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DOPO DRAGHI, IL PEDIDILUVIO - MENTRE DRAGONE FA LE VALIGE, NEI CORRIDOI DI PALAZZO KOCH IMPAZZA IL TOTO-NOMINE - IL GOVERNATORE SAREBBE PER UNA SOLUZIONE INTERNA (SACCOMANNI), MA A DECIDERE È IL GOVERNO: TREMONTI (NEL 2005 GLI ANDÒ MALE) PUNTA SU GRILLI - TRA I PAPABILI ANCHE BINI SMAGHI (SE ENTRA DRAGHI, ESCE LUI) - SPUNTA L’IPOTESI MONTI E C’È ANCHE CHI PROPONE UN SACCOMANNI-LAMPO CHE POI PASSI LE CONSEGNE A BINI SMAGHI…

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Elena Polidori per "la Repubblica"

Mario Draghi

Dal fortino di via Nazionale filtra soddisfazione. Si percepisce un´atmosfera più euforica del solito, ora che il Cancelliere Angela Merkel ha sciolto le riserve sul nome di Mario Draghi e il governo ha lanciato ufficialmente la sua candidatura per il vertice della Bce. Ma l´ordine di scuderia è fare finta di niente: il governatore è chiuso nel suo ufficio a lavorare alle Considerazioni Finali, probabilmente le sue ultime, come se nulla fosse.

Il direttore generale Fabrizio Saccomanni è in teleconferenza con la Bce, alle prese con i problemi del debito sovrano. Gli altri vice Ignazio Visco, Anna Maria Tarantola e Giovanni Carosio sono impegnati nelle incombenze quotidiane. Le luci del piano 1N, quello nobile, sono accese fino a tardi.

Bini Smaghi

Ma via via che la partenza del governatore per Francoforte s´avvicina, inevitabilmente da via Nazionale traspare una certa fibrillazione sul toto-nomine, su chi sarà il prescelto per guidare la Banca d´Italia del domani. La soluzione interna è quella che Draghi preferisce. Se dipendesse da lui, l´organigramma ideale vedrebbe Saccomanni governatore, Visco direttore generale e Lorenzo Bini Smaghi, attuale membro italiano nel board della Bce, inserito all´interno del direttorio, la plancia di comando dell´Istituto centrale. Sempre, nei cento anni di storia dell´Istituto, il governatore è arrivato dall´interno.

Anzi, proprio Draghi, in un certo senso, ha rotto la tradizione: quando il governo Berlusconi lo sceglie, nel dicembre del 2005, dopo le vicende turbinose del suo predecessore Antonio Fazio, è un esperto autonomo, quasi esterno alla banca se si esclude una breve consulenza all´ufficio studi con Ciampi governatore. L´altro link viene dal papà, Carlo, che aveva a suo tempo lavorato con Donato Menichella.

MARIO MONTI

Lo scandalo non solo modifica la prassi delle successioni interne, ma le stesse procedure di nomina, cambiate in quei giorni a tempo di record. Così oggi la scelta del governatore avviene con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta dell´esecutivo e dunque del presidente del Consiglio, sentito il consiglio superiore della Banca. Perciò, la politica ha il suo peso. Si sa che il ministro dell´economia Giulio Tremonti, che lunedì discuterà all´Eurogruppo la candidatura di Draghi, vorrebbe per via Nazionale il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli.

FABRIZIO SACCOMANNI

Ci ha già provato nel 2005, senza riuscire. Intende riprovarci adesso. Ma si sa pure che ad altri esponenti del governo, compreso il sottosegretario Gianni Letta, piacerebbe riportare a Via Nazionale Bini Smaghi, che viene dall´interno e il cui mandato oltretutto scade solo a maggio del 2013, cioè molto dopo l´avvicendamento di vertice, previsto per la fine di quest´anno.

C´è anche un precedente del genere nella stessa Bce: è la «staffetta» praticata a suo tempo tra i francesi Jean Claude Trichet e Christian Noyer che si sono scambiati i posti, uno a Francoforte, l´altro alla Banque de France. Se valesse questa stessa logica, sarebbe più semplice per il premier Berlusconi mantenere la promessa che ha fatto al collega Nicholas Sarkozy: Draghi al vertice della Banca centrale europea e un francese nel board al posto di Bini Smaghi. Il terzo candidato esterno è l´ex commissario Ue, Mario Monti: anche di lui si parlò nel 2005.

GIULIO TREMONTI

Una soluzione di compromesso, non sgradita all´interno di via Nazionale, ipotizza infine una reggenza breve di Saccomanni, che poi passerebbe il bastone del comando a Bini Smaghi.

sarkozy berlusconi

Di sicuro dopo il caso Fazio, il mandato del governatore della Banca d´Italia non è più a vita: dura sei anni e può essere rinnovato una sola volta. Certo anche che la partita-nomine s´annuncia lunga. Sul nome di Draghi dovrà pronunciarsi lunedi l´Eurogruppo ma la scelta finale è dei capi di stato e di governo della Ue, convocati a Bruxelles a fine giugno. L´insediamento vero e proprio è previsto per il 1 novembre. Di conseguenza le scelte per la Banca d´Italia avverranno tra l´estate e l´autunno.

 


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