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PASSERA AL LATTE - Intesa ha indossato nella partita PARMALAT tre cappelli diversi - Il primo, mai ufficiale, è quello di cavaliere bianco di Lactalis con l’obiettivo di sgravarsi del fardello Granarolo, di cui la banca ha il 20% - secondo cappello: da Letta arriva il segnale che Parmalat deve restare cosa nostra. passera punta su un ferrero renitente ma lactalis rileva la quota dei fondi - Terzo cappello: Passera capofila di una cordata nazionale alternativa al 29% che i francesi hanno ormai in mano. L’Opa di Lactalis spegne le residue velleità....

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1 - PARMALAT, ANCHE LE BANCHE SOTTO INCHIESTA
L.F. per "il Giornale"

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Ci sono decine di messaggi di posta elettronica, scambiati nelle settimane cruciali dell'attacco a Parmalat da parte dei francesi di Lactalis, tra il materiale sequestrato dalla Guardia di finanza - su ordine del pubblico ministero Eugenio Fusco - nelle sedi di Intesa, Société Générale e Lazard. É in quei messaggi, insieme ai tabulati telefonici che vengono ricostruiti in queste ore, che la Procura cerca conferme all'ipotesi investigativa: quella secondo cui la scalata del gruppo di Collecchio da parte di Lactalis sarebbe stata accompagnata da una intensa attività dietro le quinte, che avrebbe permesso ad alcuni dei protagonisti di monetizzare in modo assai cospicuo le proprie conoscenze su quanto andava accadendo. Nel registro degli indagati, nell'ambito del fascicolo aperto da Fusco, sono finite anche le tre aziende colpite dalle perquisizioni.

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Oltre ai tre manager di cui già si era appreso- Patrizia Micucci di SocGen, Carlo Salvatori di Lazard e Fabio Canè, di Intesa- anche le rispettive società di appartenenza sono formalmente nel mirino della Procura in base alla legge 231, la norma che ha istituito la responsabilità penale delle persone giuridiche per i reati commessi dai loro dipendenti e dirigenti. Non ci sono, dietro alla decisione di Fusco di indagare le tre aziende, elementi diretti emersi nel corso dei primi accertamenti, scattati nelle scorse settimane in seguito ad un esposto dell'ad di Parmalat Enrico Bondi.

PASSERA

«È automatico, fa parte della routine, restiamo convinti che non ci siano stati comportamenti che hanno leso i nostri interessi», afferma l'ad di Intesa Sanpaolo Corrado Passera. A fronte di comportamenti contestati ai tre manager che investivano in pieno la loro attività all'interno dei rispettivi istituti, ed essendo i reati contestati (insider trading e aggiotaggio) ricompresi in pieno nel catalogo di reati previsto dalla 231, contestualmente ai nomi di Canè, Micucci e Salvatori sono stati iscritti anche quelli di Soc-Gen, Lazard e Intesa.

MICUCCI SCATENATO AL BALLO CON LA SATTA FLORES

Questo non significa che tra le stranezze già emerse non ve ne siano alcune che potrebbero a breve andare ad appesantire la posizione processuale delle tre aziende. La legge 231 attribuisce alle società un obbligo generico di predisporre e attuare i «modelli organizzativi » adeguati ad evitare comportamenti illeciti del loro personale, ed è probabile che tutte le aziende coinvolte sosterranno di avere approntato tutte le misure ragionevolmente possibili.

Ma poi ci sono comportamenti concreti: e SocGen e Intesa dovranno indubbiamente spiegare perché abbiano consentito ad una coppia di coniugi- la Micucci e Canè sono da tempo felicemente sposati - di gestire da fronti diversi una pratica delicata come quella di Parmalat, mettendoli in condizioni di condividere nel tinello di casa informazioni che dovevano restare riservate. L'inchiesta, come è noto, ruota in particolare intorno al comportamento dei fondi azionisti di Parmalat, che dopo avere ribadito in gennaio la loro volontà di pro­seguire la presenza a Collecchio, in marzo vendettero invece a Lactalis, spalancando ai francesi la strada per la conquista del gruppo.


2 - MA INTESA SANPAOLO DICE "MAI UN'OFFERTA AI FONDI" - MANCA LA "PISTOLA FUMANTE"CONTRO I CONIUGI BANCHIERI...
Francesco Manacorda per "la Stampa"

Chi ci ha parlato in queste ore li descrive sereni, anche se certo non entusiasti dell'esposizione sui giornali. Fabio Canè e Patrizia Micucci sono la «power couple» che dalla natìa Foggia ha scalato posizioni di rilievo nel mondo bancario italiano - Intesa-Sanpaolo lui, Societé Generale lei - e adesso si ritrovano tra gli indagati del caso Parmalat.

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Canè, sotto inchiesta per «insider trading» e Micucci, per aggiotaggio, sono convinti della propria correttezza, ma anche consci del rischio di reputazione che la vicenda potrebbe portare. La Procura ipotizza che in un momento tra il 18 e il 21 marzo Cané abbia dato alla moglie informazioni sul prezzo a cui Intesa-Sanpaolo era disposta a pagare il 15,3% di Parmalat a tre fondi esteri, consentendo così ai francesi di Lactalis, in quella fase assistita proprio da SocGen, di fare un'offerta a «un prezzo di poco superiore a quello di Intesa-Sanpaolo».

Ma la «pistola fumante», come ammettono anche in Procura, almeno al momento non si vede. C'è stata infatti un'offerta ai fondi da parte della banca guidata da Corrado Passera prima che Lactalis presentasse la sua proposta di acquisto - a 2,8 euro per azione subito accettata? Fonti vicine ai tre fondi esteri sostengono che dalle informazioni in loro possesso un'offerta non si è mai concretizzata.

SANDRO BONDI

E un portavoce di Intesa-Sanpaolo è ancora più netto: «Nessuna offerta formale» per quel 15,3%. Senza offerta di Intesa-Sanpaolo, si può ritenere, Canè non avrebbe avuto molto da comunicare alla moglie sul tema. Ma su questo punto, come su altri, la Procura vuole approfondire.

Emmanuel Besnier

Quel che si può ricostruire, rivedendo il filmato di questi quattro mesi, è che IntesaSanpaolo ha indossato nella partita tre cappelli diversi. Il primo, mai ufficiale, è quello di cavaliere bianco di Lactalis - la holding della famiglia Besnier - per lo sbarco a Collecchio, con l'obiettivo di apportare anche Granarolo, di cui la banca ha il 20%. Seconda fase, secondo cappello. In marzo, mentre Lactalis acquista azioni Parmalat e arriva all'11%, giungono a Intesa-Sanpaolo da Gianni Letta precisi segnali che Parmalat deve - avrebbe dovuto, si può dire adesso - restare italiana.

Michel Besnier

Passera cerca una sponda industriale nei Ferrero. Ad Alba, anche lì la politica ha bussato, si risponde con una generica manifestazione d'interesse, viziata però dal sostanziale «no» del patriarca Michele. La banca prende comunque contatti con i fondi per rilevare la loro quota e portare quel 15% e rotti al servizio di un polo italiano.

Tremonti e Gianni Letta Dal Riformista

Poi nella notte del 21 marzo e alla vigilia di un incontro parigino tra i Ferrero e Monsieur Besnier per cercare una soluzione concordata, l'accordo a sopresa tra Lactalis, che paga le azioni 2,8 euro l'una, e i fondi. E' sui giorni a ridosso di questo blitz che si concentra ora la magistratura. Terzo cappello è quello che Intesa-Sanpaolo indossa dopo il 21 marzo, come capofila di una cordata nazionale alternativa al 29% che i francesi hanno ormai in mano. L'Opa di Lactalis spegne le residue velleità.

Se gli ultimi due ruoli della banca sono sotto gli occhi di tutti, sul passaggio dal primo al secondo cappello IntesaSanpaolo preferisce non commentare. La banca conferma però che Gianfranco Micciché, che guida il settore Corporate, aveva chiesto e ottenuto un parere dallo studio legale Pedersoli per escludere eventuali conflitti d'interesse dell'istituto. Una notizia pubblicata sul Sole 24 Ore di ieri, ma presente sul blog del giornalista che la firma già dal 22 aprile.

Micchiche Tremonti e Letta

In questi passaggi, che all'inizio non vedevano necessariamente Intesa-Sanpaolo e SocGen su fronti opposti, potrebbero essersi consumati i reati su cui ora indaga la magistratura? Canè e Micucci hanno sempre sostenuto di aver mantenuto in casa una «muraglia cinese» sui rispettivi affari.

Per professionisti di questo genere non pare impossibile, considerato anche che nei giorni più convulsi delle trattative la responsabile italiana di SocGen si era fatta ospitare in un'altra casa. Motivi di opportunità avrebbero potuto forse dovuto - suggerire un passo indietro da parte di uno dei due. Ma sono temi di cui adesso si occuperà la Procura.

 


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