DAGOREPORT
BOSSI BERLUSCONIA forza di accusare i partiti politici (o quel che resta) di aver smarrito il rapporto con i cittadini (il cosiddetto Paese reale), da alcuni anni i giornali hanno finito, per convenienza e per complicità, a seguire le stesse orme di quella che chiamano la Casta. E poiché il consenso della stampa non si misura nell'urna ma nelle edicole, si registra così un'identica disaffezione dei lettori nei loro confronti.
Nelle tornate elettorali cresce il numero degli astenuti; nelle tirature dei quotidiani si assottiglia parimenti la quantità di copie vendute.
Ecco spiegata forse la ragione principale perché a ogni consultazione elettorale il risultato finisce per rappresentare una "sorpresa" per i mass media. Emblematico è il caso dell'ultima sfida per il comune di Milano, con tutto quello che ne potrà conseguire a livello nazionale (leggi governo Berlusconi).
pisapia cartellone ppLa vittoria al primo turno del candidato dell'opposizione Giuliano Pisapia nei confronti della signora Letizia Moratti in realtà non è stato un fatto (politico) davvero inaspettato. Tanto è vero che Donna Letizia, contravvenedo alla regola aurea di non accettare duelli televisivo quando si è in vantaggio, ha accettato l'invito di Carelli per il TGSky per recuperare posizioni perdute.
E così anche il forte ridimensionato della Lega di Bossi (da sempre sopravvalutata nel capoluogo lombardo) scesa dalla "piena" delle ultime regionali del 2010 (successo favorito dall'exploit di Berlusconi alle politiche del 2009) dal 14,49% al 9,63 del voto di domenica. Un trend negativo che trova riscontri anche sul suo terreno elettorale più fertile delle province lombarde.
PISAPIA FESTEGGIATO IN STRADAA parte il giudizio politico sui cinque anni dell'amministrazione Moratti, ritenuto a dir poco insufficiente dai milanesi (il primo cittadino uscente del resto parte sempre con questo handicap rispetto al suo avversario), nessuno dei commentatori - preoccupati di non far pesare il proprio giudizio nell'imminente scontro tra i due candidati sindaco - si è soffermato su alcuni aspetti non secondari del duello per la poltrona di Palazzo Marino.
PISAPIA - MORATTIUn equilibrismo da acrobati spericolati, che il "Corriere della Sera" ha conservato anche quando Donna Mestizia Moratti è scivolata nel confronto televisivo con Pisapia su Sky. Forse il suo ultimo dissennato tentativo per schiacciare l'avversario all'angolo dandogli, in pratica, del ladro d'auto e dell'estremista.
PISAPIA-CARELLI-MORATTIUna mossa forse obbligata per la Moratti che stavolta non aveva di fronte come nel 2006, l'incolore prefetto Bruno Ferrante. A Milano il candidato del centro sinistra, Giuliano Pisapia, era percepito, in nome del padre Giandomenico (illustre penalista e artefice nobile del nuovo codice civile penale) come l'erede della migliore borghesia professionale meneghina. Ma c'erano altre ragioni per non farsi "sorprendere" dalla vittoria, sia pure temporanea in vista del ballottaggio, di Pisapia.
Bastava un minimo di analisi delle votazioni che hanno preceduto il confronto per Palazzo Marini per accertare che rispetto alle precedenti comunali del 2006, stavolta il centro destra si presentava orfano sia di Gianfranco Fini (Alleanza nazionale) sia di Pierfurby Casini (Unione di centro).
FESTA PISAPIAIl primo, entrato in dura rotta di collisione con il Cavaliere, cinque anni fa aveva portato in dote alla Moratti l'8,55% dei consensi. Il secondo, mai apparentatosi con il Polo delle libertà, il 2,43%. Un buon dieci per cento, in totale, che aveva compensato il misero 3,75% raggranellato dalla Lega di Bossi.
Adesso non resta che augurarsi che i grandi giornali non rimangano nuovamente stupiti se la sconfitta subita dal centrodestra a Milano possa avere invece qualche piccolo effetto benefico a Roma. Adesso nel governo i punti deboli (gli sconfitti veri) sono due: Berlusconi e Bossi. E in politica a volta la debolezza fa la forza.