Giorgio Meletti per "il Fatto quotidiano"
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOLa celebre chaise longue disegnata da Le Corbusier nel 1928 è un oggetto brevettato e brevettabile o va considerata di dominio pubblico e quindi liberamente riproducibile, come l'arcobaleno o la ruota?
La domanda è solo apparentemente filosofica. E la risposta che ha dato pochi giorni fa il ministro dell'Economia Giulio Tremonti con il cosiddetto "decreto sviluppo" vale parecchi milioni di euro. In più per i numerosi produttori e commercianti italiani di chaise longue. In meno per Luca Cordero di Montezemolo, che con la sua Cassina (gruppo Poltrona Frau) rivendica di essere il padrone assoluto del "marchio" Le Corbusier.
GIULIO TREMONTIAdesso, dunque, occhio agli emendamenti. Tutti possono vedere direttamente la partita, se incuriositi. Basta entrare nel sito della Camera dei deputati (www.camera.it) e seguire attraverso l'iter del provvedimento n. 4357: è la legge di conversione del decreto legge n. 70 del 13 maggio 2011.
Al comma 10 dell'articolo 9, in una formulazione ostrogota, c'è scritto che la proprietà intellettuale su opere dell'ingegno umano come il disegno di una poltrona è ammessa da adesso in poi solo se si tratta di opere a suo tempo registrate. Il comma chiude una volta per tutte una lunga battaglia giuridica a colpi di interpretazioni e di legislazioni stratificate. Se non arriva un emendamento a ribaltare di nuovo il gioco, Montezemolo ha perso ogni diritto su Le Corbusier.
frau 04Il grande architetto di origine svizzera non ha mai registrato i suoi bozzetti di poltrone divani e quant'altro, perché non erano oggetti pensati per lo sfruttamento industriale. Al contrario, i grandi architetti degli anni 20 e 30 molto spesso intendevano le loro creazioni come doni all'umanità.
frau 01E infatti da anni tutta l'Europa si dibatte in una confusa partita giuridica e culturale, tra le ragioni del diritto d'autore e la ugualmente legittima opposizione alle rendite ingiustificate. In una successione di leggi nazionali ed europee talvolta contraddittorie, si è sviluppato un mercato di fatto in cui la chaise longue Cassina costa 2.500 euro, mentre se ne trovano esemplari a meno di 600 euro.
frau 07Con i tribunali intasati di cause e i magistrati confusi. Due cause identiche intentate da Cassina contro i presunti "contraffattori" della chaise longue hanno dato due sentenze di segno opposto: il 4 aprile scorso gli avvocati di Montezemolo hanno perso a Firenze, il 28 aprile hanno vinto a Milano.
frau 03La mossa di Tremonti, ispirata dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, ha chiarito, ma proprio per questo ha provocato un'alzata di scudi della Confindustria. Che è divisa tra la tutela di pochi grandi iscritti come Montezemolo, che difende con le unghie l'esclusiva della chaise longue, e le ragioni di tanti iscritti più piccoli che rivendicano la libertà di produrre a prezzo competitivo un oggetto d'uso comune. Finora tutti gli esponenti del mondo imprenditoriale hanno scelto Montezemolo, con prese di posizione addirittura sorprendenti.
frau 02Associazioni di categoria come Federlegno hanno invocato la Convenzione di Berna per la protezione delle opere artistiche. L'imprenditore Carlo Guglielmi definisce il decreto di Tremonti "una vergogna", che fa male "alle aziende che fanno ricerca e innovazione" (concetto curioso per un industriale, oggetti come la chaise longue sono colpi di fortuna o doni dell'Onnipotente, nessuna azienda investirebbe un euro sulla creazione di un long seller).
frau 05Addirittura anonimi citati dal Corriere della Sera dicono che Giorgio Napolitano non avrebbe dovuto firmare l'immondo provvedimento (e così per la prima volta la Confindustria attacca il Colle, e guardate per che cosa). Anche il pacato industriale tessile Paolo Zegna ha contribuito alla causa di Montezemolo: "Il decreto sviluppo dovrebbe supportare chi investe e non chi fa free riding sugli investimenti altrui".
LOGO CASSINAMa pagare ogni anno una misteriosa cifra alla Fondazione Le Corbusier per intestarsi i diritti sulle sue creazioni in tutto il mondo si può considerare un investimento? Dipende dai punti di vista. Certo è che già cinque anni fa, al momento della quotazione in Borsa della Poltrona Frau (che ha in pancia la Cassina, detentrice dei diritti su Le Corbusier ridotti a carta straccia dal governo), fu autorevolmente notato che il patrimonio del gruppo che si offriva ai risparmiatori era costituito per il 60 per cento da avviamenti e marchi: un po' troppo "intangibile" come patrimonio.
Le CorbusierAnche perché, guardando il bilancio del gruppo Frau, salta agli occhi una discrepanza: come mai si attribuisce al marchio Poltrona Frau un valore di poco più di 3 milioni di euro e al marchio Cassina un valore di ben 56 milioni di euro? Il bilancio non dà informazioni in proposito, però si può ricordare che la Cassina fu acquistata nel 2005, alla vigilia della quotazione in Borsa di Poltrona Frau, e pagata abbastanza caro anche perché vantava, e tuttora vanta, di avere in portafoglio "alcune tra le più significative opere dell'ingegno di designer - tra cui Le Corbusier, Charles Rennie Mackintosh, Giò Ponti...".
PAOLO ROMANIIl timore è che, se un provvidenziale emendamento non salva in extremis i diritti di Cassina, per il polo del lusso targato Montezemolo, già in acque non floride, il decreto sviluppo si trasformi in un disastro.