Lorenzo Simoncelli per LaStampa.it
Hanno manifestato nella centralissima Avenida Paulista, sfilando come in passerella, ma al posto dei vestiti firmati avevano fantasiose costruzioni di matasse di filo d'acciaio. Così le modelle di colore brasiliane hanno voluto protestare contro lo stilista Ronaldo Fraga, accusato di razzismo, dopo la settimana della moda che si tiene a San Paolo.
Fraga è finito nel mirino delle critiche delle modelle per aver fatto indossare alle sue indossatrici, la quasi totalità bianche, un panno di filo d'acciaio come parrucca. L'acconciatura, realizzata dall'hairstylist Marcos Costa, voleva essere «un omaggio al calcio di strada brasiliano e alla cultura nera», si è difeso lo stilista. Molti anni fa, infatti, quando televisioni Hd e plasma non si sapeva ancora cosa fossero, in Brasile era abitudine mettere dei batuffoli di filo d'acciaio sull'antenna per potenziare la ricezione del segnale della tv.
Un rituale molto comune, soprattutto durante le partite della nazionale di calcio verde-oro.
Marcos Costa, l'autore delle acconciature, via Facebook, si è difeso affermando che «il look era un modo per esaltare la bellezza dei capelli crespi dei neri, eliminando così un preconcetto della moda brasiliana».
La scelta dello stilista ha però sollevato nuovamente il dibattito sul razzismo nella moda brasiliana. Quattro anni fa, sempre al termine della San Paolo Fashion Week, alcune associazioni che si battono per la difesa dell'identità afro-brasiliana si lamentarono dell'esiguo numero di modelle nere in passerella. Su 344 indossatrici presenti, solo 8 erano non bianche. Così, per placare le polemiche, il Ministero Pubblico di San Paolo e la Luminosidade, l'azienda che organizza le settimane della moda in Brasile, d'intesa con i grandi marchi, siglarono un'intesa per garantire che almeno il 10% delle modelle che sfilavano fossero di origine africana o indigena.
Quella soglia, già molto esigua se si pensa che il Brasile ha la seconda popolazione di colore al mondo, non è mai stata rispettata. Oggi l'accordo non è più nemmeno in vigore e nella appena terminata San Paolo Fashion Week 2013, di modelle nere se ne sono viste davvero poche. Attivisti di Educafro, un'associazione che lotta per l'inclusione della popolazione nera ed indigena nella società brasiliana, spiegano come per le modelle di colore brasiliane sia più facile affermarsi all'estero che in patria.
È il caso di Gracie Carvalho, una delle più apprezzate modelle non bianche brasiliane sulle passerelle di tutto il mondo, ma che in patria ha trovato non poche difficoltà. Oltre a Gracie Carvalho ed Emanuela de Paula, uno degli «angeli» brasiliani di Victoria's Secret, scarseggiano nel panorama nazionale le modelle nere di successo.


Mary del Priore, professoressa di storia del Brasile, spiega come «l'assenza di neri nella moda è più un'esigenza di classe, che una questione di bellezza». Secondo la studiosa, l'importazione del modello corporeo occidentale si scontra con la realtà brasiliana. «La donna brasiliana», spiega Mary del Priore, «è curvilinea, cadeiruda (massiccia) ed è incompatibile con questo universo».
Ma per capire meglio come funziona oggi il mercato del fashion in Brasile e se davvero esiste una discriminazione razziale, bisogna andare nella cattedrale della moda verde-oro, lo Stato di Rio Grande do Soul. Lì lavorano la maggior parte dei talent scout brasiliani, tra cui Alisson Chornak, allievo di Dilson Stein, lo scopritore della modella brasiliana per eccellenza, Giselle Bundchen. «Il Sud del Brasile è il luogo migliore per cercare nuovi talenti - dice Chornak - qui c'è una grande miscela di nazionalità, russi, tedeschi, italiani, ed è possibile trovare ragazze dai contrasti forti e con profili snelli, perfetti per la moda».


Seguendo Alisson nel suo lavoro di scouting nelle cittadine di Santa Maria, Paraiso do Soul, Venancio Aires, è evidente come il profilo ricercato sia quello di giovanissime «Barbie». «Il consumatore finale di una grande marca di moda spesso non vuole la modella nera - spiega Chornak - non credo sia un problema di preconcetti, è una questione di domanda».
La ricerca del prossimo talento non si ferma ai concorsi di bellezza locali, Alisson guarda le commesse dei negozi, va alle feste di paese e nelle scuole. È comune nelle cittadine di Rio Grande do Soul, che, durante gli intervalli delle lezioni, gli insegnanti lascino entrare talent scout come Alisson per selezionare giovani modelle. I docenti, infatti, sanno che se un giorno una di quelle giovani donne salirà su qualche passerella saranno la scuola e la cittadina intera a beneficiarne, in termini economici e di immagine.
Ciò che lascia stupiti è che, secondo l'Osservatorio Afro Brasileiro, nel Rio Grande do Soul ci sono 631 mila donne nere, ma nessuna è mai stata selezionata come modella. A vent'anni dalla scoperta della top brasiliana per eccellenza, la bianchissima Giselle Bundchen, quasi nulla è cambiato nel panorama della moda brasiliana, che continua la sua ricerca della nuova star tra le bianche.
