DAGOREPORT
Olivier Francois presenta la Chrysler SRTLeggere sull'ultima pagina (la più vista) di Metro, il free press distribuito ovunque a New York "FIAT: Financing Iranian Act of Terrorism" (Finanziare atti terroristici iraniani), non deve essere stato il miglior benvenuto in America per il gruppo guidato da Sergio Marchionne. Il 23 aprile scorso, a New York c'è stata l'inaugurazione dell'Auto Show, evento annuale in cui Fiat ha presentato la 500 cabrio e la Chrysler 300 SRT8. Non è stato però l'impulloverato a presentare i due nuovi modelli pensati per il mercato americano, ma rispettivamente Laura Soave e Olivier Francois, responsabili dei brand per il mercato USA.
obama marchionneEppure è la sua immagine che l'associazione UANI (United Against Nuclear Iran) ha scelto per la vignetta che ha pubblicato il 29 aprile Metro, il free press più gettonato di New York. La missione di UANI è quella di sensibilizzare l'opinione pubblica e di spingerla a boicottare le compagnie che, mentre ricevono aiuti o contratti dal governo federale americano, continuano a fare affari con l'Iran.
Sia gli Stati Uniti che l'Onu hanno stabilito sanzioni economiche nei confronti della Repubblica Islamica guidata da Ahmadinejad, a causa del rifiuto di interrompere il suo programma nucleare, che hanno imposto a grandi aziende multinazionali di sospendere o di cancellare le loro attività in Iran. Per giustificare la sua campagna contro la Fiat, Uani si è basata sui dati del "New York Times", che ha pubblicato una lista delle aziende attive a Teheran e dintorni.
METRO E LA PAGINATA ANTI FIAT(Qui l'articolo del "NY Times": http://nyti.ms/j4swdi )
L'APPELLO ANTI-FIAT
Secondo l'articolo, Fiat ha stipulato negli ultimi 10 anni contratti con il governo americano per 246 milioni $. Ma soprattutto dopo la sua acquisizione di Chrysler, che ha ricevuto miliardi di dollari in aiuti dopo la crisi dell'auto, per UANI è "inaccettabile che Fiat continui a fare affare con un regime che viola sfacciatamente il diritto internazionale, così dandogli nuova linfa per continuare a farlo.
Non crediamo che gli americani vorranno comprare veicoli Fiat o Chrysler sapendo che i proventi vanno a un'azienda che fa affari con un regime brutale e repressivo. Messa in parole povere, Fiat deve scegliere se fare affari in USA o in Iran. Dovrebbe seguire l'esempio di Kia e Toyota e interrompere immediatamente le sue attività in quel paese".
Queste parole si trovano nella petizione online sul sito di UANI (Qui: http://bit.ly/isnLmF ), un appello che viene inviato a:
Camion Iveco trasporta missili iranianiTimothy Geithner, ministro del Tesoro
Robert M. Gates, ministro della difesa
Fiat Industrial Media Relations
Fiat Industrial Investor Relations
Fiat SpA Media Relations
Fiat SpA Investor Relations
CNH Investor Relations
QUALI SONO GLI AFFARI DI FIAT IN IRAN
Secondo il "New York Times", Fiat ha già prodotto e messo in vendita 2mila veicoli nell'ambito del suo accordo con il Gruppo iraniano Pars. Sulla home page dell'azienda appare in primo piano la Fiat Siena, un modello che il gruppo (ancora per poco) di Torino vende solo in Medio Oriente e in paesi in via di sviluppo. (homepage di Pars: http://bit.ly/mGfe2W )
La pubblicita anti Fiat apparsa su METRO di New YorkNon solo. UANI fa un pesante riferimento al fatto che i veicoli Iveco (gruppo Fiat) sono usati per trasportare missili iraniani e per allestire esecuzioni pubbliche. Degli affari di Iveco a Teheran ne parlò Giulio Meotti sul "Wall Street Journal" ( http://on.wsj.com/kigztd ). Meotti a gennaio 2010 contattò al riguardo Maurizio Pignata, capo dell'ufficio stampa dell'azienda che produce camion e mezzi pesanti, che gli rispose: "i veicoli sono venduti per fini civili. Noi non possiamo controllare gli usi diversi che se ne possono fare. In Cina i nostri veicoli vengono usati per le esecuzioni pubbliche dei prigionieri. Quindi non possiamo sapere se i nostri veicoli sono usati in Iran per fini militari o repressivi".
La Fiat Siena sul sito di ParsUno potrebbe rispondere che le prove (fotografiche) ci sono, e che il discorso "non possiamo controllare come usano i nostri mezzi" regge quando si parla di atti criminali isolati - i pick-up Toyota usati da tutti i terroristi del mondo, per esempio - ma vacilla se a usarli per fini impropri è un governo con cui si fanno contratti per joint venture. E non c'è solo l'accordo Fiat-Pars: Iveco da anni collabora col gruppo iraniano SAIPA.
Il sito di UANIL'IMPATTO SUL MERCATO AMERICANO
Ieri si è chiuso il New York Auto Show, e oggi Marpionne presenterà i conti trimestrali di Chrysler in una conference call alle 16:00 ora italiana. Secondo gli analisti, l'impulloverato di Detroit mostrerà orgogliosamente un miglioramento delle vendite e dei bilanci - per quanto eclissato dal boom dei concorrenti GM e Ford - dopo aver annunciato la settimana scorsa di voler restituire i miliardi in aiuti statali del governo USA (per restituire si intende rifinanziare il debito, trasferendolo dal governo di Obama alle banche, che gli chiederanno interessi più bassi).
Gli azionisti di Chrysler saranno meno orgogliosi di una campagna di boicottaggio che rischia di essere un macigno per le vendite, in un paese dove il patriottismo condiziona la vita politica e sociale, ma anche quella economica: basti pensare al crollo delle vendite di vini francesi dopo che Chirac decise di non appoggiare l'intervento USA in Iraq.
Marchionne e Mike Manley di JeepLa Fiat in Iran