Vincenzo Del Giudice per "il Sole 24 Ore"
La Sardegna, per un giorno, è l'Italia. Schiacciati dalle pretese fiscali, gli imprenditori e gli autonomi in crisi nera chiedono aiuto alla regione. Che chiederà lo stato di crisi regionale e la moratoria sugli interessi per un anno. Richieste che il governatore Ugo Cappellacci porterà sul tavolo del governo nazionale. L'ha promesso lui stesso ai rappresentanti degli otto movimenti che questa mattina hanno marciato insieme, pacificamente, per le vie di Cagliari.
maddalena cali aPiù di 20mila persone, artigiani, commercianti, pastori, disoccupati giunti da ogni parte dell'isola ma in particolare dall'area del Sulcis Iglesiente, si sono date appuntamento nelle primissime ore del mattino davanti al quartiere fieristico, per poi raggiungere la sede del governo regionale, in via Roma.
Per ore, sotto un sole cocente, hanno gridato slogan contro Equitalia, ma anche contro i partiti politici che non hanno mai affrontato il problema delle tasse che migliaia di aziende non possono più pagare, pena la chiusura. E i battenti alla fine del 2010 li hanno chiusi oltre 2.500 attività, in ragione di un debito complessivo (a fine 2010) di quasi 3,5 miliardi di euro.
Con poche armi a disposizione, per la verità, la giunta regionale ha messo sul tavolo un fondo di 50 milioni per le imprese in crisi che non riescono a pagare le tasse e altri 10 milioni come fondo di garanzia antipovertà, per le famiglie in gravissima crisi. «Dobbiamo accettare quello che ci viene dato - dice Andrea Impera, uno dei leader del movimento - d'altra parte la situazione è veramente drammatica. Conosco situazioni di gente finita sul lastrico. Adesso vedremo cosa accadrà».
Di certo, dalla prossima settimana Cappellacci aprirà un tavolo di confronto con Inps, Equitalia e Sfirs (la finanziaria regionale) per cercare di dare risposte rapide. «Apriremo un tavolo anche con gli istituti di credito - fanno sapere dall'entourage di Cappellacci - perché c'è anche un problema con le banche».
Claudia ZunchedduMa c'è chi ha storto la bocca di fronte a queste soluzioni, e sono i movimenti indipendentisti che insieme a Fli hanno preso la testa della protesta, circa due mesi fa. «Sono solo promesse elettorali» ha detto Maddalena Calìa, Fli, seguita da Claudia Zuncheddu del movimento indipendentista Irs. Qui, domenica e lunedì si vota per le amministrative in 97 comuni, tra cui Cagliari e Olbia, ma anche per il referendum sul nucleare. In teoria, quasi 1,5 milioni di persone .
I partiti di centrodestra al potere in Regione e a Cagliari, ma anche quelli dell'opposizione, in questa vicenda sono sembrati molto disattenti. Solo qualche dichiarazione del tipo, «Con noi Equitalia o cambia contratto o non rinnoviamo il mandato». Parole da campagna elettorale. Ieri l'occasione per far sfilare i furgoni a vela con le facce dei candidati, mentre era in atto la manifestazione, era troppo ghiotta per farsela sfuggire. Ma ci si può anche immaginare i commenti dei cittadini, qui non riproponibili.
Le gravi difficoltà attuali, tuttavia, hanno un'origine molto lontana: questa è l'unica regione a non avere un chilometro di autostrada, solo il 4% della rete ferroviaria è elettrificata e solo la Cagliari-Decimomannu è a doppio binario. L'energia costa il 25% in più e i trasporti di merci e persone hanno differenze di aumento rispetto al resto d'Italia a due cifre. Parlare di competitività, qui, è una bestemmia, e si muore ancora di disoccupazione: ieri è toccato a un ragazzo di vent'anni, laureato con 110 e lode. Suicida.
logo equitalia2 - DAL RAGGIRO SUBITO AL PIGNORAMENTO: TASSE E CONTRIBUTI NON VERSATI HANNO CREATO UN DEBITO DI 100MILA EURO
"Sole 24 Ore" - C'era anche Luisella, stamattina, fra i 20mila che hanno manifestato a Cagliari, davanti alla sede della giunta regionale. La storia di Luisella, separata, due figlie piccole, è una di quelle che si possono tranquillamente definire limite. Luisella decide di mettersi in proprio ed aprire un primo negozio di acconciature femminili. Il lavoro c'è, lei paga regolarmente i suoi contributi, ma li consegna alla persona sbagliata.
Una commercialista cagliaritana che non li versa ma se li incassa. Il calvario per questa giovane imprenditrice comincia nel 2007, quando ad una rapida verifica della guardia di finanza si scopre che i versamenti che Luisella ha fatto alla commercialista G.L. non sono mai stati consegnati alle Entrate. A questo punto, anche il Banco di Sassari, che solo quattro anni prima le aveva dato un mutuo agevolato di 50mila euro, scopre che la dichiarazione dei redditi consegnata per avere accesso al finanziamento era, ovviamente, falsa.
«A questo punto la mia strada diventa senza uscita - dice Luisella - chiedo che mi lascino un po' di tempo per pagare i miei debiti, ero stata raggirata, c'era un processo in corso. Ho chiesto un po' di umanità». Negata. Oggi Luisella ha oltre 100mila euro di debiti verso Inps ed Equitalia, da sei mesi non paga più «perché altrimenti non riesco a fare la spesa». Ma Equitalia non si è fatta commuovere e le ha già inviato l'avviso di pignoramento dell'auto. Una catastrofe.
equitalia_sardegnaNel frattempo, la sua famiglia si è dissolta: separata, due figlie e il processo alla commercialista che deve ripartire da zero per un piccolo errore della procura. E non riesce a farsi consegnare dalla commercialista neppure i documenti. Quando va nell'ufficio di G.L. trova due pitbull che l'aspettano.
3 - ERRORE DEL SOFTWARE IMMAGINE DISTRUTTA
"Sole 24 Ore" - Appartamenti invendibili, un capannone ipotecato e il conto aziendale pignorato. Tutto perchè il software non ha rilevato il riporto a credito - da un anno all'altro, causa omessa dichiarazione, - dell'Iva. È così che una società immobiliare con sede nel capoluogo lombardo si è vista recapitare una cartella esattoriale per il valore di 600mila euro, appunto, di omessa Iva».
E solo l'altro ieri, dopo molti mesi di procedura, ha ottenuto una sentenza di sgravio totale, per cui si procederà a sbloccare ipoteche e pignoramenti. Intanto, resta il danno d'immagine e il rapporto con i terzi da ricucire. A fronte della cartella esattoriale, infatti, Equitalia ha proceduto ad ipotecare il capannone, gli appartamenti detenuti e affittati ad inquilini che si sono immediatamente agitati smettendo di pagare, oltre al conto aziendale per pagare gli stipendi ai dipendenti e della normale gestione aziendale. E oltre al fatto che gli appartamenti-merce della società, a quel punto, non erano più vendibili.
«In questo modo - ha sottolineato l'avvocato milanese, Claudio Cosa - Equitalia si è garantita il pagamento per una cifra almeno doppia rispetto all'importo dovuto - e quindi per somme in eccesso, oltre ogni criterio di proporzionalità - ma ha anche bloccato l'operatività dell'impresa che, di fatto, per mesi è rimasta paralizzata».
La sentenza di sgravio totale giunta pochi giorni fa sbloccherà la situazione ma le locazioni non pagate, gli appartamenti invenduti e soprattutto il danno di immagine nei confronti di clienti e fornitori restano. «Mentre - conclude l'avvocato Cosa - un preventivo controllo giurisdizionale (come prevedono gli articoli 615 e 617 del Codice di procedura civile) avrebbe potuto evitare il tutto».