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PAKISTAN SULLA GRATICOLA - LA CIA ATTACCA ISLAMABAD: “DITECI CHI HA PROTETTO OSAMA” - PER LEON PANETTA L’ISI CONTINUA A NON COOPERARE: “ANCORA NON ABBIAMO AVUTO ACCESSO AI FAMILIARI DI BIN LADEN TROVATI NELLA VILLA E CONSEGNATI AI PACHISTANI” - GLI USA VOGLIONO SAPERE CHI HA CONSENTITO ALLO SCEICCO DI VIVERE PER ANNI IN UNA VILLA FORTIFICATA VICINO A UN’ACCADEMIA MILITARE, SEMPRE PRONTO A FUGGIRE CON UN PREAVVISO BREVISSIMO...

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Maurizio Molinari per "la Stampa"

COVO OSAMA

La Cia preme sul Pakistan affinché faccia piena luce sul «network che ha protetto Osama bin Laden»; l'inviato di Hillary Clinton sbarca a Islamabad per chiedere «spiegazioni» sulle possibili connivenze governative con Al Qaeda; e il Congresso minaccia di rivedere i tre miliardi di dollari annuali assegnati a una nazione finora considerata alleata: le pressioni convergono sul presidente pachistano Asif Ali Zardari per obbligarlo a svelare in fretta le complicità che hanno consentito per almeno sei anni allo sceicco del terrore di vivere in una villa fortificata nei pressi di un'accademia militare.

osama bin laden death picture

Il regista di quanto sta avvenendo è Leon Panetta, perché è stata la Cia a guidare il blitz dei Navy Seals, decidendo fra l'altro di non informare i servizi segreti pachistani (Isi). Panetta è salito a Capitol Hill per spiegare alle commissioni Intelligence, riunite a porte chiuse, perché tenere all'oscuro l'Isi è stata la chiave del successo.

«Abbiamo trovato cuciti dentro i vestiti che aveva indosso Bin Laden 2 numeri di telefono e 500 euro» ha svelato, sottolineando come ciò implichi che «era pronto a fuggire con un preavviso molto breve», a conferma che «la sua protezione non erano le poche guardie del corpo trovate nella villa» bensì un «network di sicurezza» sul quale adesso la Cia vuole fare «piena luce».

COVO OSAMA

Da qui le richieste che Panetta ha trasmesso all'Isi per sapere «chi ha costruito la villa e le sue fortificazioni» e per indurre a «raccogliere testimonianze fra i vicini su chi vi entrava e vi usciva».

blitz osama, le foto degli altri corpi

L'Agenzia di Langley è convinta che la villa di Abbottabad può generare informazioni a sufficienza per ricostruire chi ha protetto Bin Laden e dunque svelare volti e nomi di un «network pachistano» che per l'intelligence è parte integrante di Al Qaeda, e dunque deve essere considerato nemico, perché potrebbe proteggere altri capi terroristi come Ayman al Zawahiri ma anche costituire la retrovia strategica più importante dei taleban in Afghanistan.

LEON PANETTA

La Casa Bianca fra l'altro ieri ha fatto sapere che Obama - come annunciato nella campagna elettorale del 2008 - si riserva il diritto di agire ancora in Pakistan per colpire altri terroristi. «I pachistani o sono stati complici di Bin Laden o sono stati incompetenti - ha detto Panetta al Congresso - e in entrambi i casi si trovano in una posizione non molto comoda». Il blitz è stato «un'operazione unilaterale» proprio per scongiurare il rischio che «qualcuno nel network che proteggeva Bin Laden lo avvertisse in tempo per consentirgli di fuggire».

hillary

Parla lo stesso linguaggio di Panetta anche John Brennan, il consigliere antiterrorismo della Casa Bianca, che manda a dire all'ambasciatore pachistano a Washington: «Vogliamo sapere chi ha protetto Bin Laden nel vostro Paese». La convergenza Panetta-Brennan lascia intendere l'avallo di Obama che vede nell'eliminazione di Bin Laden a Abbottabad la conferma di quanto afferma sin dal 2008 sui santuari pachistani di Al Qaeda. È in tale cornice che il Segretario di Stato Hillary Clinton ha spedito a Islamabad Marc Grossman che ha recapitato un brusco messaggio privato sulla possibilità che l'Amministrazione riveda gli ingenti aiuti economici se l'Isi non svelerà la reale mappa delle complicità locali di Al Qaeda.

OBAMA ANNUNCIA LA MORTE DI OSAMA

D'altra parte il Congresso è in ebollizione. «Negli ultimi 8 anni abbiamo versato ai pachistani 20 miliardi di dollari in aiuti, prima di far avere un altro centesimo dobbiamo sapere se sono o meno al nostro fianco nella lotta al terrorismo» avverte Frank Lautenberg, senatore democratico del New Jersey nella commissione competente per le spese governative.

Nel nuovo bilancio si prevedono altri 3 miliardi di aiuti a Islamabad, cui se ne aggiungono 2,5 soloper le forze armate. Ma l'approvazione sembra ora dubbia, vista la diffusa convinzione, riassunta dal repubblicano Allen West della Florida, che «non c'è alcuna possibilità che Isi e militari pachistani ignorassero la presenza di Bin Laden».

Ayman al Zawahiri

Gli unici a tentare di frenare le pressioni su Islamabad sono l'ex presidente Jimmy Carter, che ammonisce sull'«impossibilità di perdere un alleato come il Pakistan», vitale per la guerra in Afghanistan e in possesso dell'arma nucleare, e il presidente della Camera John Boehner, secondo il quale «non è questo il momento per nuocere ai rapporti con i pachistani».

Nel tentativo di rispondere agli affondi della Cia, il ministero degli Esteri pachistano ha diffuso una nota nella quale afferma che «fummo noi, due anni fa, a segnalare agli americani la villa di Abbottabad, suggerendo di adoperare le loro più sofisticate apparecchiature elettroniche per sorvegliarla».

osama compound e

Ma la Cia non indietreggia di un millimetro, anzi con Panetta apre un altro fronte di pressioni, osservando come «ancora non abbiamo avuto accesso ai familiari di Bin Laden trovati nella villa e consegnati ai pachistani», che li avrebbero trasferiti a Rawalpindi. Come dire, l'Isi continua a non cooperare. Panetta rivela anche l'esistenza di un piano per interrogare Bin Laden: una volta catturato vivo sarebbe stato trasportato nella base afghana di Bagram e quindi su una nave da guerra Usa.

Se con il blitz di Abbottabad Panetta ha risollevato il prestigio della Cia dopo i passi falsi del predecessore George Tenet sull'11 settembre e sulle armi di distruzione di massa in Iraq, ora punta a consolidare questo risultato con un risultato politico; obbligare il Pakistan a smascherare il «network segreto» di Al Qaeda.

 


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