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GROUND ZERO, ZERO BUSH - L’EX PRESIDENTE RIFIUTA L’INVITO DI OBAMA A INCONTRARE INSIEME LE FAMIGLIE DELLE VITTIME DELL’11 SETTEMBRE - L’UOMO CHE HA INCAROGNITO L’AMERICA (E IL MONDO OCCIDENTALE) IN 2 GUERRE A CAUSA DI BIN LADEN, SI LIMITA A UN BREVE COMUNICATO, PER POI RICHIUDERSI NELLA SUA VITA DA VECCHIO PENSIONATO - BILL CLINTON, SUO COETANEO, GIRA IL MONDO E INCASSA MILIONI PER CONFERENZE E LIBRI, MENTRE IL POVERO “W” NON SE LO FILA NESSUNO…

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Marco Bardazzi per "la Stampa"

George w Bush

Mister President, la cercano dalla Casa Bianca: per favore ci segua». George W. Bush domenica sera era alle prese con un soufflé da «Rise N˚1», il miglior ristorante francese di Dallas, quando gli uomini della scorta lo hanno invitato a lasciare il locale. Bush e la moglie Laura si stavano godendo una serata da pensionati nel quartiere Inwood Village.

Qualche stretta di mano, due chiacchere con un giornalista locale che festeggiava a cena l'anniversario di matrimonio, poi a tavola per un'ora di relax, dopo un pomeriggio trascorso a curare il giardino della villa da due milioni di dollari in cui l'ex presidente si è rinchiuso da oltre due anni.

Una routine dalla quale la sera del primo maggio lo ha strappato un improvviso ritorno al passato. Seduto alla scrivania che per otto anni era stata di Bush, Barack Obama dallo Studio Ovale ha chiamato il predecessore per comunicargli la morte di Osama bin Laden, prima di annunciarla al mondo.

SITUATION ROOM

«W» aspettava la notizia dall'11 settembre 2001. Avrebbe voluto darla lui quando era ancora in carica. Invece l'ha appresa da Obama e si è limitato a commentarla con un breve comunicato, lodando il successore e gli autori del blitz, ricordando le vittime di dieci anni fa e sottolineando che l'America «ha mandato un messaggio inequivocabile: non importa quanto tempo occorre, ma alla fine sarà sempre fatta giustizia». Senza specificare se si riferiva solo alla morte di Osama, o anche al giudizio storico sulla sua turbolenta e contestatissima presidenza.

Bush non ha speso una parola di più ed è tornato a chiudersi nel rifugio solitario di Preston Hollow, un elegante quartiere residenziale di Dallas. Obama lo aveva invitato a recarsi oggi con lui a Ground Zero, a rendere omaggio alle vittime dell'11/9, ma l'ex presidente non ci sarà.Il suo portavoce, David Sherzer, ha sottolineato che non intende venire meno alla scelta di «restare lontano dai riflettori» in questi anni post-presidenziali.

osama bin laden death picture

Svanisce così la possibilità che la fine di Osama, l'uomo che Bush aveva promesso di catturare «vivo o morto», offrisse un'occasione per un ritorno in scena dell'ex inquilino della Casa Bianca.

I presidenti degli Stati Uniti, una volta lasciato l'incarico, tentano quasi tutti di evitare di mettere bocca nelle vicende del Paese. C'è chi, come Bill Clinton, ha infranto in questi anni la tradizione esponendosi in prima persona nelle più disparate iniziative politiche e umanitarie.

Altri, come Jimmy Carter, si sono dedicati alle questioni internazionali. Ma quasi tutti, in un modo o nell'altro, finiscono per trovarsi ben presto di nuovo davanti alle telecamere: neppure Richard Nixon, dopo la fine di una presidenza disgraziata, riuscì a vincere la tentazione di sottoporsi a una serie di interviste Tv con David Frost per cercare di rifarsi l'immagine (e fu un disastro).

COVO OSAMA

George W.Bush, al contrario, ha scelto un basso profilo con pochi precedenti. Gli americani lo hanno rivisto brevemente alla fine dello scorso anno, per il lancio del libro di memorie «Decision Points». Poi è tornato a blindarsi nella villa di Dallas di cui ha riempito il salotto con cimeli della sua «guerra al terrorismo»: la pistola di Saddam Hussein, un mattone della casa del mullah Omar a Kandahar, il megafono con cui promise vendetta contro Bin Laden in piedi sulle macerie del World Trade Center.

Per qualche mese ha prestato i cimeli alla vicina Southern Methodist University, per una mostra che ha offerto un assaggio di cosa verrà esposto nella biblioteca presidenziale che Bush conta di inaugurare nello stesso campus nel 2013. Ma ora tutti gli oggetti sono tornati a raccogliere polvere nel salotto di casa Bush e a far da cornice a una vita da pensionato insolita per un sessantacinquenne ex protagonista della politica.

Bill Clinton Cheese

Il problema di Bush resta la sua «legacy», l'eredità storica di una presidenza segnata dall'attacco terroristico e da due guerre controverse, poi conclusa nel segno della peggior crisi economica dai tempi della Depressione. La grandi multinazionali che riempiono di soldi Bill Clinton dovunque vada, non si azzardano invece a invitare Bush a fare conferenze nel mondo.

Mao e Nixon

La casa editrice che ha pubblicato le sue memorie gli ha versato somme nemmeno lontanamente paragonabili a quelle riservate alla coppia Bill& Hillary. Il «marchio Bush» non si vende e questo, affermano varie voci, non solo crea problemi finanziari all'ex presidente, ma lo spinge a restare almeno per ora in silenzio. In attesa che il tempo - lui ne è convinto e lo ha scritto nel suo libro gli dia ragione su scelte come Guantanamo e la guerra al terrorismo.

Nel frattempo a tornare allo scoperto sono i suoi ex fedelissimi, che in questi giorni hanno invaso i media Usa per rivendicare alla precedente Amministrazione parte del merito nella cattura di Bin Laden. E non mancano, specie a Dallas, i fans. Domenica notte, quando si è sparsa la voce su Osama, decine di persone si sono radunate per festeggiare di fronte al cancello che sbarra la strada privata di casa Bush e qualcuno vi ha appeso un grande cartello con festoni natalizi: «Thank you President Bush».

 

 


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