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FANCULO STANDARD & POOR’S! - L´economista Jean-Paul Fitoussi: \"perché dobbiamo fidarci di questi signori? chi sono gli economisti che lavorano con loro, quali metodi usano, quali parametri considerano? non bisogna più starle a sentire\" - \"S&P´s ha fatto un buco nell´acqua con l´America perché se l´è trovata di fronte compatta e forte\" - MA L’EUROPA è IN BALIA DELLE BARUFFE TRA PARIGI E BERLINO...

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Eugenio Occorsio per "la Repubblica"

standard & poor's

«Le agenzie di rating continuano a gettare scompiglio sui mercati, ma è tempo che qualcuno ricordi loro che non sono comparabili a veri esperti delle economie nazionali. E non tocca a loro indicare quali sono le riforme da fare. Ci mancherebbe». L´economista Jean-Paul Fitoussi non si unisce al coro dei "l´avevo detto io" dopo l´allarme di Standard & Poor´s sulla sostenibilità del debito italiano. Anzi, ribalta le accuse con veemenza.

Quindi S&P´s e le altre agenzie non sarebbero credibili?
«Senta, ma perché dobbiamo fidarci di questi signori? Non ho mai visto analisi rigorose: chi sono gli economisti che lavorano con loro, quali metodi usano, quali parametri considerano? Nulla ci viene fatto sapere: la mancanza di trasparenza nelle loro analisi sarebbe già una colpa: se l´aggiungiamo alle responsabilità che hanno avuto nella crisi, per le quali non hanno pagato un soldo di danno né hanno subìto riforme o regolazioni, ne esce un quadro deprimente. La conclusione è che non bisogna più starle a sentire».

Jean Paul Fitoussi

C´è un problema di metodo, d´accordo. Ma il merito? La base del ragionamento è concreta: il debito italiano è alto, il governo non dà l´impressione di poterlo abbassare.
«L´analisi è più complessa. L´Italia ha un debito pubblico elevato ma un basso debito privato. La solidità patrimoniale dei cittadini è ferrea, non c´è pericolo che non abbiano più soldi per pagare le tasse».

Ammesso che le paghino...
«Lasci stare l´evasione fiscale, o la corruzione, è un altro problema che non è nato oggi. Parliamo di solidità del paese, che è fuor di dubbio. Sa qual è la verità? Che le agenzie hanno visto ridursi la clientela fra le aziende private, e si concentrano sui debiti sovrani. Cercano pubblicità con uscite a sensazione».

Intendiamoci: vengono pagate per la loro funzione di auditing, non è che si accaniscono per gusto sadico.
«I paesi sottoscrivono gli "abbonamenti" perché così fan tutti, e sarebbe ancora più rischioso restare fuori dal giro dei rating. Ma non è un vero auditing perché manca la responsabilità che è legata a questa funzione. Sono solo dei "pareri", e ciò va corretto. Ha visto com´è finita con l´allarme sull´America? Che i mercati, dopo un minimo sbandamento iniziale, se ne sono infischiati. Le agenzie perdono credibilità ogni giorno: ora si dice che abbiano nel mirino la Francia. Chiuderanno il cerchio con la Germania, non mi stupirei».

Angela Merkel

Cosa si potrebbe fare in concreto per difendersi?
«Una misura urgente, non solo per questo motivo, sarebbe che l´Europa trovasse unità e determinazione, dalle quali uscirebbe più forte. Invece i paesi non perdono occasione per parlarsi contro l´un l´altro: è successo con la Grecia, con il Portogallo, con la Spagna. Al quadro di conflittualità fa riscontro il vuoto di decisioni. S&P´s ha fatto un buco nell´acqua con l´America perché se l´è trovata di fronte compatta e forte. Se l´Europa desse la stessa impressione, stia sicuro che i signori del rating perderebbero smalto e le loro sentenze non sarebbero più così ascoltate».

2- BARUFFE CHIOZZOTTE TRA PARIGI E BERLINO
Dal "Sole 24 Ore"

Le dispute tra Germania e Francia per la leadership in Europa sono di numero uguale solo alle alleanze, detti anche assi, tra Parigi e Berlino. Si va a giorni, settimane, mesi alterni. Un po' la guerra, un po' la pace. Negli intermezzi, tanto per variare, la tregua armata. Adesso è scoppiato il contenzioso sul nuovo Fondo salvastati, l'Ems, che dal 2013 prenderà il posto dell'Esfs.

Sarkozy

Parigi chiede un meccanismo flessibile, e politico, tra la concessione dei prestiti e la ristrutturazione dei debiti; Berlino vuole un automatismo tra aiuti e ristrutturazione che coinvolga i privati. Una misura chiesta per ridurre il moral hazard e placare l'ira dei contribuenti tedeschi sempre più insofferenti nei confronti dei politici spreconi e lassisti dei Paesi periferici.

Germania alla guida dei Paesi a Tripla A, Francia che strizza l'occhio a tutti gli altri. Bene, si fa per dire. Ci si chiede se a Parigi e Berlino si sono accorti di quello che sta succedendo; se la crisi greca con i suoi rischi di contagio e quella del Fondo monetario internazionale sembrano abbastanza serie, e gravi, da consigliare di mettere da parte le schermaglie. L'accordo verrà discusso a metà giugno. Sarebbe bene evitare tre settimane di schermaglie, tira e molla, guerre vere o presunte. Signora Merkel, signor Sarkozy, i mercati ci guardano.

 


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