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CASINO DI OMISSIS MESSI ALLA PROCURA DI MILANO - IL 3 SETTEMBRE ILDA BOCCASSINI ORDINA ALLA POLIZIA DI NON TRASCRIVERE LE CONVERSAZIONI DI PARLAMENTARI E DI DIFENSORI CON I PROPRI ASSISTITI, EPPURE NELLE CARTE DEL PROCESSO AL PREMIER FINISCONO LO STESSO LE CHIACCHIERE TRA SILVIO E LA MINETTI E TRA RUBY E IL SUO AVVOCATO - CONTRORDINE DELLA PROCURA? PER BRUTI LIBERATI ERA TUTTO REGOLARE, MA NEI BROGLIACCI DEL PROCESSO MINETTI-MORA-FEDE (DOVE SAREBBERO PIÙ UTILI) NON C’È TRACCIA DELLE CHIAMATE…

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Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"

È il 3 settembre 2010 quando i pm del caso Ruby, un mese dopo la telefonata in cui l'intercettata ma non ancora indagata Nicole Minetti commenta con Berlusconi l'esistenza dell'indagine asseritamente riferitale dall'avvocato di Ruby, sentono il bisogno di scrivere al commissariato Monforte e alla sezione di polizia giudiziaria:

BOCCASSINI

«Con riferimento alle attività di ascolto delle conversazioni captate e di trascrizione delle stesse - dettano il procuratore aggiunto Pietro Forno e il pm Antonio Sangermano -, si raccomanda la necessità di non trascrivere conversazioni di Parlamentari della Repubblica (o Europei) che abbiano a essere indirettamente captate e che non abbiano stretta attinenza con le indagini e con il tema di prova, avuto in ciò esclusivo riguardo per l'interlocutore oggetto di diretta intercettazione» .

E «medesima esigenza» raccomandano su «conversazioni con difensori che abbiano eventualmente a essere indirettamente intercettate». Dopo questa direttiva, che pur non additando alcun dato specifico invita ugualmente a fare attenzione al trattamento delle intercettazioni indirette, agli atti non compaiono più disposizioni diverse dei pm.

Eppure, come riferito il 6 aprile, quattro delle molte intercettazioni indirette del parlamentare Berlusconi (captate cioè su utenze sotto controllo di Minetti e due ragazze) risultano trascritte lo stesso e non coperte da omissis nel deposito: due sono prima della lettera del 3 settembre, e cioè l' 1 e il 7 agosto, ma due sono dopo, il 26 settembre e 4 ottobre.

boccassini-berlusconi-bruti

Così come, in mezzo a molte conversazioni omissate dell'avvocato Luca Giuliante con l'allora sua cliente Ruby, una è trascritta il 7 ottobre, benché il legale avesse una nomina dal 5 agosto. Cosa può essere successo? Se si sta agli atti depositati, la sequenza degli accadimenti è ricostruibile solo sino a quel 3 settembre. Il 2, 6 e 22 luglio i pm interrogano la minorenne Ruby sulle sue turbolente vicende familiari. Il 28 luglio arriva il rapporto degli agenti della Volante che il 27 maggio avevano portato Ruby in Questura la notte delle pressioni telefoniche del premier per farla affidare a Minetti anziché alla comunità indicata dal pm minorile Fiorillo.

L' 1 agosto c'è la telefonata Minetti-Berlusconi, che è trascritta e indicata tra i vari spunti che i pm (mettendo gli omissis sui testi) ritengono di poter sottoporre al gip il 9 agosto per chiedere la proroga delle intercettazioni della Minetti. Al rientro dalle vacanze estive, però, qualche rivalutazione di opportunità spinge la Procura a mettere per iscritto paletti formali più stringenti per il futuro nella lettera del 3 settembre, alla quale tuttavia il 26 settembre, 4 e 7 ottobre segue ugualmente la trascrizione di due intercettazioni indirette di Berlusconi e una di Giuliante.

berlusconi ruby f d a d fde bd d b b c

Poiché sono da escludere iniziative unilaterali della polizia giudiziaria, che in tutta l'indagine ha agito nei confini tracciati dai pm, dopo il 3 settembre è immaginabile che da parte della Procura ci sia stato un esplicito contrordine, che però o non è stato depositato agli atti o assunse forma non scritta ma verbale.

E soltanto verbale, da parte della Procura di Bruti Liberati e Boccassini, deve essere stata l'indicazione (al momento del deposito degli atti a Berlusconi) di non coprire più con omissis i testi che in agosto erano invece stati omissati nella richiesta di proroga delle intercettazioni di Minetti.

fede-mora-nicole minetti

Un mese fa, dopo la pubblicazione delle telefonate, il procuratore Bruti Liberati in un comunicato affermò infatti che l'inserimento nel fascicolo del premier di «alcune conversazioni dell'agosto-ottobre 2010, in cui l'on. Berlusconi (all'epoca non ancora indagato) risulta come interlocutore» di ragazze intercettate, non era avvenuto per un errore nella complicata gestione logistica di 20.000 fogli, ma che quelle conversazioni erano state «riportate dalla Procura in trascrizioni parziali per essere utilizzate a suo tempo in richieste al gip di proroga delle intercettazioni» della Minetti: la Procura «potrà usarle direttamente nel procedimento a carico di Minetti, Fede e Mora a norma della legge Boato» , che consente (anche senza autorizzazione del Parlamento) di usare contro terzi l'intercettazione casuale con un parlamentare.

Sono però passati 50 giorni (e tre integrazioni) dall'avviso a Minetti-Mora-Fede di deposito degli atti e conclusione delle indagini, e la Procura non ha ancora depositato alla difesa di Minetti i brogliacci delle telefonate col premier che riguardano proprio la sua utenza: atti depositati invece nel processo al premier «come atto rigorosamente dovuto a garanzia della difesa» di Berlusconi, sebbene i pm abbiano più volte detto che non intendono chiedere al Parlamento l'autorizzazione a usarle contro lui.

 


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