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FORMULA UFO - SONO PARTITE LE SCHERMAGLIE PER ARRIVARE AL “PIÙ GRANDE INVESTIMENTO PRIVATO MAI AVVENUTO IN EUROPA” - NEL 2012 SCADE IL PATTO CHE REGOLA LA SPARTIZIONE DEL TESORO, E SUL CORRIERE DELLO SMONTEZEMOLATO PARTE LA POMPA PER LA DISASTRATA SCUDERIA DI MARANELLO: “È LA FERRARI CHE DECIDE: SE VA VIA SI PORTA CON SÉ AUDIENCE, IMMAGINE E ALTRI GRANDI COSTRUTTORI”…

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Arianna Ravelli per il "Corriere della Sera"

John Elkann con Luca Montezemolo

Potrebbe essere l'inizio di una nuova epoca della Formula 1: nuove facce, nuove regole, nuovi equilibri di poteri (con i team a contare di più), nuovo pubblico (più giovane) e nuove tecnologie per attrarlo. Per adesso, e banalmente, è una questione di soldi. Il giorno dopo l'annuncio che John Elkann e James Murdoch - meglio la Exor e la News Corporation - sono interessati a comprarsi il Circus (e quindi a gestire diritti tv e d'immagine) le reazioni dalla sponda Ecclestone Cvc non assomigliano a una porta in faccia. Piuttosto, sembrano dire: noi non vogliamo vendere, dipende da quanto voi volete davvero comprare.

«La vedo un po' difficile, noi vogliamo tenerci il 100%ancora per un po'- le parole di Bernie -, ma se l'offerta fosse superiore agli 1,8 miliardi di euro spesi nel 2006, se qualcuno volesse pagare di più del valore, ne parleremmo» . Oggi il valore del giocattolo si aggira attorno ai 2,5 miliardi. Ma chi è vicino a mister E assicura che la proposta dovrà essere monstre per avere successo e spara 8 miliardi.

John Elkann

Comunque sia, il primo atto di quello che il Guardian ha già ribattezzato «potenzialmente il più grande investimento privato mai avvenuto in Europa» è stato compiuto: appendere il cartellino del prezzo alla Formula 1. Cvc nella tarda serata di martedì aveva già riconosciuto al duo italo inglese la «qualità di potenziali investitori» . Da oggi i protagonisti della F1 si troveranno a Istanbul, per la quarta gara della stagione. Ma la partita più importante si svolgerà sopra le loro teste: Exor e NewsCorp avvieranno i primi contatti con i team.

Rupert Murdoch con telecomando Sky

Quelli più importanti sembrano favorevoli: nessuno ha ancora sollevato il problema dell'eventuale conflitto d'interessi tra una Exor proprietaria e una Ferrari concorrente. Quanto alla Rossa inutile dire come la pensi, anche se la nota diffusa ieri è molto prudente: «Non siamo direttamente coinvolti in questo momento. Non possiamo che ripetere quanto già dichiarato: la Ferrari ribadisce la necessità di assicurare alla F1 stabilità e sviluppo a lungo termine».

Bernie Ecclestone

I team medio piccoli sono invece legati a Ecclestone, che in alcuni casi li ha aiutati finanziariamente. A Istanbul arriverà domani anche un altro dei protagonisti: Jean Todt, il presidente della Fia. Negli ultimi tempi non sono mancati gli screzi con Ecclestone, attorno al rinnovo del Patto della Concordia, l'accordo che regola la spartizione dei soldi, e che scade nel 2012. E, a proposito delle prime ipotesi di una vendita da parte di Cvc, Todt aveva chiarito: «Se ci sarà, vogliamo giocare un ruolo da protagonisti».

h mo66 jean todt moglie

Inoltre al numero 1 della Fia proprio non va giù che, nel 2001, il suo predecessore Max Mosley avesse venduto (per lui svenduto) a Ecclestone la gestione dei diritti tv per 360 milioni di euro e per 100 anni. Ha anche chiesto ai legali se fosse possibile cambiare quell'accordo, ma la risposta è stata negativa. Tutto lascia quindi supporre che veda con favore l'arrivo di nuovi interlocutori. Sarà un braccio di ferro lungo un anno. Le squadre hanno dalla loro l'arma del campionato alternativo (è la stessa con cui ottennero la cacciata di Mosley nel 2009).

FORMULA UNO

Può essere un piano serio, può essere una minaccia da far valere in sede di negoziazione. «È la Ferrari che decide: se va via si porta con sé audience, immagine e altri grandi costruttori», il parere di Sticchi Damiani, presidente della Csai. Bernie (che a Istanbul potrebbe essere accompagnato da un Flavio Briatore piuttosto freddo sulla questione: «È tutto molto all'inizio» ) potrebbe accontentarsi di molto meno di 8 miliardi se il rischio fosse restare con un pugno di mosche.

 


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