliere. Così è avvenuto l'altroieri, domenica, quando in prima pagina Giuliano Ferrara ha osato definire un autogol l'occupazione bulgara delle televisioni che Berlusconi ha fatto fregandosene altamente della par condicio e del poeta dell'Agicom, Corrado Calabrò.
CORRADO CALABROProbabilmente il Cavaliere nel 1977 quando comprò il 12% del "Giornale" che a quell'epoca era diretto da Montanelli, non avrebbe mai immaginato di trovarsi in una situazione così imbarazzante. E quando Montanelli nel '94 e Vittorio Feltri nel '97 lasciarono la direzione del quotidiano, Berlusconi pensò mai di dare un taglio netto ai fastidi procurati dal "Giornale".
FEDELE CONFALONIERIL'irritazione sembra adesso arrivata al culmine e l'unico "dentista" che può anestetizzare il "Giornale" per portarlo su un terreno meno insidioso è il saggio Fedele Confalonieri, il 74enne presidente di Mediaset che ha il coraggio - come ha fatto nei giorni scorsi - di rimproverarlo quando esagera nel tono e nella forma.
Berlusconi MontanelliDa parte sua Sallusti non sembra aver percepito che il vento sta cambiando e che occorre recuperare terreno nel grembo di quella borghesia moderata che si spaventa per i manifesti sui pm "metastasi" e le brigate rosse in tribunale. In un'intervista a Luca Telese pubblicata a metà novembre su "Il Fatto", il giornalista di Como ha professato senza mezzi termini la sua fede totale in Silvio rifiutando l'accusa di essere servile. In quell'occasione ammise anche che Berlusconi aveva attribuito a lui e a Feltri la colpa della crisi poi aggiunse che l'unica persona in grado di continuare la rivoluzione era Marina Berlusconi "perché ha le palle e sta guidando brillantemente la Mondadori".
silvio e marina berlusconiEd è proprio alla Mondadori che pare stia pensando il gran suggeritore e "dentista" d'eccezione Confalonieri per passare la proprietà del quotidiano dalla Società Europea di Edizioni di Paolo Berlusconi alla casa di Segrate. L'operazione è appena sussurrata, ma ha una sua logica precisa. Se lunedì prossimo i risultati del ballottaggio confermeranno lo spostamento a sinistra del baricentro politico milanese, allora sarà prevedibile che il "Corriere della Sera" e il suo direttore Flebuccio De Bortoli (con alle spalle l'ombra lunga di Paolino Mieli) sposteranno l'ammiraglia di via Solferino verso il bacino dei moderati e dei salotti che al primo turno hanno già dimostrato di gradire il nuovo corso.
De Bortoli MieliEd è stato proprio Sallusti, in replica a Ferrara, a bollare De Bortoli come "falso difensore della libertà di stampa, ex-comunista mascherato da sincero democratico". Così non si può andare avanti, pare che abbia confidato Berlusconi agli amici della prima ora; lasciamo a "Libero" il compito di sparare le cartucce più pesanti, evitiamo di fare un duplicato e riportiamo "Il Giornale" sulle sponde di una politica meno terrificante - terreno graditissimo anche dal mondo della pubblicità che non ama le urla di carta. E al posto di Sallusti potrebbe andar bene un Sergio Romano oppure un "liberal" di collaudata esperienza.
SANDRO BONDIPS - Un altro tassello del trasloco del quotidiano da via Negri a Segrate potrebbe ricoprirlo Sandro Bondi. Il tremebondo ex ministro dei Beni Culturali ha la nausea della politica politicante e il Cainano gli avrebbe promesso che ptrebbe trovare un bel ruolo alla Mondadori di Segrate come direttore editoriale.
Giuliano Ferrara