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CLEGG FA CILECCA - FLOP ALLE ELEZIONI LOCALI, SCONFITTA AL REFERENDUM PER CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE: IL VOTO INGLESE METTE UNA PIETRA SOPRA IL BRILLANTE FUTURO DEL LEADER LIB-DEM NICK CLEGG - ARIA DI CRISI DI GOVERNO DOPO LO SCONTRO CON GLI ALLEATI TORIES. POSSIBILI LE DIMISSIONI DALLA TESTA DEL PARTITO E DA VICE-PREMIER - GLI ELETTORI LIB-DEM SI SENTONO PIÙ DI SINISTRA E VORREBBERO UN ALLEANZA CON I LABURISTI (CHE VOTAVANO “S̔ AL REFERENDUM). MA ANCHE IL PARTITO DI MILIBAND NON SI SENTE TANTO BENE…

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1 - GB: PRIMI RISULTATI ELEZIONI, LIB-DEM VERSO LA SCONFITTA ESITO REFERENDUM SI CONOSCERA' IN GIORNATA, PER I SONDAGGI VINCERA' IL 'NO'...
(Adnkronos) -
Si annuncia pesante la sconfitta dei Lib-Dem nel Regno Unito secondo i primi, parziali risultati delle elezioni locali e dove i sondaggi della vigilia - in attesa dell'annuncio dei risultati questa sera - confermavano l'attesa vittoria del 'no' al referendum sulla riforma della legge elettorale sostenuta dal vicepremier Nick Clegg.

clegg

Secondo i primi risultati relativi alle elezioni celebrate in Inghilterra, Galles e Scozia il partito avrebbe perso molti seggi nei consigli locali. In particolare i Lib-Dem non avrebbero piu' il controllo dei consigli a Hull e Stockport, mentre a Manchester tutti i consiglieri che si sono presentati hanno perso il seggio. Perdite importanti anche a Liverpool e a Sheffield, nel collegio elettorale di Clegg. Anche se restano da annunciare e verificare i risultati di molti altri consigli, i Lib Dem rischiano il loro peggiore risultato dagli anni Ottanta, con una percentuale di voti vicina al 15 per cento.

Positivo sarebbe invece il risultato conseguito dai Laburisti e in Scozia si sarebbe registrato un importante rafforzamento del Scottish National Party (SNP). Secondo gli analisti gli elettori con il loro voto punirebbero i Lib-Dem per non aver affermato con sufficiente forza la loro posizione all'interno della coalizione di governo con i conservatori del premier David Cameron.

NICK CLEGG E DAVID CAMERON

2 - TRAMONTA LA STELLA DI CLEGG, LA LEGGE ELETTORALE NON CAMBIA. DURO COLPO PER I LIB-DEM...
Enrico Franceschini per "la Repubblica"

Di questi tempi, un anno fa, un uomo sembrava in procinto di rivoluzionare il Regno Unito. Nick Clegg, leader dei liberaldemocratici, il piccolo partito eternamente al terzo posto alle spalle di laburisti e conservatori nella politica britannica, vinse a sorpresa il primo dibattito televisivo della campagna elettorale, facendo polpette di Gordon Brown (Labour) e David Cameron (Tory). Appariva rilassato, spontaneo, simpatico, perfino bello: non per nulla aveva dichiarato in una candida intervista di essere andato a letto con trenta donne in vita sua (un record, da queste parti). I sondaggi e i media erano tutti per lui.

Le previsioni che avrebbe vinto le elezioni e sarebbe diventato premier poi non si realizzarono, ma dopo un risultato elettorale inconcludente (sempre per queste latitudini: nessun partito ottenne la maggioranza assoluta dei seggi) i lib-dem strinsero un´alleanza con la destra di Cameron (che aveva conquistato la maggioranza relativa) ed entrarono a far parte del governo, cosa che non accadeva da decenni.

ed miliband

Per Clegg, il premio fu il posto di vice-premier, qualche ministero per il suo partito e soprattutto una promessa: indire un referendum per la riforma del vigente sistema elettorale, che dando un forte premio di maggioranza al vincitore diminuisce le possibilità dei partiti minori. Il premier Cameron ha mantenuto la parola: il referendum si è tenuto ieri.

Ma mentre un anno fa molti scommettevano che la riforma sarebbe passata, tutti i sondaggi della vigilia (qui si possono pubblicare) dicono che tutto resterà com´è: tra il 68 e il 63 per cento dei votanti avrebbe risposto "no" alla proposta di cambiare la legge elettorale. I risultati ufficiali saranno resi noti solo stasera, ma l´ampiezza del margine a favore del "no" non lascia apparentemente dubbi sull´esito.

Nick Clegg lascia il seggio elettorale

Tutto resta com´è, dunque. Ma non tutto resta com´è per Clegg, che aveva fatto del referendum il suo cavallo di battaglia e ne riceve un´umiliante sconfitta. Poiché i lib-dem si sono schierati per il "sì" e i conservatori per il "no", la bocciatura del referendum potrebbe mettere ulteriormente in crisi la coalizione di governo, già divisa sull´aumento delle tasse universitarie e sui tagli alla spesa pubblica. Nell´ipotesi più destabilizzante, il governo cadrà e sarà necessario indire elezioni anticipate in autunno.

anthony giddens

Come minimo, Clegg potrebbe dimettersi da leader del suo partito (e da vice-premier): parecchi lib-dem si sentono più progressisti che moderati, hanno mal digerito l´alleanza con la destra e sarebbero felici di ricollocarsi più a sinistra, guidati da un nuovo capo.

Tuttavia anche i laburisti orfani di Blair e Brown, ora affidati a Ed Miliband, 40enne ma non ancora capace di entusiasmare, hanno fatto campagna per il "sì" al cambiamento, perciò escono ammaccati dal referendum. Prevede il politologo Anthony Giddens, l´inventore della "Terza Via" che portò al potere i laburisti blairiani: "Come che sia, dubito che questo governo durerà per l´intera legislatura".

 


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