Dagotraduzione dell'articolo di Elsa Conesa, Guillaume Delacroix ed Emmanuel Grasland per "Les Échos"
CARLO DE BENEDETTI E FIGLIO RODOLFOUn nuovo fronte potrebbe presto complicare le relazioni tra Francia e Italia. Secondo diverse fonti, Gdf Suez sarebbe interessata a Sorgenia, la compagnia che appartiene per il 52% alla holding Cir della famiglia De Benedetti e per il 45% agli austriaci Verbund.
Specializzata nelle centrali a ciclo combinato a gas e nelle energie rinnovabili, il che la rende una compagnia strategica in un paese che ha appena rinunciato al rilancio del nucleare, Sorgenia è già collegata al gruppo francese. Entrambe hanno una partecipazione in Tirreno Power, ex controllata di Enel.
La società italiana è inoltre presente nell'Esagono con l'ex "Française d'Eoliennes", acquisita nel 2007. Il patriarca, Carlo De Benedetti, e suo figlio Rodolfo, amministratore delegato e presidente di Cir Sorgenia, negli ultimi mesi, in accordo con Verbund, hanno incaricato la banca americana Goldman Sachs di "passare al setaccio le opzioni strategiche", anche se la decisione di vendere non è stata ancora presa formalmente. "Gli azionisti fanno un giro di ricognizione, ma non hanno ancora deciso di vendere. Non vi è alcun processo avviato", ha detto una fonte finanziaria.
Rodolfo e Carlo De BenedettiNel quartier generale di Cir, a Milano, dove le voci non vengono mai commentate, si sottolinea che la cessione di Sorgenia "non è all'orizzonte".
Ciononostante, essa avrebbe già ricevuto manifestazioni di interesse da parte della russa Inter Rao, dalla spagnola Iberdrola e, di recente, da Edf. Dopo aver divorziato ufficialmente, a fine marzo, con la partecipata dell'acqua e dell'elettricità di Roma, Acea, Gdf Suez punta a riprendere terreno in Italia e ha incaricato Morgan Stanley di studiare l'affare.
Il suo capo, Gerard Mestrallet, deve anche andare a Milano il 12 maggio per presentare la sua nuova strategia nella penisola. Per il momento, "c'è una differenza di prezzo mostruoso tra ciò che i venditori vogliono e ciò che Gdf Suez è disposto a prendere in considerazione", dice una fonte che conosce le trattative. Varie ipotesi sono in discussione, compresa quella di una ripartizione di Sorgenia e di uno scambio di asset.
sorgenia LOGOSecondo alcuni, CIR e Verbund si aspettano una valorizzazione tra i 2 e i 3 miliardi di euro, una cifra considerata alta dai potenziali acquirenti. "Il mercato italiano mostra una crescita debole, l'attività ha un debito di 1,7 miliardi di euro e deve pagare una parte del portafoglio di investimenti. La situazione non è molto semplice", dice un'altra fonte.
GDF SUEZ marchioPer ora, Gdf Suez avrebbe fatto sapere che, date le condizioni, non è interessata. Ma il gruppo francese riconosce il valore strategico della società e le possibili sinergie con la sue attività nella penisola. Sorgenia, che ha in programma 1,2 miliardi di euro di investimenti nei prossimi cinque anni, prevede di avere 2 milioni di clienti entro l'anno 2016 e quindi di raggiungere 750 milioni di euro di margine operativo. Nel primo trimestre, l'operatore è fuori dal rosso con un utile netto di 7 milioni, 51 milioni di euro di Ebitda e ricavi in calo del 9%, fino a 550 milioni di euro.
2- SMENTITA DELLA CIR ALL'INDISCREZIONE DI "LES ECHOS" RIPRESA DA DAGOSPIA: "NON CI SONO NEGOZIATI IN CORSO NÉ IPOTESI CONCRETE DI INGRESSO DI NUOVI AZIONISTI"
In relazione alle varie indiscrezioni di stampa degli ultimi giorni, Cir ribadisce il proprio impegno per lo sviluppo di Sorgenia insieme agli altri azionisti e al management della società. Da molto tempo, come è normale attendersi per un'azienda di rilievo nel settore energetico italiano quale è Sorgenia, essa è oggetto di attenzione da parte di operatori industriali e finanziari potenzialmente interessati a investire a vario titolo nella società, ma non ci sono negoziati in corso né ipotesi concrete di ingresso di nuovi azionisti.