1. AMBIZIONI...
Jena per "La Stampa" - Che lavoro vorresti fare da grande, tesoro mio? Il sottosegretario.
2. FRATTINI,FINE MISSIONE? REALISTICO 3/4SETTIMANE...
(ANSA) - Sulla fine delle operazioni militari in Libia "ci sono ipotesi realistiche che parlano di 3/4 settimane". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, oggi a Palermo sottolineando che "ipotesi ottimistiche dicono invece pochi giorni".
In ogni caso ha ricordato il ministro Frattini "bisogna intensificare la pressione" sul regime di Gheddafi "per far partire l'iniziativa politica". "Questo - ha rilevato - è stato l'esito della riunione del gruppo di contatto che si è tenuta ieri a Roma".
3. PROCURA MILANO CHIEDE PROCESSO PER FEDE, MINETTI E MORA...
Radiocor - La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per il direttore del Tg4, Emilio Fede, la consigliera regionale del Pdl in Lombardi a, Nicole Minetti, e l'agente di spettacolo Lele Mora, accusati di favoreggiamento e induzione della prostituzione, anche minorile, in relazione al Caso Ruby.
Fede, Mora e Minetti, secondo la procura di Milano, sarebbero gli organizzatori delle serate a Villa San Martino, residenza del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, dove hanno partecipato diverse ragazze, tra cui l'allora minorenne Karima El Mahroug, detta Ruby, che ha portato a processo il premier per concussione e prostituzione minorile. La richiesta di rinvio a giudizio e' stata comunicata dal procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, con una nota.
fede-mora-nicole minetti4. B.LIBERATI, ERRORE NUMERO FEDE SOLO IN ATTO INFORMALE...
(ANSA) - Il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati ha spiegato che l'errore di trascrizione di un'utenza telefonica, denunciato nei giorni scorsi dalla difesa del direttore del Tg4 Emilio Fede, era "contenuto in un documento di lavoro, mentre nell'informativa finale il numero è esatto e su questo abbiamo lavorato".
Il magistrato ha così inteso chiarire i dubbi sollevati dai difensori del giornalista che avevano evidenziato come nella trascrizione di una intercettazione fosse stato erroneamente riportato il numero di Lele Mora al posto di quello di Emilio Fede. Il magistrato ha quindi spiegato che "l'atto formale è esatto". Oggi la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per lo stesso Fede, Lele Mora e la consigliera regionale Nicole Minetti con l'accusa, a vario titolo, di induzione e favoreggiamento della prostituzione.
edmondo_bruti_liberati5. QUAGLIARIELLO (PDL), PROCURA MILANO CONFESSA IL MISFATTO...
(Adnkronos) - "La procura di Milano confessa il misfatto'. Lo afferma Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato. 'Leggiamo oggi sul 'Corriere della Sera' una lettera datata 3 settembre 2010 con la quale i pm del caso Ruby raccomandavano alla polizia giudiziaria di non trascrivere conversazioni di parlamentari 'che abbiano a essere indirettamente captate'".
"Sorvolando sul fatto che telefonate del presidente Berlusconi siano state trascritte prima e anche dopo tale disposizione, con questa lettera la procura di Milano diventa di fatto 'rea confessa' per la violazione della Costituzione, della legge e della consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale, che in numerose sentenze relative all'art. 68 e alla legge Boato distingue con chiarezza le intercettazioni 'casuali' e le intercettazioni 'indirette' dei parlamentari, stabilendo che queste ultime, indipendentemente dall'uso che ne viene fatto, debbano essere comunque soggette alla disciplina dell'autorizzazione preventiva da parte della Camera di appartenenza".
"Preoccupandosi per l'eventuale trascrizione di conversazioni di parlamentari 'indirettamente captate', i pm di Milano mostrano di essere perfettamente consapevoli che le utenze intercettate nel caso Ruby erano interessate da contatti di natura non casuale con membri del Parlamento".
GAETANO QUAGLIARIELLO6. BRUTI LIBERATI: INTERCETTAZIONI PREMIER NON ANCORA DEPOSITATE A DIFESE...
(ANSA) - Le intercettazioni indirette dell'inchiesta sul caso Ruby tra Silvio Berlusconi e alcune giovani, tra cui Nicole Minetti, non sono ancora state depositate alle difese della stessa Minetti, di Emilio Fede e Lele Mora. Lo ha spiegato il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati che oggi, con un comunicato stampa, ha dato notizia che è stata inviata la richiesta di rinvio a giudizio per il consigliere regionale lombardo, l'agente dei vip e per il direttore del Tg4.
Le intercettazioni indirette tra le ragazze e il premier erano state depositate alla difesa di Silvio Berlusconi e la Procura aveva spiegato che la trascrizione di quelle telefonate, che riguardavano anche il parlamentare Berlusconi, era stata disposta per chiedere una proroga ad effettuare le intercettazioni.
PionatiRiguardo al deposito delle trascrizioni delle intercettazioni che riguardano il premier alle difese di Minetti, Mora e Fede, Bruti Liberati ha chiarito che "il procedimento di trascrizione e stralcio può essere fatto fino all'udienza preliminare o al dibattimento e tutte le telefonate, comprese quelle che riguardano Berlusconi, possono essere depositate fino all'udienza preliminare o al dibattimento". L'orientamento della Procura comunque, ha aggiunto Bruti Liberati, è di depositarle ai legali "il prima possibile, finiti tutti gli adempimenti".
7. MARINA BERLUSCONI, DA EZIO MAURO TOTALE MANIPOLAZIONE DEI FATTI...
(Adnkronos) - "L'assenza di argomentazioni reali porta a una risposta dai toni nervosi e arroganti. Una risposta fuori tema, come chiunque capisce, tranne il signor Ezio Mauro". Cosi' Marina Berlusconi, presidente di Mondadori, replica alle dichiarazioni del direttore di Repubblica che nel corso di 'Repubblica Domani', in onda su Repubblica Tv, ha risposto alla affermazioni rilasciate dalla manager in un'intervista al 'Corriere della Sera'.
"E' comprensibile -aggiunge Marina Berlusconi in una nota- l'imbarazzo di chi, avendo usato in silenzio una legge condannata ad alta voce, non riesce a trovare alcun elemento concreto per giustificare questa totale mancanza di coerenza. Come affrontare la missione impossibile di difendere un conclamato e perenne conflitto di interessi tra demagogia pubblica e portafoglio privato?".
Massimo Calearo phMarinoPaoloniPer la figlia del premier "Il signor Ezio Mauro non trova di meglio che dare 'maldestramente' lezioni di legalita' e arrivare alla totale manipolazione dei fatti. Un ottimo esempio, questo si', di assoluta coerenza rispetto alla linea editoriale e ai comportamenti suoi e del suo giornale".
8. CALEARO, IO DA SEMPRE UN PRESIDENTE,MAI SEGRETARIO...
(ANSA) - 'Nella vita ho sempre fatto il presidente, mai il segretario. O il sottosegretario'. Lo afferma alla Stampa il neo consigliere per il commercio estero del presidente del Consiglio, Massimo Calearo, che si dice 'felice' per il nuovo incarico poiche' 'non avevo chiesto niente al Presidente'. 'Questo - aggiunge - e' un abito su misura per me che mi permette di continuare a fare l'imprenditore. Mentre con un incarico di governo avrei dovuto lasciare l'incarico nella mia azienda'.
Alle critiche dell'opposizione che ha parlato delle nuove nomine come un 'mercato delle vacche', Calearo replica: 'La colpa non e' del governo ma dell'opposizione che non c'e'. Prima di guardare la pagliuzza nell'occhio degli altri, guardino la loro trave'.
9. PIONATI, IO NON IN FILA, VEDRETE SARO' MINISTRO...
(ANSA) - "Io non partecipo ai saldi. Non sto in fila con tutti gli altri per rimediare qualcosa al discount". "Primo o poi sarò ministro e non per concessione dall'alto, e non ho fretta". E' quanto afferma al Messaggero il leader dell'Adc, Francesco Pionati, escluso dal rimpasto di governo, intervistato anche dalla Stampa e dal Corriere della Sera. Pionati osserva che è "un esempio di malapolitica" premiare quanti votarono la sfiducia contro Berlusconi il 14 dicembre scorso. "Non mi hanno fregato, mi hanno chiesto di portare pazienza ancora per qualche giorno". Se però i rimandi dovessero ripetersi, aggiunge, "allora direi: vuoi la guerra? E avrai la guerra".
10. GASPARRI; NO A LEZIONI DA D'ALEMA, SCARTO DELLA STORIA...
(AGI) - "Non prendiamo lezioni da scarti della storia, quale D'Alema, che ha creato un governo saccheggiando parlamentari nelle file del centrodestra". Cosi' il capogruppo al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri, a margine di un incontro presso un gazebo del partito a Milano, risponde all'esponente del Pd, Massimo D'Alema, che ieri aveva liquidato con una battuta la nomina dei nuovi sottosegretari del governo, dicendo che si trattava del primo provvedimento fatto dall'esecutivo in favore dell'occupazione.
Gasparri non ci sta e accusa D'Alema: "Fece un pessimo governo e dopo un anno fu mandato a casa dagli elettori, alle elezioni regionali del 2000. Prendere lezioni da un personaggio del genere non e' cosa che abbiamo intenzione di fare. E' un esponente veramente di basso livello del mondo politico, artefice di saccheggi parlamentari". Secondo il senatore Pdl "il governo deve essere formato da coloro che sono nella maggioranza. Il governo Prodi, del quale D'Alema fece parte come pessimo ministro degli Esteri, era composto da piu' di 100 persone", mentre "questo governo e' composto tuttora da meno di 60 membri".
11. MANCINO, CONTRO DI ME VENDETTE DI RIINA E BRUSCA...
(Adnkronos) - Le ricostruzioni 'sul mio conto sono una vendetta sia di Riina sia di Brusca, perche' anche Brusca faceva parte della cupola ed era uno di quelli che in piena udienza, alla domanda quanti sono stati i suoi omicidi, ha detto 100-150, come fossero state noccioline'. E' quanto ha affermato l'ex ministro dell'Interno, Nicola Mancino, ai microfoni di Sky Tg24.
Una vendetta, spiega l'ex vicepresidente del Csm, perche' 'avere tolto di mezzo il capo militarista della cupola non e' stato un episodio di routine'. 'La mia strategia -rimarca Mancino- era finalizzata a rendere lo Stato forte e non a cedere alle offensive della mafia'.
'Piu' volte -ricorda Mancino- ho detto: 'arrestate Riina'. E quando e' stato arrestato, il 15 gennaio del 1993, Riina si e' sempre chiesto: 'Ma come faceva Mancino a sapere che sarei stato arrestato?'. Io non sapevo che sarebbe stato arrestato, ma lo desideravo fortemente e lo dissi anche a una giornalista della stampa estera che avevo invitato al Viminale'.