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1- FERMI TUTTI! NAGEL MIREREBBE A IRROBUSTIRE, CON UNA TERZA GAMBA, MEDIOBANCA (E GENERALI) CON LA CONQUISTA DELLA BANCA POPOLARE DI MILANO DI PONZELLINI 2- PER LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE, A SETTEMBRE, NAGEL PREPARA LE DIFESE ADEGUATE CONTRO GLI ASSALITORI FRANCESI (IL DUPLEX BOLLORé & DASSAULT PARE CHE STIA COMPRANDO \"AI BLOCCHI\" DOVIZIOSI PACCHETTI DI AZIONI DI PIAZZETTA CUCCIA) 3- C’È POI DA TENER D’OCCHIO L’EX CAMIONISTA PALLENZONA CHE CON L’8,6% DI UNICREDIT NON FA MISTERO DI VOLER DI FARLA DIVENTARE LA PRIMA BANCA DI SISTEMA IN ITALIA 4- NATURALMENTE IN QUESTO SCENARIO BISOGNERÀ TENER CONTO DELLE INTENZIONI DI TREMONTI E DI QUELLA LEGA ALLA QUALE PONZELLINI OGGI CERCA DI SMARCARSI MENTRE NAGEL POTREBBE AVERE INTERESSE AD AVVICINARSI CON UN ABITO NUOVO 5- ECCO PERCHé TANTA FRETTA NELLA CACCIATA DI GERONZI: SE FOSSE RIMASTO A TRIESTE CON LE SENTENZE IN ARRIVO SU CIRIO E PARMALAT, I SOCI DEL LEONE AVREBBERO DOVUTO IMPEGNARSI VENTRE A TERRA PER RAFFORZARE LA SUA ONORABILITÀ

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ALBERTO NAGEL E SIGNORA - copyright Pizzi

1- A QUANTO SI DICE IL VERTICE DI PIAZZETTA CUCCIA AVREBBE MESSO GLI OCCHI SULLA SITUAZIONE DELICATA IN CUI SI TROVA IN QUESTO MOMENTO LA BANCA POPOLARE DI MILANO GUIDATA DAL MASSICCIO PONZELLINI
Durante il weekend Alberto Nagel e l'incantevole moglie hanno fatto un pensierino sugli abiti da indossare per la zuppa di nozze di Corradino Passera con Giovanna Salza.

I festeggiamenti cominceranno venerdì sera ma il clou della cerimonia sarà domenica quando a Villa del Balbianello sul Lago di Como il pallido Nagel si troverà mescolato agli altri banchieri, agli imprenditori come Dieguito Della Valle e Luchino di Montezemolo, e a Pierfurby Casini, l'unico politico presente insieme alla moglie Azzurra.

Luca Cordero Di Montezemolo e Diego Della Valle - Copyright Pizzi

Non potranno mancare naturalmente il presidente Abramo-Bazoli e Gaetano Miccichè (quest'ultimo definitivamente senza moglie) con i quali l'amministratore delegato di Mediobanca ha un buon rapporto. Oltre all'abito da matrimonio il 46enne bocconiano, che nell'ottobre 2008 è salito al vertice di Piazzetta Cuccia, sta riflettendo in questi giorni sul vestito che la storica merchant bank dovrà ritagliarsi in vista della battaglia d'autunno quando scadrà il patto di sindacato che lega i soci di Mediobanca.

Lo scenario non è molto tranquillo e già si percepiscono i movimenti di alcuni azionisti forti che non staranno con le mani in mano; tra questi il francese Bollorè che già detiene quasi il 6% delle azioni e con l'amico miliardario (in euro) Dassault pare che stia comprando "ai blocchi" pacchetti di titoli per sferrare l'attacco di settembre su Piazzetta Cuccia (sullo sfondo c'è Generali).

GAETANO MICCICHE DG INTESA S PAOLO

I due transalpini devono muoversi con cautela e tener d'occhio la battaglia per l'Eliseo dell'amico Sarkozy che rischia di rompersi il collo. Se metteranno da parte i loro timori il tandem Bollorè-Dassault potrà costruire un asset con i vari Ligresti, Tronchetti, Fininvest e Mediolanum che porterebbe un esito imprevedibile nei rapporti di forza.

C'è poi da tener d'occhio il camionista Pallenzona che con l'8,6% di Unicredit non fa mistero di voler buttare il suo peso nella partita insieme a quel brav'uomo di Ghizzoni che lo segue fedelmente con l'obiettivo di far diventare Unicredit la prima banca di sistema in Italia.

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Il pallido Nagel non è uomo da stare con le mani in mano e lo ha dimostrato nel blitz che ha portato fuori dal palazzo delle Generali il busto di Cesarone Geronzi. Qualcuno attribuisce a questo bocconiano assunto 20 anni fa a Piazzetta Cuccia una mentalità diabolica ed esagerando c'è chi come il giornalista Giovanni Pons di "Repubblica" lo ha paragonato a un piccolo Richelieu.

È un confronto assolutamente improprio perché in realtà il giovane banchiere prima di entrare nella galleria della storia di Mediobanca dove domina ancora l'ombra lunga dello "gnomo" Enrico Cuccia, deve sistemare un po' di cose dentro Piazzetta Cuccia e preparare le difese adeguate contro gli eventuali assalitori.

dassault

In pratica dovrà impegnarsi ventre a terra a rafforzare le tre gambe dell'Istituto che oltre all'attività creditizia e a quella tradizionale di merchant banking negli ultimi anni ha imboccato la strada della raccolta del credito al consumo. In questa direzione nel 2008 è avvenuto il lancio di "Che Banca!" che sta diminuendo le sue perdite e ha depositi superiori ai 10 miliardi. Nella galassia c'è anche da considerare la piccola boutique di Banca Esperia che nonostante un utile di 19,6 milioni registrato nel primo trimestre di quest'anno soffre per la partnership con Banca Mediolanum che non ha provocato grandi risultati.

nicolas sarkozy vincent bollore

Adesso per il pallido Nagel è arrivato il momento di fare delle scelte più significative e tali da consentirgli di presentare le credenziali giuste a settembre. La rotta da seguire sembra portare a un rafforzamento della terza gamba di Mediobanca, quella del retail, e qui vale la pena di registrare una voce che circola con insistenza negli ambienti milanesi.

Fabrizio Palenzona

A quanto si dice il vertice di Piazzetta Cuccia avrebbe messo gli occhi sulla situazione delicata in cui si trova in questo momento la Banca Popolare di Milano guidata dal massiccio Ponzellini. Dopo i richiami imperiosi della Banca d'Italia, Bpm si è decisa finalmente a varare un aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro, esattamente il doppio di ciò che Ponzellini aveva ipotizzato dopo le "frustate" della Vigilanza di via Nazionale.

L'operazione è stata particolarmente sofferta per i contrasti con i sindacati interni e comunque quando andrà in porto supererà l'attuale capitalizzazione di Borsa della banca che si aggira intorno a 1 miliardo. Il successo dell'aumento di capitale è scontato e sarà proprio Mediobanca insieme a Banca Akros a giocare la parte di global coordinator. Va detto che già il 22 marzo Ponzellini insieme al direttore generale Dalù (decapitato due settimane fa) sono andati a Piazzetta Cuccia per incontrare Nagel.

CESARE GERONZI

Non si sa se sia stato quell'incontro e la rappresentazione delle difficoltà di Ponzellini ad accendere nella testa dell'amministratore delegato di Piazzetta Cuccia la voglia di considerare la Banca Popolare di Milano qualcosa di più di un semplice cliente. E nemmeno se ad accendere lampadine nel vertice di Piazzetta Cuccia siano state le voci di un interessamento da parte dell'antico amico-nemico Matteuccio Arpe.

Resta il fatto che negli ambienti milanesi si insiste sull'ipotesi che la merchant bank fondata dal mitico "gnomo" potrebbe aprire in tempi stretti un dossier in vista di un'alleanza con un istituto come Bpm, come preludio ad un eventuale controllo.

MASSIMO PONZELLINI

Naturalmente in questo scenario bisognerà tener conto delle intenzioni di Giulietto Tremonti e di quella Lega rispetto alla quale Ponzellini oggi cerca di smarcarsi mentre il pallido Nagel e il fido Pagliaro potrebbero avere interesse ad avvicinarsi con un abito nuovo.

2- L'ANNO RECORD DEL CINEMA DE' NOANTRI
I cinematografari italiani che questa mattina si sono ritrovati sull'aereo in partenza da Nizza dopo l'esito deludente del Festival di Cannes, avevano l'aria di chi ha subito una sberla memorabile.

Eppure per il cinema nostrano questo è stato un anno da record perché mai sono state prodotte tante pellicole con uno sforzo di quattrini superato soltanto in Europa da quello dei francesi. Secondo un Rapporto che sarà presentato giovedì prossimo alle 11,30 alla Luiss, i film di produzione italiana nel 2010 sono stati 141 per un totale di 424 milioni di euro. Di questi ben 276,9 (pari al 65,3%) sono stati messi sul piatto da produttori privati mentre lo Stato con i fondi statali del Fus (Fondo unico per lo spettacolo) ne ha versati poco più di 35 con un calo di quasi il 20%.

GIOVANNI PERISSINOTTO

A parlare del Rapporto, curato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo che si è avvalsa della consulenza scientifica dell'ex-direttore del "Mondo", Redendo Mori, saranno Giampaolo Letta, Riccardo Tozzi (presidente Anica), Luciano Sovena (amministratore di Cinecittà Luce) e Dario Viganò, che presiede l'Ente dello Spettacolo.


3- IL BLITZ SU GERONZI

Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che dopo aver negato a Geronzi l'acquisto di un iPad, l'amministratore delle Generali, Giovanni Perissinotto (per gli amici Perissirotto), si è convertito a internet.

Alberto Nagel e Renato Pagliaro

In un'intervista che apparirà oggi su un nuovo sito di economia e finanza, il manager triestino ritorna sulla vicenda Geronzi e dice: "ero certo che la Compagnia non potesse sopportare un dissidio al vertice così grave". Sono parole sante perché se Geronzi fosse rimasto a capo delle Generali con le sentenze in arrivo su Cirio e Parmalat, i soci del Leone avrebbero dovuto impegnarsi ventre a terra per rafforzare la sua onorabilità.

E forse è questa la ragione per cui è scattato il blitz di aprile".

 


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